Quando si scrive o si consulta una classifica videoludica è importante avere ben chiaro di cosa si è alla ricerca (in questo caso, di una top 5 della saga di Assassin’s Creed, immagino).
Partendo dal presupposto che (quasi) ogni tipologia di classifica dovrebbe fungere da scusa per discutere e approfondire un titolo o un argomento, ritengo che in tali contesti sia la soggettività a dover fare da padrona, non solo perché altrimenti rischieremmo di trovarci davanti a centinaia di classifiche tutte uguali, ma anche e soprattutto perché quando si analizzano giochi del passato il “fattore nostalgia”, nel bene o nel male, è sempre presente, incarnato nelle conseguenze derivanti dal mood con il quale si affrontò l’esperienza in quella determinata fase della propria vita.
Questo principio vale per ogni media, specialmente per quello videoludico e in particolare quando si chiama in causa una saga come quella di Assassin’s Creed la quale, al netto di alcuni elementi oggettivi presenti in ogni capitolo(un comparto tecnico e una colonna sonora di ottimo livello, un’intelligenza artificiale non sempre all’altezza delle aspettative e una difficoltà spesso troppo tendente verso il basso), in base ai gusti e alle preferenze del singolo videogiocatore e al già citato fattore nostalgia, può essere descritta come un capolavoro o come una delusione a seconda della pubblicazione di riferimento.
Leggere attentamente le istruzioni prima dell’uso
Prima di passare alla top 5 vera e propria, alcune premesse: Assassin’s Creed è una saga ormai decennale, sviluppata da Ubisoft, nata nel 2007 e composta da ben 12 capitoli (senza contare i numerosi spin-off, quasi tutti per console portatili o smartphone), oltre al recentissimo Mirage (che, per ovvi motivi, non verrà preso in considerazione).
Come già accennato, ci troviamo di fronte ad un franchise il quale mette spesso in disaccordo gli appassionati, sotto molti punti di vista: in base alle proprie preferenze videoludiche (e non solo) risulterà infatti del tutto legittimo amare alla follia un capitolo generalmente disprezzato o viceversa.
Ogni Assassin’s Creed ha i suoi tratti distintivi, i propri punti di forza e le proprie debolezze: struttura dei combattimenti, tipo di parkour, immersione dell’ambientazione, efficacia dell’atmosfera, varietà delle attività, longevità, sviluppo della trama “orizzontale” (quella ambientata ai giorni nostri e che vede inizialmente Desmond Miles e la Abstergo come protagonisti) e “verticale” (le storie di ogni singolo assassino), capacità di innovazione rispetto al capitolo precedente, alla saga o al media in generale…
Insomma, ce n’è per tutti, e nei prossimi paragrafi speriamo di riuscire a giustificare le motivazioni soggettive che hanno portato al piazzamento in questione, tenendo in considerazione tutti questi fattori.
5. Assassin’s Creed III
Se in questa sede viene considerato come “l’ultimo tra i migliori”, Assassin’s Creed III rappresentò per molti appassionati l’ultimo capitolo della saga meritevole di portare tale nome.
Oltre alla conclusione della storia di Desmond Miles, Assassin’s Creed III può infatti essere descritto nella struttura videoludica e nello stile narrativo come l’ultimo titolo del franchise appartenente alla “vecchia guardia”, nonostante l’introduzione di alcune novità che diventeranno importantissime per la saga, come il gameplay navale.
Accompagnato da un hype pazzesco derivante da una campagna marketing potentissima e dall’annuncio di un’ambientazione dal grandissimo potenziale per quel che riguarda il mondo degli assassini e le possibilità di gameplay, ossia quella della Rivoluzione Americana, Assassin’s Creed III non riuscì a liberarsi dei limiti presenti anche nei suoi predecessori, ma grazie ad un parkour “naturale” funzionale e soddisfacente e ad un’ambientazione efficace ed immersiva, l’avventura di Connor Kenway rappresenta il cuore pulsante di un ottimo videogioco che, perfezionando e riproponendo, ma senza rivoluzionare, può essere considerato come uno dei migliori capitoli della saga.
4. Assassin’s Creed: Origins
Ricordo perfettamente le discussioni, i litigi e la conseguente frattura che Assassin’s Creed: Origins generò tra gli appassionati della saga; attuando una vera e propria rivoluzione narrativa, stilistica e di gameplay e proponendo un cambio di genere per il franchise, Origins è probabilmente il titolo accolto con la maggior varietà di opinioni e giudizi.
Oltre ad introdurre un vero e proprio open world ed un accenno di RPG, Origins rese il parkour (e quindi il platforming), che da sempre aveva rappresentato una delle componenti più importanti di Assassin’s Creed, secondario, così come accadde per la trama verticale (a differenza di quella legata alla lore e al passato di quell’universo).
Proponendo molte piu attività e possibilità di approccio e di scelta rispetto al passato, Origins si rivelò essere un ottimo titolo (anche se, per alcni, non un ottimo Assassin’s Creed), sotto quasi tutti i punti di vista, senza però eccellere in alcuno…
Ad ogni modo, nonostante l’ambientazione dell’Antico Egitto non abbia mai attirato particolarmente la mia attenzione, la realizzazione incredibilmente immersiva e dettagliata attuata da Ubisoft non può che essere definita efficace.
