Siamo sull’onda del successo per una delle serie videoludiche più amate di sempre. Fan di vecchia data, nuovi fan e tanti volti si affacciano per la prima volta ad un mondo, scritto appositamente per il piccolo schermo. Tanti “volti” nuovi, tante aggiunte ma anche rimandi a quello che è stato uno dei videogiochi più influenti degli ultimi 10 anni. Un titolo che è entrato nelle memorie di milioni di videogiocatori, raccontando la verità cruda di un mondo in rovina, con i suoi personaggi simili a noi, ma anche tanto distanti da quello che possiamo mai pensare di essere. The Last of Us non è soltanto un mero interesse ludico, nella sua seconda parte prende quasi la forma di un film, i cui momenti di gameplay non sono altro che una scusa per arrivare alla prossima cutscene e capire come le vite di tutti i personaggi si incastrino alla perfezione.
Stiamo forse assistendo per la prima volta di un prodotto crossmediale capace di fare bene in tutte le sue forme. I personaggi sembrano essere adatti al loro ruolo, le atmosfere sono quelle del nostro caro amato primo capitolo. Le aggiunte? Sono piccole, ma ben congeniate per quello che può essere considerato un world building da serie tv. Aldilà di tutto, non siamo qui per parlare approfonditamente della serie TV di The Last of Us, per quello ci sarà tempo. Oggi parleremo di volti, di storie e di polvere da sparo. Il mondo di Joel è stato distrutto, ed è cambiato. Quali sono le sue domande? E soprattutto dove ha trovato le risposte? I personaggi della serie subiscono mutamenti, cambiamenti fisici e mentali, ma per quale motivo? Sono vittime del mondo in cui vivono o hanno ormai coscienza che nulla cambierà più e quindi adattarsi a questo “nuovo mondo” è più semplice di provarlo a cambiare?
Le luci delle città
Sono storie di cuore quelle che vengono raccontate nel mondo di The Last of Us, cos’è giusto cos’è sbagliato, non ha più importanza per molti. L’unico vero motore delle persone è ormai la sopravvivenza. Sia essa personale o delle persone a cui vogliono bene. In fin dei conti, quante volte vi siete posti la domanda, “A chi, o cosa sto dando la caccia?”. Pensate soprattutto alle prime parti del primo capitolo, siamo delle schegge impazzite immerse in qualcosa più grande di noi. Ci troviamo accompagnati da una ragazzina che troviamo solo un peso, perché Joel ha perso la voglia di provare sentimenti. L’unico sentimento che riconosce in se stesso è rabbia.
A volte essa è mista con rancore e con risentimento. La sopravvivenza e il mettersi in pericolo diventano la sua adrenalina quotidiana, ed è per questo che senza pensarci due volte, forse, decide di fare quel lungo viaggio. Non siamo come lui, eppure proviamo qualcosa di diverso nel corso del gioco, ci affezioniamo a due personaggi che imparano di nuovo cosa vuol dire “amare” in tutte le sue forme. Sono due forme di lutto diverse quelle di Ellie e Joel. Eppure le loro vite sembrano intrecciate da un destino che sembra più grande di qualsiasi altra cosa.
Quando è stata infatti la prima volta che vi siete ritrovati in una scelta di Joel o di Ellie, o di qualsiasi altro personaggio delle serie. Quante volte avete detto “Forse qui hai sbagliato”. Ed è proprio questo momento in cui capiamo che quello che stiamo giocando non è un titolo che vuole farci sembrare degli eroi. Spezziamo delle vite senza chiederci il perché, avendo in testa solo il nostro obiettivo. Abbiamo in mente che tutti quelli che ci vogliono ostacolare, in qualche modo lo fanno per un determinato motivo ben lontano dai nostri interessi. Invece forse, lo fanno per sopravvivere, cosi come noi sopravviviamo in questo mondo cosi decadente.
Noi siamo persone, e cosi anche gli altri. Cosi come noi affrontiamo i nostri lutti, cosi lo fanno anche gli altri. Cosa ci distingue da loro, se non la nostra forza di volontà. C’è chi in quel mondo ormai grigio e senza speranza l’ha persa, c’è chi invece si da forza avvolto da chi ama, e c’è chi invece quelle persone le ha perse. E cosi che i viaggi, le vendette e le paure ci corrodono l’anima e ci fanno compiere azioni di cui non pensavamo nemmeno essere in grado. Se ci pensate, la serie di The Last of US, composta per il momento da due parti, racconta due viaggi, che sembrano cosi diversi, ma in realtà sono molto simili. Il primo è una storia di riscoperta, il secondo è una storia di vendette e di rinascita. Eppure alla fine si riscopre l’importanza della vita dell’essere umano.
