In uscita a novembre, God of War Ragnarok proseguirà l’avventura di Kratos e suo figlio Atreus lì dove li avevamo lasciati nel diretto predecessore. Gli eventi dell’opera targata Santa Monica Studio uscita nel 2018 hanno portato lo spartano più famoso dei videogiochi nelle fredde terre del nord. Qui, dopo molte peripezie, padre e figlio hanno affrontato alcune divinità del pantheon norreno, tra cui Baldur. Ed è proprio l’uccisione del figlio di Odino e Freya da parte di Kratos, nelle battute finali del gioco, che dà inizio al Fimbulvetr: il lungo inverno che annuncia l’imminente fine del mondo. Quindi cosa aspettarsi da God of War Ragnarok se non prima di tutto un’atmosfera molto più glaciale rispetto al capitolo precedente? D’altronde dai primi trailer abbiamo potuto notare che l’inverno è già durato abbastanza, tanto che il mondo è in gran parte ricoperto di neve e Atreus è ora un adolescente.
Cercare sé stessi
Possiamo dunque aspettarci un focus particolare della narrazione non soltanto sulla crescita personale del figlio di Atreus, senz’altro più maturo ma anche più irrequieto rispetto al passato, ma anche sull’evoluzione del rapporto di quest’ultimo con Kratos. A tal proposito, gli sviluppatori hanno dichiarato che nel sequel Kratos è sempre più intenzionato a tenere suo figlio al sicuro dall’ira degli Aesir, gli dei norreni, che dopo la morte di Baldur hanno iniziato a dare la caccia ai due. Ovviamente le intenzioni del dio della guerra andranno a scontrarsi con l’irruenza di un Atreus che da un lato vorrà provare il suo valore, e dall’altro si trova ad attraversare un periodo importantissimo sul fronte emotivo com’è quello dell’adolescenza. Gli stessi autori in Santa Monica descrivono Atreus come un ragazzo disperatamente curioso alla ricerca di sé stesso e del suo potenziale.
Non dimentichiamoci che il figlio di Kratos ha scoperto di essere un semidio sul finire di God of War. Come trascurare gli scambi di battute con il padre sui suoi (presunti) poteri? Ecco, in Ragnarok è plausibile ipotizzare che vedremo finalmente in azione il vero potenziale di Atreus, anche se è molto probabile che le capacità del giovane siano ancora molto grezze. Tra l’altro, anche la rivelazione della vera identità di Atreus nel finale del videogioco uscito quattro anni fa spiana la strada a tutta una serie di implicazioni circa il suo ruolo nell’apocalisse. Atreus è infatti Loki: una figura centrale nella mitologia norrena, nella saga del Ragnarok e nel conflitto che consumerà i Nove Regni. I ragazzi di Santa Monica spiegano che padre e figlio dovranno decidere da che parte stare: la strada che imboccheranno deciderà il fato di tutti gli essere viventi.
Una storia di vendetta
Sul versante narrativo, dunque, God of War Ragnarok si preannuncia a dir poco pirotecnico, anche perché a dare la caccia alla coppia di protagonisti troveremo non soltanto Thor, ma anche Freya, quest’ultima assetata di sangue e di vendetta dopo aver visto morire suo figlio dinanzi ai suoi occhi (e aver maledetto Kratos, tra l’altro). Possiamo quindi ipotizzare che Freya sarà un nemico davvero temibile, non soltanto perché è un’esperta guerriera, ma anche per le sue innate capacità magiche. Anche Thor non sarà da meno: d’altronde il più forte degli dei norreni non ha ottenuto questo titolo per caso, e non vediamo l’ora che riversi tutta la sua ira e le sue capacità marziali su Kratos e Atreus. E poi chi non vorrebbe vedere il leggendario Mjollnir in azione?
Non dovrebbero esserci dubbi, poi, sul fronte del gameplay, sebbene possiamo ipotizzare che questo sequel si rivelerà piuttosto conservativo per quanto riguarda le meccaniche di gioco. Santa Monica ha già stravolto la formula della saga in occasione dell’episodio precedente, riscontrando il favore della critica e del pubblico, pertanto non avrebbe senso andare a modificare ulteriormente una ricetta che di fatto funziona estremamente bene. Lo studio californiano ha precisato che tutto il sistema di combattimento si rifarà a quanto visto quattro anni fa, senza però dimenticare di apportare alcune piccole migliorie qua e là. Per esempio, gli sviluppatori hanno spiegato che in God of War Ragnarok potremo contare su un ventaglio di opzioni molto più ampio, tra combo, attacchi elementali e abilità speciali, così da offrire al giocatore molte più scelte circa l’approccio a ogni scontro. In più, le interazioni tra Kratos e Atreus saranno molto più dinamiche, frutto di una migliore intesa tra i due. La maggiore varietà sarà assicurata anche da un assortimento più ampio di nemici provenienti direttamente dalla mitologia nordica: per esempio abbiamo già avuto modo di vedere che sarà possibile affrontare dei centauri, ma non mancheranno creature appartenenti al mondo dei rettili, come i dreki, e altri nemici umanoidi.
Una formula conservativa
In questo caso, quindi, ci aspettiamo che God of War Ragnarok vada e espandere ulteriormente ulteriormente quanto abbiamo avuto modo di apprezzare nel prequel, puntando a scontri che risultino sempre memorabili e pieni d’azione, anche contro i nemici più comuni.
Insomma, le premesse per un altro videogioco di altissimo livello ci sono tutte, anche perché bisogna considerare che God of War Ragnarok andrà a chiudere l’arco narrativo legato alle divinità norrene. Lo stesso Cory Balrog ha spiegato che Santa Monica vuole approfittare di quest’ultimo capitolo per scrivere la parola fine sulla saga in terre nordiche, questo per fornire ai fan una degna conclusione alle vicende ed evitare di allungare inutilmente il brodo. Ciò non significa che Ragnarok segnerà la fine di God of War, attenzione, ma che molto probabilmente in futuro assisteremo a un cambio di ambientazione. Magari un indizio in tal senso sarà presente già nel gioco che vedrà la luce il 9 novembre 2022 su PS5 e PS4. Ci sarà una versione PC per God of War Ragnarok? Chissà. Per il momento non è stata annunciata, ma non è un’eventualità da escludere visto l’impegno da parte di Sony a portare alcuni dei suoi videogiochi di punta anche al di fuori dell’ecosistema PlayStation.