3. Ex aequo: Odissey/Valhalla
Sulla posizione più bassa del podio si piazza non uno, ma ben due Assassin’s Creed e, nonostante ciò, c’è paradossalmente poco da approfondire.
Con Odissey, Ubisoft si concentra sugli elementi introdotti, anche se solo lievemente, in Origins: il mondo di gioco e le attività in esso contenute diventano enormi, la componente ruolistica, anche se comunque leggera, porta ad una serie di scelte e conseguenze inedite per la saga, mentre il combattimento si libera definitivamente di alcune caratteristiche classiche del passato per abbracciare una struttura ed uno stile meno originale ma più convincente e adatto al contesto.
L’ambientazione, in base ai gusti personali del videogiocatore, può piacere o lasciare tiepidi, ma la sua realizzazione è oggettivamente incredibile, incentivando l’esplorazione di un’Antica Grecia viva e immersiva, anche grazie al ritorno del gameplay navale.
Per quel che riguarda Valhalla, la struttura generale è molto simile a quella di Odissey, con diversi parallelismi per quel che riguarda il combattimento (da segnalare l’introduzione della stamina), l’esplorazione e la narrazione… ciononostante, l’equilibrio dell’esperienza sembra aver fatto un passo indietro (in favore di una soggettiva preferenza per l’ambientazione), con diverse incertezze per quel che riguarda i combattimenti su larga scala ed una lunga e attesa necessaria prima che il titolo spicchi davvero il volo.
Sia Odissey che Valhalla portano quindi avanti quel già citato percorso di innovazione, migliorando la formula sotto più punti di vista e continuando a far discutere il pubblico e a scatenare litigi tra puristi, curiosi e neofiti.
2. Assassin’s Creed II
Mettiamo subito le cose in chiaro: da un punto di vista oggettivo, Assassin’s Creed II meriterebbe la prima posizione di questa classifica, e sono sicuro che per molti videogiocatori la meriterebbe non solo nel contesto della saga, ma in quello videoludico in generale.
Con questo secondo capitolo Ubisoft non si limitò a migliorare ogni singolo aspetto della sua opera, ma diede inizio alla storia di Ezio Auditore, uno dei protagonisti più iconici del nostro media…
Per quel che riguarda il titolo in sé, lo stacco con il primo Assassin’s Creed è netto: un comparto tecnico di altissimo livello, una trama orizzontale e verticale coinvolgente, un combat system evoluto, un miglioramento dell’intelligenza artificiale (probabilmente l’unico davvero meritevole di menzione in tutto il franchise), una serie di attività secondarie funzionali, una colonna sonora indimenticabile e, forse, la miglior ambientazione di tutta la saga.
Lo sviluppo del personaggio di Ezio (che proseguirà in Brotherhood e Revelations, il primo assente da questa classifica proprio “a causa” della presenza del suo precedessore, il secondo per motivi “affettivi”) convince ed emoziona il videogiocatore e, anche per questo, non si fatica a considerare Assassin’s Creed II come uno dei migliori videogiochi di sempre, o per lo meno come uno dei più importanti.
1. Assassin’s Creed IV: Black Flag
Giunti al termine di questa clasifica appare evidente che le premesse introdotte in apertura e la seconda posizione di questa top stavano preparando il terreno per una medaglia d’oro ad Assassin’s Creed IV: Black Flag.
Nonostante sia generalmente considerato come un ottimo videogioco, comprendo perfettamente che un videogiocatore non appassionato o particolarmente interessato alla storia e all’ambientazione piratesca possa non apprezzare il “quarto” capitolo della saga di Ubisoft, soprattutto considerando che si tratta del primo esente dalla presenza di Desmond Miles (con tutte le conseguenze del caso) e soprattutto considerando che si tratta di un’opera che fa dell’atmosfera e del gameplay legato alle tematiche derivanti dal setting (come ad esempio i combattimenti navali e l’esplorazione sottomarina) il cuore pulsante dell’esperienza.
Proprio per questo azzardo da arma a doppio taglio (e, ovviamente, per gusti personali), non ho avuto dubbi riguardo l’ordine in cui inserire i vari Assassin’s Creed in questa top 5: la storia di Edward Kenway, e in particolare il rapporto con i suoi compagni (tutti adattati egregiamente, sia dal punto di vista storico che videoludico), è riuscita ad emozionarmi come non accadeva da tempo e ancora oggi, a distanza di anni, mi capita spesso di ritornare con la mente al tema del menù principale, per non parlare della marea di brani a tema piratesco presenti nella mia playlist proprio a causa dell’importanza della componente musicale in questo titolo.
Se quindi da un punto di vista oggettivo e videoludico non nego che ACII meriterebbe il primo posto, tradirei la mia anima negandola a Black Flag che, anche se non esente da difetti, è riuscito a far breccia nel mio cuore e ad entrare di diritto nella lista di quelle opere indimenticabili che mi hanno, in qualche modo, cambiato.