Le urla dello stadio tra orchi, elfi, umani e nani appassionati del Blood Bowl mancavano da tempo ai veri fan del videogioco e dell’omonimo gioco da tavolo. Gli anni del secondo capitolo uscito nel 2015, sviluppato sempre da Cyanide, si stavano facendo ormai sentire, nella grafica e nelle regole oramai datate. Nel 2020, infatti, è uscito sul mercato internazionale Blood Bowl: Second Season Edition, ultima iterazione del progetto tabletop firmato Games Workshop dai connotati sensibilmente più moderni.
Finalmente l’attesa è terminata e anche i giocatori digitali possono ritornare a vivere il brutale, folle, letale sport fantasy nel mondo di Warhammer. Indossiamo i tacchetti, allacciamo il casco e prepariamoci a infilare pugnali nella schiena degli orchi, con la recensione di Blood Bowl 3.
La tanto necessaria rinnovazione
L’intramontabile premessa del gioco da tavolo nato nel 1986 per mano di Jervis Johnson non è mai cambiata: addio football americano e addio guerre, nel Vecchio Mondo i conflitti si risolvono nello spettacolare scontro sul campo da gioco. Non pensate che non avvengano omicidi, che non ci siano sotterfugi o persino interventi divini capaci di decidere le sorti di una partita. Con molta violenza e poche regole – comunque non assenti -, l’unico scopo del Blood Bowl è offrire spettacolo agli spettatori di qualsiasi razza.
Il Blood Bowl resta senza pietà ma non senza cervello nella terza versione, basata sul già anticipato regolamento della Second Season Edition. Spolverato il vecchio manuale, la community lo ha aggiustato per proporre ai giocatori old-school e alle nuove leve una soluzione moderna, accessibile e perfezionata in toto, con nuove abilità e meccaniche di passaggio rivedute e corrette. Cyanide Studio ha dunque ripreso questo punto di partenza, raccolto il feedback dei fan e deciso di agire per rendere Blood Bowl III il più corrispondente possibile alla controparte da tavolo.
A dichiararlo è stato lo stesso project manager Gautier Brésard: “L’obiettivo di Blood Bowl III, fin dall’inizio, come discusso anche con Games Workshop, è quello di essere l’adattamento ufficiale più fedele. Quindi, la prima priorità è essere fedeli al gioco da tavolo. A volte non è possibile, quindi dobbiamo scendere a compromessi. Ma non stiamo cercando di riequilibrare Blood Bowl: questo è il territorio di Games Workshop. Possiamo dare loro un feedback sulla base dei dati che raccogliamo”. Ci sono riusciti?
Zuppa di sangue e Skaven
Blood Bowl III si presenta al giocatore suddiviso in Modalità Online e Modalità Offline, un’importante distinzione che illustreremo in seguito. La base è comune: il giocatore viene introdotto alle regole fondamentali con tre scenari ben distinti, nel modo migliore possibile per i neofiti; i veterani, al contempo, potranno fare un rapido ripasso e scoprire le modifiche chiave al manuale ufficiale. Le più importanti riguardano il passaggio; la possibilità di saltare avversari a terra, proni o storditi; e di tirare nuovamente i dadi dopo un lancio sfavorevole. Terminato il tutorial abbiamo carta bianca: possiamo scegliere tra amichevoli contro l’intelligenza artificiale, contro un altro giocatore sullo stesso dispositivo, oppure avviarci direttamente nella campagna di Blood Bowl III.
In quest’ultima dovremo guidare una nuova squadra tra più tornei su campi tematici, affrontando i nostri antagonisti in scontri all’ultimo sangue, gestendo la nostra compagine sotto ogni punto di vista: dopo la generazione del team predefinito, dovremo assumere cheerleader e assistenti allenatori per migliorare alcuni tiri di dado, ma anche ingaggiare nuovi giocatori per ottenere riserve o altri titolari più in gamba. Inoltre, possiamo personalizzare stemma, motto e nome della squadra, cambiare i colori (le opzioni a disposizione sono numerose) o anche l’aspetto di dadi e cheerleader.
Le squadre a disposizione inizialmente sono dodici, dai più versatili e tradizionali umani agli agili e fetenti Skaven, passando per orchi, nani ed elfi. Ciascuna di esse ha i suoi vantaggi e svantaggi; ergo, Blood Bowl III è profondamente asimmetrico. Il cuore pulsante del gioco è allora il calcolo del rapporto tra rischio e rendimento, valutando lo stile di gioco che si vuole adottare: per schivare i bloccatori e raggiungere la meta rapidamente serviranno gli Skaven, mentre i nerboruti nani si muovono lentamente ma travolgono gli avversari con i loro pugni.
Infine, lo sponsor scelto per la nostra squadra ci permetterà di accedere a incentivi importanti come cure per giocatori infortunati e la ripetizione dei tiri di dado per salvarci dalle situazioni più ostiche.
