Sicuramente questa generazione è stata particolare sin dal suo arrivo. Non solo il tutto si è aperto con una pandemia mondiale (che ancora ci traumatizza coi ricordi), ma anche certe mosse del mercato sono state alquanto starne e discutibili. Abbiamo vissuto l’arrivo dei nuovi sistemi di intrattenimento ma anche di nuove opere che hanno plasmato la line up di lancio. Però, tra tutte le varie opere e console, c’era una sola cosa che stuzzicava i giocatori di tutto il mondo nel 2020: Cyberpunk 2077. Dire che l’attesa per questo titolo sia stata titanica risulta alquanto un eufemismo. Pur con tutti i rimandi del mondo, il hype di noi giocatori era troppo alle stelle per usare la logica e prevenire una possibile delusione. Dopo tutto, stavamo parlando di una compagnia che pochi anni prima ha saputo regalarci uno dei titoli più belli della gen passata.
Tuttavia, proprio questa nostra “convinzione” e fiducia ci è stata fatale. Cyberpunk 2077 uscì e…beh… fu un disastro! Potenzialmente, si sta a parlare di una delle delusioni videoludiche più grosse del panorama moderno. Nemmeno negli incidenti autostradali non si vedono certi disastri, ma CDPR è riuscita in qualche modo a fare davvero male i calcoli. Quindi, capite da soli che questo lancio è stato a dir poco letale per la compagnia polacca, portandola a rischiare perfino la chiusura. Tuttavia, pur ritrovandosi con in mano un rottame, l’ambizione ed il talento di CDPR è riuscito a splendere! Infatti, pian piano, l’intero progetto è stato totalmente salvato e, a distanza di ben 3 anni, eccoci a parlare con entusiasmo di Phantom Liberty. Ma sarà riuscita questa espansione a pulire in maniera definitiva la nomea di Cyberpunk? Andiamo a scoprirlo nella nostra recensione!
Benvenuti a Dog Town
Se c’è una cosa che non ci ha mai fatto storcere (più di tanto) il naso quando si parla di CP 2077, questa è sicuramente la narrazione. Anche 3 anni fa, le basi strutturali per portare avanti la storia del gioco c’erano, ed erano ben saldate. Pur non influendo più di tanto con le nostre scelte, la narrativa si è dimostrata all’altezza del nome di CDPR. Con Phantom Liberty i ragazzi polacchi sono riusciti non solo a mantenere lo stesso standard (molto alto), ma anche di “riscrivere” piccoli parti della narrazione originale, così da dare una profondità ancora più maggiore al mondo di gioco. V finalmente viene molto più definito dalle scelte, i personaggi nuovi non sono forzati dentro il contesto narrativo e le vicende vissute in questi eventi “paralleli” non sono solo riempitivi, ma veri e propri eventi Canon.
Ovviamente, cercare di raccontarvi la trama di Phantom Liberty sarebbe un grosso sbaglio siccome il rischio spoiler c’è tutto. Tuttavia, vi basta sapere che gli eventi di questa espansione si svolgono durante gli stessi eventi che vivrete nel gioco base. Poco dopo il colpo all’Arasaka Tower e dopo i tragici eventi, il nostro V si ritroverà distrutto e con una marea di guai sulle spalle. Tuttavia, un “angelo custode” veglia sul nostro personaggio e cercherà di aiutarlo… in cambio di un paio di servizi (ovviamente). La richiesta? Niente di più semplice: Salvare la presidentessa degli NUSA, che sta per schiantarsi in uno dei distretti più pericolosi di Night City, ovvero Dog Town! In cambio dei nostri servizi il nostro benefattore ci farà un grande dono: ci toglierà il Relic difettoso e ci ridarà la nostra vecchia vita.
Preferiamo fermarci qui con i dettagli ma vi garantiamo che la storia, pur sembrando abbastanza banale, si rivela ad essere a dir poco profonda ed interessanti. Come dicevamo poche righe sopra, i vari nuovi personaggi saranno davvero intriganti e le loro storie si mischieranno benissimo alle vicende narrate. In più, fa davvero piacere vedere che le scelte prese durante questa espansione influiscono anche sulla trama principale, dandovi nuovi metodi per chiudere le (dis)avventure di V. Insomma, sul comparto narrativo c’è davvero poco da dire… ma si potrà fare lo stesso discorso anche per la parte ludica?
“Questa… è la mia forma finale!”
