Call of Duty: Modern Warfare II sta per arrivare. Dopo il reboot di successo del 2019, il 28 ottobre 2022 Infinity Ward e Activision mostreranno come proseguirà la storia di Captain Price. I giocatori più affezionati al franchise e, diciamolo, ormai di “vecchia data” ritorneranno però indubbiamente a 13 anni fa, quando il sequel di COD 4 prese vita. Quello che inizialmente venne chiamato dai fan Call of Duty 6, del resto, fa già parte della storia degli FPS.
Ripercorriamo allora il modo in cui Call of Duty: Modern Warfare 2 ha segnato un’intera generazione, rivedendo ciò che è stato per giocatori e content creator in quelli che i nostalgici potrebbero definire “gli anni d’oro” degli FPS e di YouTube.
Quando Call of Duty divenne cinema
Il peso che Call of Duty: Modern Warfare 2 aveva sulle spalle dopo un capitolo ammirato da critici e giocatori non era indifferente. Qualcuno lo ha definito “senza precedenti” per il livello di immersione e intensità della campagna. Altri hanno lodato il multiplayer ritenendolo il rivale numero uno di Halo 3. In poco tempo Call of Duty 4 è diventato un instant classic, un titolo che ha rasentato la perfezione del genere FPS. Chiedere a Infinity Ward di superarsi era una grande pretesa ma, due anni dopo, l’ha fatto davvero.
Il sesto capitolo del franchise ha avvicinato quest’ultimo al cinema più di qualunque altro Call of Duty al tempo, nonostante un eccellente World at War lanciato nel 2008. Con la mente ancora nella Stalingrado di Reznov e Petrenko, nel 2009 i giocatori hanno conosciuto Roach, visto Soap e Price con occhi differenti, ammirato e amato Ghost come un fratello, imparato i valori della fedeltà e scoperto i rischi del mondo militare.
La continuazione delle vicende precedenti avviene con non pochi colpi di scena, momenti frenetici assicurati da controverse avventure moscovite e momenti letteralmente spaziali. Ogni passo e proiettile sparato ci ha immersi sempre più in una storia che non avremmo mai pensato potesse finire così, in vista di un terzo capitolo meno sconvolgente per diversi aspetti ma comunque ben concepito. Tredici anni dopo le sensazioni rimangono le stesse. Si affrontano ancora gli ultranazionalisti guidati prima da Imran Zakhaev e poi da Vladimir Makarov con rabbia e adrenalina. Si rimane a bocca aperta quando Allen sente le parole “Ricordatevi: niente russo”. E come dimenticare, soprattutto, le lacrime incapaci di spegnere le fiamme georgiane.
Elencare tutti i momenti più struggenti, controversi, raccapriccianti e da batticuore che hanno reso Modern Warfare 2 un classico nella storia degli FPS richiederebbe circa 6 ore e 44 minuti, ovvero un gameplay completo. Ancora oggi, complice il lancio di una versione rimasterizzata della campagna nel 2020, le ultime generazioni possono scoprire cosa ha segnato gli amanti degli sparatutto nel primo decennio dei Duemila, vivere le stesse emozioni e ammirare l’impegno di Infinity Ward nel rendere Call of Duty un vero e proprio film, grazie anche al coinvolgimento di Hans Zimmer nella composizione della colonna sonora firmata Lorne Balfe.
Un multigiocatore iconico
Il multigiocatore è il secondo tassello che ha scolpito Call of Duty: Modern Warfare 2 nella storia del genere. L’era dei meme MLG e delle compilation di trickshot è nata con MW2. Le memorie dei pomeriggi passati con la Xbox 360 a tentare un “360 noscope” nascono lì. Un’intera generazione di content creator ha origine da questo capitolo, anche in Italia. Melagoodo, TheFaceGame, Blur, Just RoHn e Dread. Questi sono solo alcuni dei nomi del Belpaese diventati icone di YouTube con Call of Duty.
Le mappe di MW2 sono ancora oggi icone dei First Person Shooter, Rust su tutte. L’arena desertica con il passare degli anni è diventata sinonimo della parola “sfida” su Internet. Terminal è annoverata tra le mappe più bilanciate e versatili di sempre. Highrise è l’emblema delle compilation di trickshot assieme alla claustrofobica Favela e alla intensa Quarry. Per non parlare di Crash, Storm, Strike e Vacant, presenti anche su COD4.
La Tactical Nuke ha visto il suo debutto sui Call of Duty proprio con Modern Warfare 2. Lo stesso vale per il gulag che oggi invita i giocatori di Warzone a dare del proprio meglio. A ciò si aggiunge l’elevazione della scena competitiva, del mondo esport. Se COD4 è distinguibile per i connotati più hardcore ed è celebrato specialmente in Europa, tra Belgio, Olanda e Inghilterra. Modern Warfare 2 è il titolo con il multiplayer più incontenibile e accessibile, incapace di portare gli stessi montepremi sul palcoscenico di Major League Gaming e Dreamhack ma in grado di portare all’eccellenza leggende come Nadeshot, Clayster, Vengeance e MerK. Con MW2 e poi MW3 sono esplose organizzazioni come OpTic Gaming e FaZe Clan, che ancora oggi ringraziano il boom delle clip su YouTube e i milioni di dollari di montepremi messi a disposizione tra 2009 e 2012.
Call of Duty: Modern Warfare 2 non verrà dimenticato
Il futuro di Call of Duty in casa Infinity Ward è oramai definito dal reboot di una saga iconica. Con il potenziale abbandono della cadenza annuale per la saga pubblicata da Activision, probabilmente vedremo sempre meno progetti uscire dalla sua fucina. Il passato recente e il presente della serie sparatutto sono stati definiti da un gameplay più immediato, dal trend del Battle Royale e da un distanziamento da una narrazione coinvolgente. Ciò è mutato proprio con il ritorno di Price nel realistico e crudele reboot. Tra pochi giorni vedremo come verrà recepito Modern Warfare II, con la curiosità di capire come il pubblico ricorderà il capitolo originale.
Forse gli sviluppatori hanno voluto proprio sorridere alla generazione che ha vissuto l’originale con questa numerazione differente. In un certo senso, lo si potrebbe vedere come un gesto di rispetto per le lacrime versate in un’era degli FPS distante da quella odierna, o per la storia o per le risate dei montaggi MLG. Rivedere Soap e Ghost, magari, sarà il grilletto che sparerà il nostalgico proiettile che tanti aspettano con ansia.