Galassie lontane, pianeti lontani, avventure lontane. Caravan SandWitch è un titolo per molti versi, inedito nel panorama videoludico odierno, riuscendo a mescolare elementi e ingredienti così diversi tra loro, con un risultato finale decisamente imprevedibile, ma estremamente piacevole.
Un pianeta lontano che risulta così accogliente, libero di essere esplorato e guardato in ogni porzione di mappa. Fate il pieno di carburante, partiamo alla scoperta di accattivanti misteri in questa recensione di Caravan SandWitch.
Caravan SandWitch, un mistero stellare
Il nostro protagonista decide di tornare sul pianeta dove ha passato parte della sua giovane vita perché invitato dalla sorella. In realtà l’invito è una richiesta di aiuto, infatti la sorella è scomparsa, dunque l’arrivo sul pianeta e rientrare a contatto con la comunità di Cigalo, sarà motivo per ricordare il passato, ma anche il punto di partenza per una sequela di misteri legati a quel luogo.
La grammatica di gioco di Caravan SandWitch è di quelle tanto semplici, quanto accoglienti come un maglione e una tazza fumante di the alle prime piogge di ottobre, infatti parte dell’esperienza si compone della semplice esplorazione, tanto a piedi, quanto alla guida di un’autovettura dalle fattezze di un classico fuoristrada.
Parlare con gli abitanti del posto, accettare missioni, raccogliere oggetti e – cosa decisamente affascinante – perdersi in vecchie strutture abbandonate, retaggio di un passato che cela sinistri misteri, rendono l’esperienza ludica di Caravan SandWitch decisamente galvanizzante.
Esplorazione massima
Come detto poco sopra, uno degli elementi che portano a rimanere incollati al titolo, è la piccola seppur intrigante, possibilità di esplorazione che si estende nella mappa di gioco, in apertura progressiva con gli eventi di gioco.
Al netto di un classico backtracking che si sviluppa nel momento in cui si accetteranno le missioni secondarie, tutto l’organico delle missioni, andranno a toccare solo una parte della mappa, lasciandoci il resto dell’esplorazione nelle nostre mani. Proprio quando decidiamo di uscire poco più in là della strada principale con il nostro fuoristrada, spengere il motore e avventurarci in quei ruderi lontani, la magia che trasmette il titolo è indescrivibile.
Caravan SandWitch è uno di quei giochi rilassanti, genere che negli ultimi anni, complice anche la vita adulta e tutti gli impegni che si portano inevitabilmente dietro, sto apprezzando molto più di altri generi o titoli di grande fascia.
Relax formato mistero
Non si tratta di avere una sfida energica o muscolare, tanto meno trovarsi davanti un gioco dove spremere le meningi costantemente, bensì un titolo di questo calibro è la glorificazione della semplice immersione ludica in un modo che non conosciamo. Le linee di dialogo sono semplici e dirette, come anche tutte le missioni secondarie, dunque ben vengano gli interessi di pura esplorazione e la celebrazione di essa.
Ancor di più il gioco si arricchisce di piccoli misteri che devono essere “svelati” passo dopo passo nel procedere della missione principale. Niente di così complesso o di difficile decifrazione, ma un semplice bonus, quel +1 insito in un tessuto coerente e preciso nell’esecuzione, che mai nasconde i suoi limiti produttivi, bensì punta a rendere anche la più piccola delle sensazioni, più grande e avvolgente.
Siamo lì, noi e l’esplorazione, il motore del fuoristrada che borbotta, una cascata che nasconde qualcosa dietro il suo specchio d’acqua e un accompagnamento sonoro che – letteralmente – ci fa viaggiare altrove, tanto con la mente che con gli occhi.
La recensione in breve
Caravan SandWitch è un titolo estremamente piacevole, ma anche molto particolare. Un gioco di esplorazione, dedito al relax, lasciando l'azione muscolare consapevolmente a casa, per ricordarci il valore della scoperta, del mistero, di missioni che ci portano alla scoperta di un mondo che ha ancora voglia di raccontare e celare misteri. Un titolo perfetto per tutti i curiosi e che non si fermano al primo cartello di STOP.
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Voto GamesEvolution