Con Postal 4: No Regerts, Running With Scissors porta su console il quarto capitolo di una delle serie più scorrette, sboccate e violente di sempre. Ma il risultato è tutt’altro che felice.
Quando lo scorso anno Running With Scissors, lo storico sviluppatore della serie Postal, ha lanciato Postal 4: No Regerts su PC presentandolo come ‘il vero sequel’ del controverso (ma celeberrimo, ndR) secondo episodio, i fan più attempati del brand hanno inevitabilmente accolto la notizia con favore.
Del resto, tornare a vestire i panni del Postal Dude, accompagnato dal fedele cane Champ, e a respirare le irriverenti atmosfere delle prime due incarnazioni della saga era una prospettiva piuttosto allettante che, con ogni probabilità, avrebbe potuto cancellare con un vigoroso colpo di spugna il ricordo del tragico Postal 3, sviluppato dal team russo Akella e letteralmente massacrato da critica e pubblico a causa di una realizzazione a dir poco disastrosa.
Di Postal 4 e Postal Dude
Purtroppo, però, l’incubo non sembra avere fine. Nonostante la serie sia tornata nelle mani dei suoi creatori originali, infatti, Postal 4: No Regerts si è presentato all’appuntamento con la propria community in condizioni assolutamente inaccettabili. Se da un lato, quantomeno, tornava a farsi sentire qualche sprazzo dell’umorismo tagliente politicamente scorrettissimo che aveva contraddistinto le opere originali di Running With Scissors, dall’altro ciò che saltava maggiormente all’occhio era una veste grafica arretrata di almeno un decennio nonché una struttura di gameplay a malapena funzionante, piagata da decine e decine di bug capaci di distruggere completamente l’esperienza.
Oggi, a distanza di circa un anno dal lancio originale, Postal 4: No Regerts arriva anche su console PlayStation, sia di corrente che di scorsa generazione. La situazione sarà migliorata, magari grazie alle varie patch e agli aggiornamenti che sono arrivati nel corso degli scorsi mesi su PC? La risposta, ahinoi, non potrebbe essere più negativa.
American Idiot
La trama di Postal 4: No Regerts, per chi ancora non lo sapesse, porta lo sbracato e scurrile Postal Dude in una città inedita, Edensin, una location fittizia ispirata ad alcune zone più desertiche dell’entroterra statunitense, in cerca di nuova fortuna. Una volta giunto sul posto col suo camper, accompagnato come sempre dal cane Champ, il nostro protagonista viene derubato del veicolo e si ritroverà senza un soldo in una realtà che non conosce e dovrà farsi strada tentando di sbarcare il lunario portando a termine lavoretti saltuari in diverse zone della cittadina e tentando di rintracciare chi gli ha sottratto la sua casa su quattro ruote.
Ovviamente, nemmeno a dirlo, si tratta di un intreccio narrativo estremamente basilare che non ha altra funzione se non quella di lanciare il giocatore in situazioni al limite del surreale, permeate da un umorismo che vorrebbe essere acuto e tagliente ma che, molto spesso, finisce per risultare solo volgare, senza portare una visione satirica e intelligente delle storture che caratterizzano la società americana (e non solo).
Intendiamoci, capiamo bene che quella di Postal è sempre stata una serie che faceva del suo essere indecente e spudorata il suo cavallo di battaglia e, per certi versi, siamo anche contenti che Running With Scissors abbia deciso di non moderare i toni per questo quarto capitolo, ma non possiamo nascondere che ci sarebbe piaciuto un utilizzo più brillante di tutte quelle volgarità, invece che vederle lanciate in faccia all’utenza senza una valida motivazione. È un titolo che cerca in tutti i modi di strappare una risata spingendo al massimo sul black humour più becero ma che fallisce tristemente nel tentativo di ironizzare sulla collettività, sulle istituzioni e sulle dinamiche che gestiscono le relazioni umane.
I dialoghi risultano troppo generici e superficiali, privi di qualsivoglia mordente; i personaggi sono semplici macchiette delineate senza alcun tipo di approfondimento; le situazioni in cui ci si ritrova invischiate sono talmente casuali da travalicare qualunque senso dell’umorismo. Si poteva sicuramente fare di più, sotto questo aspetto.
Farsi strada a suon di proiettili non è mai stato così noioso (?)
