C’è un momento estremamente particolare, proprio nelle battute iniziali di Star Wars Jedi Survivor mentre il nostro eroe Cal Kestis viene catturato da alcuni mercenari e portato alla presenza di un funzionario imperiale. Siamo su Coruscant, iconico pianeta-città e in lontananza possiamo osservare il Tempio degli Jedi, ormai smantellato e avvolto dai drappi imperiali.
Un’immagine potente e minimale, un quadro che ci ricorda subito in pochissimi secondi appena puntellati il dramma che stiamo vivendo, con l’Impero che allunga la sua morsa su tutti i sistemi stellari conosciuti e le poche cellule di ribelli che cercano di combattere, opponendo una resistenza piccola, ma costante.
In questa recensione di Star Wars Jedi Survivor andremo a vedere i risultati del retaggio di Jedi Fallen Order, il precedente capitolo, per lanciare questo nuovo franchise in lidi o in galassie ancora inesplorate.
Star Wars Jedi Survivor, tanto tempo fa
Avevamo lasciato il nostro Cal Kestis divenire Cavaliere Jedi ed entrare in “affari” con il rivoltoso Saw Gerrera. Anni sono passati da quando Cal ha preso i comandi della Mantis e viaggiato di pianeta in pianeta per supportare la causa ribelle. Adesso, impegnato nei pianeti sull’Orlo Esterno e sempre in fuga dall’Impero o da altri loschi figuri che vogliono vedere Cal annientato, si interseca una storia inedita, fatta di incontri con personaggi che vengono dal passato, misteri riguardo il vecchio Ordine dei Jedi e la ricerca di pianeti ospitali e potersi riposare.
Tutto quello che riguardano gli incipit di Jedi Survivor sono estremamente appaganti, puntando sin da subito, proprio su Coruscant, importanti novità sul sistema di gioco, acclimatando il giocatore in un’esperienza non del tutto stravolta, bensì rivista, potenziata, intensificata.
Da Padawan a Cavaliere Jedi
Cal in questo avventura è molto più sicuro di sé. Un piccolo feticcio che si addensa alla grammatica di gioco in modo naturale. La progressione del personaggio è lineare e ricca di bonus e abilità da utilizzare, ma la sensazione di prendere i comandi di un ragazzo più maturo è palese sin da subito.
Da Padawan impaurito con un addestramento lasciato a metà ad un vero Cavaliere Jedi sicuro delle sue abilità e del suo credo; questo passaggio è reso con un titolo che sembra partire in gran velocità, con lo stesso Cal Kestis molto forte, più agile, pirotecnico e tecnico nei combattimenti, senza dimenticare acrobazie e coreografie per saziare il nostro sguardo.
Sensazione che si prova durante le prime fasi e trova conferma nelle ore successive: Star Wars Jedi Survivor è un titolo molto più accessibile del precedente Jedi Fallen Order. Non si tratta di un gioco più semplice, bensì di un gioco con una struttura ludica che ci concede più di qualche errore durante il nostro peregrinare di pianeta in pianeta. In Jedi Fallen Order sbagliare approccio poteva essere fatale, qui invece l’espansiva e rivista grammatica di gioco ci tende la mano, risultando meno punitiva e aperta ad un grado di sfida più bilanciato.
A questo è bene sottolineare la presenza di un sistema di Benefici, bonus passivi da equipaggiare nell’apposito menù, potenziamenti che rendono l’esperienza di gioco variegata, intavolando anche un minimo discorso riguardo una build di gioco, assieme allo stile offensivo che utilizzeremo in battaglia.
Un’arma per tempi più civilizzati
Particolarmente apprezzati sono stati i nuovi stili di combattimento con la spada laser, che si inseriscono perfettamente nel contesto citato prima: Cal non è più un Padawan inesperto, dunque è bene tentare nuovi stili e approcci – sempre coreografati magistralmente – per annientare i suoi nemici.
Agli stili già presenti nel titolo precedente si sottolinea l’accoppiata spada laser più blaster, ma anche gli attacchi con la spada con guardia maggiorata non sono da sottovalutare: lenti nell’esecuzione, ma estremamente potenti nei punti danni che un singolo fendente può arrecare.
Anche la stessa personalizzazione del personaggio non si limita al vestiario o a BD-1, bensì anche nell’acconciatura di capelli e barba, con un interessante innesto tra pantaloni, maglie e altri gadget da indossare, tutti feticci estetici per rendere comunque la nostra avventura su Jedi Survivor più originale possibile,
Il lato oscuro
Non mancano i classici difetti che in questa occasione si manifestano come ombre su novità globalmente funzionanti. Da una parte la narrazione si libera e prova a sondare il terreno della classiche storie infinite che si possono avviluppare attorno l’universo di Star Wars, e questa qui ne è un esempio. La storia di Jedi Survivor funziona a tratti, mentre alcune parentesi vengono ben approfondite, altre sono lasciate a una manciata di informazioni, con il resto del tessuto narrativo infarcito di colpi di scena, alcuni buoni, altri meno.
Un altro aspetto che necessita di essere smussato è il rapporto delle missioni con la mappa di gioco. Ora i pianeti sono gradevolmente più grandi e dove nel precedente Jedi Fallen Order le secondarie erano minime, in Jedi Survivor sono troppe. Tutte ci portano alla semplice esplorazione di porzioni di mappa non toccate dalle missioni principali e per quanto l’aggiunta di contenuti è un’operazione sicuramente gradevole, a non funzionare è come queste vengono innestate, facendoci quasi perdere interesse per gli step successivi della missione principale, perdendoci dietro a oggetti cosmetici o altri Benefici, punti esperienza o boss opzionali, ma il rapporto con queste secondarie diventa quasi ossessivo e opprimente.
Complessivamente è impossibile però parlare di un brutto gioco, laddove Respawn aveva fatto il “miracolo” con Jedi Fall Order e rivitalizzato il ramo videoludico di Star Wars, Jedi Survivor non fa altro che confermare nuovamente le qualità del progetto, espandendo il concetto di gioco – non senza difetti – così da fidelizzare il pubblico e trovarne altro, perché sì, ancora una volta, la Forza scorre potente in Cal Kestis.
La recensione in breve
Star Wars Jedi Survivor è un sequel che mostra tantissimi miglioramenti, con i ragazzi di Respawn estremamente più consapevoli delle proprie capacità. Il titolo è grande, potenziato per la maggiore, ma non senza difetti. Alle ottimizzazioni gradite, la difficoltà si abbassa per essere più accessibile e mentre le mappe si ingrandiscono, le tante cose da fare non sempre sono ben giustificate. Resta nonostante tutto una delle migliori opere su marchio Star Wars.
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Voto GamesEvolution