Ci sono due importanti premesse da portare avanti nelle prossime righe: la prima riguarda la qualità finale di Ready or Not. Il titolo, pur essendo stato sviluppato da un team al suo primo lavoro, è incredibilmente convincente e realizzato con perizia. Secondo punto importantissimo è la passione e la professionalità con cui gli sviluppatori si sono approcciati al progetto.
Se a fine degli anni ’90 eravate tra quelli che usufruivano puntualmente della serie SWAT, quella a marchio Sierra – in particolare ho un ricordo ossessivo di SWAT 3, titolo su cui davvero credo di aver perso un numero incalcolabile di ore – allora Ready or Not è proprio quel gioco da comprare a occhi chiusi per riassaporare quelle sensazioni. Il perché è presto detto nella nostra recensione di Ready or Not.
Ready or Not, realismo massimo
Ready or Not è – senza troppi fronzoli – un potente simulatore SWAT, rifinito in ogni dettaglio, di quelli da far arrossire anche i più forti romantici del genere. Al netto del tutorial che serve per capire tutte le meccaniche base, parte del cuore dell’esperienza ludica è proprio nell’HUB centrale, dove organizzare con perizia il piano di assalto, una tattica adeguata alla missione che dovremo affrontare da lì a poco.
Si è tirato in ballo SWAT per una certa ragione: la tattica sarà il nostro miglior amico in questo tipo di sfida. Abbandonate l’idea di un approccio nudo e crudo con le armi spianate contro i nemici, questo vi aiuterà poco, pochissimo. Come ogni operazione di irruzione, salvataggio o eliminazione, ogni singolo passo deve essere calcolato giacché sarà proprio quello che ci dividerà dal futuro successo o sconfitta della missione.
A questo aggiungeteci anche un certo grado di cattiveria nel livello di sfida. Uno degli obiettivi degli sviluppatori infatti, pad alla mano, è quello di restituire qualcosa molto più vicino ad una sfida fortemente realistica e immersiva.
Adrenalina e pallettoni
Come si citava in apertura, l’aspetto sorprendente del titolo è che sembra sviluppato da un team con una decennale esperienza alle spalle e non di un titolo di esordio, seppur rifinito nel corso degli anni con una cura certosina, a cui comunque non manca qualche bug e sbavatura nella rifinitura di tutta l’esperienza di gioco.
Durante le missioni, l’adrenalina scorre a piccoli sorsi durante la fase di scoperta del gioco, per poi aprire i rubinetti appena cominceremo a prendere la mano con tutte le meccaniche a noi disponibili, dal controllo dell’area, all’utilizzo di videocamere o strumenti per sbirciare, fino al gunplay raffinato, forte e concreto, che rende le fasi di azione e sparatoria non solo fortemente realistiche, ma anche soddisfacenti, in particolare nel modo in cui le armi rispondono ai nostri comandi e come i nemici reagiscono ai colpi da noi inferti.
Niente di così rivoluzionario sul fronte delle hitbox, ma l’esperienza è di quelle solide, che ti prende sin da polpastrelli in quei quattro o cinque secondi essenziali dove bisogna agire e pensare in grande velocità.
Compagni di carne
Qualche sbavatura si può trovare anche nell’IA dei nostri compagni. Va detto che l’esperienza di gioco è fruibile sia in solo, con i nostri compagni guidati dall’IA, oppure si può giocare in co-op con altri amici. La seconda soluzione, inutile sottolinearlo, risulterà quella più divertente, proprio per la necessità di dover cooperare assieme per raggiungere i tanti obiettivi assegnati durante un’operazione.
Di contro però l’IA risulta non sempre performante, con compagni che si muovono per la mappa male o non hanno i giusti riflessi per rispondere all’azione richiesta o al fuoco nemico. Feticci piccoli che comunque non rovinano l’esperienza ludica globale, che come già sottolineato, si presenta forte e compatta, ma gli sviluppatori sono al corrente di queste cose e hanno già annunciato patch correttive e un corposo supporto al titolo nel futuro, magari già introducendo una modalità PvP forse indirizzata alle squadre.
Insomma, che ci sia o meno, Ready or Not è un titolo fruibile sin da ora e chiunque sia un appassionato di co-op tattici, qui troverà una graziosa e deliziosa tazza di tè da cui attingere labbra, cuore e adrenalina.
La recensione in breve
Ready or Not si è rivelata essere una piacevolissima sorpresa, con un titolo forte e solidissimo nella struttura, quanto nella realizzazione e nelle idee che ci sono dietro ogni poligono. Il degno erede della saga SWAT che fa dell'esperienza in co-op il cuore del gioco, ma fruibile anche in solo, seppur peccando con una IA non impeccabile. Una sorpresa davvero piccola, con il cuore che sono i più grandi giochi hanno.
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Voto GamesEvolution