Veloce, tattico, bestiale
Una volta scesi sul campo da gioco inizia lo show. Ogni singola azione da noi richiesta ai giocatori attiverà un tiro di dado: raccogliere l’ovale, schivare le zone di placcaggio, scontrarsi con i rivali, o anche corrompere l’arbitro. A seconda delle abilità dei nostri lottatori, e della vicinanza di alleati o nemici, le possibilità di successo muteranno. Si sbaglia un tiro? Inizia il turno dell’avversario. Un match si svolge in sedici round totali, suddivisi in due tempi, e può richiedere massimo 20-30 minuti contro l’IA.
Il gameplay è soddisfacente e ci costringe a meditare a lungo per valutare al meglio i rischi legati a un reroll o a un’azione specifica. Blood Bowl III richiede prudenza, calcolo, e molta pazienza: i dadi non perdonano e le partite, da frenetiche e sanguinolente, possono diventare frustranti in men che non si dica. Fortunatamente, ciò non rovina l’esperienza; anzi, la migliora aumentando il grado di sfida. Superare ostacoli tattici come infortuni ed espulsioni, o lo svantaggio dato dall’inferiorità naturale della squadra è davvero esaltante.
La comprensione delle meccaniche non è immediata, data l’elevata quantità di simboli legati ad abilità passive e attive, ma basta passarci sopra con il cursore per visualizzare la descrizione. Lo stesso vale per tutte le informazioni date dall’interfaccia utente, che tuttavia può confonderci nei momenti più caotici. Tutto sommato, il campo da gioco resta leggibile e navigare tra statistiche e tiri di dado dopo appena due ore di gioco diventa sufficientemente intuitivo.
Dubbi sul futuro…
Dal canto nostro, i disguidi si sono fatti notare nel passaggio da offline e online: se nella prima modalità possiamo allenarci e scoprire il nostro team preferito, nella seconda i punti di domanda sono differenti. Sebbene Blood Bowl III sia fondamentalmente un gioco indiscutibilmente spassoso e, nella sua brutalità, delizioso, presenta alcuni problemi tecnici da non sottovalutare.
Le Modalità Online e Offline sono identiche ma completamente separate: ciò significa che le partite giocabili, campagna contro IA compresa, sono le medesime, ma le squadre sono a sé stanti. Questo espediente rende naturale la creazione di una squadra unica online affinché possa raggiungere livelli elevati ancor prima di sfidare un giocatore umano. Tuttavia, anche le partite contro il computer risultano connesse alla rete, e i server non si sono mostrati così performanti durante il periodo di prova: basta un timeout del server di gioco per costringerci a ricominciare l’intera partita a causa della desincronizzazione, bloccandoci in un fastidioso loop.
In aggiunta, è il sistema Online a perplimerci: Blood Bowl III opera secondo Stagioni della durata di tre mesi, con una graduatoria globale, dopo i quali viene introdotta una nuova fazione e si aggiorna il Blood Pass – in due versioni gratis e a pagamento, contenente solo elementi di personalizzazione estetica. Come nella Modalità Offline, con touchdown e KO i nostri campioni guadagneranno punti esperienza necessari per sbloccare abilità passive aggiuntive. Le squadre di base più potenti, pertanto, possono diventare una forza inarrestabile nei campionati persistenti con giocatori reali, negando così ai team più deboli e ai novellini qualunque opportunità di migliorare, potenzialmente rovinando l’esperienza per centinaia di giocatori che, infine, potrebbero limitarsi a seguire il meta.
Cyanide Studio ha già ribadito che lavorerà per perfezionare il sistema dopo il lancio di Blood Bowl III, ma sarà davvero possibile bilanciare il videogioco mantenendolo comunque fedele al regolamento tabletop ufficiale?
…ma un presente molto promettente
Al netto dei server poco affidabili, per i quali si spera in una soluzione rapida, Blood Bowl III soddisfa lato performance su PC. Le idee alla base dell’entusiasmante sport dell’universo di Warhammer si manifestano deliziosamente nella controparte digitale del gioco da tavolo, rendendo ancor più allettante la prospettiva di acquistare quest’ultimo. Considerato il lancio del 23 febbraio su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X|S, oltre che su Nintendo Switch in un secondo momento, è probabile che molti novizi cederanno a tale tentazione.
Il presente di Blood Bowl III è parecchio promettente, e non vediamo l’ora di scoprire il suo futuro.
La recensione in breve
Blood Bowl 3 è meraviglioso da vedere ed esilarante nella sua violenza. Chi ha provato il capitolo precedente o il gioco da tavolo, nelle regole ufficiali di Blood Bowl: Second Season Edition, si sentirà a casa. Il gameplay è facile da apprendere ma difficile da padroneggiare, complice l’asimmetria tra le varie squadre, e dà vita a sfide veramente ardue da superare. Suscita qualche dubbio il corretto funzionamento della separazione tra modalità offline e online, vittima delle performance dei server; sarà il lancio del gioco a determinare se questo resterà un problema effettivo o se verrà risolto.
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Voto GamesEvolution