Le prime, vere note dolenti, tuttavia, arrivano quando si inizia ad analizzare il gameplay della produzione di Running With Scissors, che presenta alcune criticità capaci di spezzare irrimediabilmente l’immersione e, di conseguenza, il divertimento. In buona sostanza, Postal 4: No Regerts è un FPS open world fondamentalmente molto classico. Ci si ritrova a muovere i primi passi nella città di Edensin incontrando NPC, svolgendo missioni e attività secondarie, accettando compiti dai vari comprimari, raccogliendo armi e veicoli e quant’altro: cosa potrebbe andare storto? Beh, tutto.
Le fasi di shooting sono le più imprecise e anticlimatiche a cui abbiamo potuto assistere in tempi recenti: la registrazione dei colpi è assolutamente casuale (ci è capitato di sparare ai nemici al basso ventre e assistere all’esplosione della loro testa, ad esempio), le armi si comportano in modo pressoché identico e non c’è stata la giusta cura nella composizione di un arsenale divertente da usare. Come se non bastasse, la navigazione dei menu risulta macchinosa e per niente intuitiva rendendo anche operazioni basilari come il passaggio da una bocca da fuoco alla successiva una vera impresa.
A metterci il carico da undici ci pensa l’IA, programmata in modo che definiremmo imperscrutabile: durante le nostre prove ci è capitato di incontrare gruppi di nemici distanti pochi centimetri tra loro che non reagivano alle aggressioni perpetrate nei confronti dei loro compagni; avversari che si disinteressavano improvvisamente dei conflitti a fuoco in cui erano coinvolti in prima persona o, ancora, personaggi che non si accorgevano della nostra presenza nemmeno passandogli davanti. Un vero disastro.
E poi c’è l’open world, tra i più vuoti, superflui e blandi open world che siano mai apparsi su PC e console. La sensazione che si avverte, fin dalle prime battute, è quella di trovarsi in una città finta i cui abitanti sembrano quasi degli attori che vagano senza meta, impegnati in routine ripetitive e insensate. Vorremmo poter dire che si tratta di una brillante caricatura della spaventosa frenesia che contraddistingue la società civile moderna ma la verità è molto meno poetica: si tratta di un gioco portato sugli scaffali senza la cura che ci si aspetterebbe da un prodotto che esce nel 2023.
La ciliegina sulla proverbiale torta? I tempi di caricamento. Nonostante abbiamo giocato a Postal 4: No Regerts su PS5, installandolo sul suo blasonato SSD iper-veloce, il gioco di Running With Scissors si incastra in schermate di caricamento infinite letteralmente ogni cento metri percorsi, costringendo l’utente ad attendere svariati secondi anche solo per caricare una nuova zona da esplorare. Semplicemente inspiegabile.
Se a tutto questo si aggiungono i già citati menu difficilissimi da navigare (o anche solo da comprendere, ndR), capirete facilmente perché non possiamo consigliare l’esperienza proposta da Postal 4: No Regerts anche ai più appassionati fan del brand.
Tecnicamente parlando
Le condizioni infauste in cui Postal 4 si è presentato all’appuntamento con il suo pubblico si riflettono, ovviamente, anche nella realizzazione tecnica. Nemmeno l’impiego dell’Unreal Engine 4, il motore grafico alla base della stragrande maggioranza dei più blasonati titoli che l’industria abbia da offrire, non riesce a risollevare una situazione tanto catastrofica. I modelli poligonali dei personaggi appaiono gravemente insufficienti, le animazioni sono terribilmente legnose e anche l’effettistica generale sembra uscita direttamente da un gioco (di seconda fascia) per console a 16bit. Sappiamo che è come sparare sulla Croce Rossa ma non c’è veramente nulla che si possa salvare, purtroppo.
La recensione in breve
Al netto dell'innegabile fascino che aleggia attorno al ritorno di una serie dibattuta, irriverente e scorretta come quella di Postal nelle mani dei suoi creatori originali, Postal 4: No Regerts è, senza mezzi termini, un gioco insufficiente sotto ogni punto di vista. Il gameplay è poco curato e piagato da una terribile sequenza di bug, il comparto tecnico si presenta arretrato in modo quasi difficile da spiegare e, addirittura, anche il senso dell'umorismo nero che da sempre caratterizzava la serie sembra aver perso affilatura. Insomma, si tratta di un prodotto stantio e poco interessante, ben lontano da ciò che ci si aspetterebbe dagli standard moderni. Un vero peccato.
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Voto GamesEvolution