Riscoprire di quanto sia importante non ripetere gli stessi errori, e non permettere a nessuno di compiere più gesti estremi. Come un serpente che si morde la cosa, a cui diciamo basta. Una scintilla di vita, all’interno di una mente annebbiata. Scossa da un irrefrenabile istinto di amore e di benevolenza. Da un lato un gesto estremo che influenzerà le vita di tante persone, dall’altro un gesto di benevolenza e di perdono non verso gli altri, ma verso se stessi.
Ellie e il suo bozzolo
Abbiamo imparato tanto ad amare una coppia cosi tanto eterogenea come quella di Ellie e Joel. Li abbiamo visti crescere insieme e riscoprire il piacere di avere qualcuno per cui lottare. Non sempre d’accordo sulle scelte da prendere per la propria vita, ma è cosi che si racconta una storia. Perché la vita ci mette davanti a delle scelte, che siano ardue da prendere, che ci facciano male o che infine siano delle gentili carezze. Ellie è cosi, un bozzolo avvolto dal suo mondo fatto di cattiverie e uomini che la cercano per la sua “particolarità”.
Lei si protegge, indossando una maschera che la rende più forte, un eroina agli occhi degli altri ma che la spegne piano piano, portandola a diventare poi un ombra. La riscoperta verso Joel rappresenta invece il raggio di sole della crisalide, una persona che le finalmente le insegna la vita, le cose di tutti i giorni e che le dice com’era quel mondo, prima che tutto diventasse ricoperto di polvere. Con lui apprende la sopravvivenza e la ricerca di qualcosa di più grande della sopravvivenza personale.
Si prende cura di lui quando ne ha più bisogno, scappa quando litigano, ma poi torna sempre nel luogo in cui si sente al sicuro. Aldilà delle macerie del mondo che è stato c’è sicuramente un futuro più radioso, ma che una bugia “per il suo bene” distrugge. Avreste fatto la stessa scelta? In quella situazione avreste davvero lasciato una bambina da sola, con la speranza che il mondo potesse riprendere a vivere? Oppure avreste pensato a voi stessi? I personaggi sono cosi umani che ognuno di noi può immedesimarsi in ognuno di loro e cercare di capire quali sono gli impulsi che li governano e che li fanno andare avanti.
Consapevolezza
Se però c’è una cosa che accomuna tutti, è la crescita e il cambiamento. La consapevolezza di se stessi e del mondo che li circonda fa vivere emozioni diverse a tutte i personaggi, eppure ognuno di essi sembra unito da un filo. Le vite si intrecciano, si scontrano e poi…separazione. La morte, la vita e l’evoluzione sono concetti che assumono un nuovo significato all’interno del mondo di The Last of Us. Il tempo è un concetto diverso e assume un altro sapore. Quanto ancora a lungo vivremo? La paura di morire da un momento all’altro, il terrore di compiere un passo falso o di incappare in qualcuno che vuole la nostra testa solo per il puro gusto di farlo. Quel mondo non è più fatto per persone “dolci”.
Tutti hanno perso quel tratto per far spazio ad una corazza, che nasconde le proprie debolezze. Quando si perde il filo, allora ci si lascia inghiottire dalla rabbia, dalla disperazione e dal rimorso. E’ questo che muove Ellie, è questo che muove Abby ed è questo che muove tutti gli uomini pronti ad uccidere. Per la loro verità e la loro vendetta. Siamo tutti essere umani fragili, abbiamo tutti le nostre catene che ci tengono fermi e al nostro posto. Ma quando vengono sciolte, cosa diventiamo? Cosa ci accadrebbe se tutto ad un tratto le nostre vite venissero sconvolte fino a tal punto? Sono domande che forse non avranno mai risposte. Intanto quel mondo coperto di polvere, con persone che sanno di polvere da sparo, continua ad esistere in più forme.
Noi non possiamo far altro che continuare a ricordare e a fare nostro qualche insegnamento. Quello che è stato non possiamo cambiarlo. Possiamo soltanto cambiare quello che vogliamo adesso, prendere consapevolezza di noi stessi e agire. Cambiare per stare meglio e per sapere che dall’altra parte c’è qualcuno che aspetta solo noi.