Se nel 2020 Cyberpunk 2077 era una profonda delusione dal punto di vista ludico, 3 anni dopo questo discorso va totalmente dimenticato. Perchè si… ci sarà voluto del tempo e tanto lavoro, ma CP 2077, con la sua versione 2.0 riesce ad essere tutto quello che aveva promesso, ovvero un gioco davvero mastodontico. CDPR ha ascoltato in dettaglio tutte le lamentele dei vari giocatori, apportando quindi una serie di modifiche talmente essenziali e radicali che rendono questa versione del gioco un prodotto totalmente diverso da quanto era in origine. Stare ad elencarvi tutte le singole migliorie sarebbe quasi impossibile (oltre che noioso), ma cercheremmo di darvi qualche dettaglio in più sugli aspetti più incisivi.
In primis, c’è stato un totale rework per quanto riguarda il sistema di perk. Finalmente, le build sembrano avere un senso e i giocatori non si troveranno in mano un “Ace of all Trades” in maniera involontaria. Adesso, certe armi e Cyber-impianti funzioneranno soltanto alzando determinate statistiche. Non potrete più rompere il gioco in maniera facile, rendendo il vostro personaggio un mostro ibrido che sa fare tutto. In più, la decisione di mettere i punti armatura sui cyber-impianti è decisamente una scelta saggia, dando ancora più importanza a questa meccanica. Grazie a questo cambio generale delle build, CDPR ha aggiunto anche nuove meccaniche come per esempio la possibilità di eseguire finisher con le armi da mischia e sfruttare in maniera più letale il hacking rapido.
Altra principale modifica apportata al gioco riguarda l’I.A. dei nemici che, pur non essendo totalmente reworkati, sono decisamente più svegli e letali (specie alle difficoltà più altre). Prendete per esempio la polizia: nella 1.0 le forze dell’ordine erano estremamente imbecilli, risultando quasi ridicolo combatterle siccome dopo 2 metri si dimenticavano della vostra esistenza. Adesso, la polizia vi inseguirà e userà sempre più forza per tirarvi giù. Pur non essendo del tutto sveglia anche nella 2.0, sicuramente gli scontri risultano più “realistici” e coinvolgenti.
Sempre parlando dell’I.A., anche i vari NPC reagiscono a tutto quello che li circonda in maniera più realistica e consona. Se punterete una pistola in faccia ad un passante, questo reagirà in svariati modi (scappando, attaccandovi o semplicemente chiedendo aiuto). Insomma, sono queste piccolezze che servivano per rendere Cyberpunk 2077 un mondo di gioco più soddisfacente e godibile da un punto di vista videoludico. Ovviamente le novità non finiscono qui: la 2.0 modifica anche il sistema di guida e introduce la possibilità di combattere da dentro i veicoli, un nuovo sistema di stamina è stato introdotto per rendere certe azioni più “reali” e tante altre piccolezze che vi lasciamo la possibilità di scoprire voi stessi.
Insomma, c’è davvero poco altro da aggiungere se non che ci fa davvero piacere vedere questo “redemption arc” concludersi nei migliori dei modi. Anche se abbiamo aspettato tanto nel vedere Cyberpunk 2077 in queste condizioni, alla fine l’attesa n’è valsa anche la pena… forse. Non dimentichiamo sicuramente le scottature prese in fase iniziale e decisamente non saremmo più così permissivi in futuro con CDPR. Ma, è inutile negare l’impegno dimostrato dalla compagnia polacca e ci viene difficile non premiare le gesta compiute con la 2.0 e con Phantom Liberty.
Parlando invece da un punto di vista personale (adesso vi parla Andy giocatore, non redattore), sono davvero felice di vedere che uno dei progetti più attesi da me finalmente è ai livelli promessi. 3 anni fa mi sono trovato davanti ad una delle delusioni più amare della mia vita. Le critiche apportate da me in quel periodo vennero viste con una cattiva luce, non capendo che dietro quelle critiche c’era solo del buon intento. Fui uno dei pochi a criticare così duramente CP 2077, e ne pagai le conseguenze. Ma, a distanza di anni, sono felice di vedere che tutte le mie critiche sono state “ascoltate”. Non mi prendo meriti di niente… alla fine sono solo l’ennesimo che parla di videogiochi. Tuttavia, se i miei pensieri hanno influito almeno un minimo sul risultato finale, io sono più che contento.
Night City, tre anni dopo
di Gabriele Barducci
Sembra che sotto la struttura di Night City stia bruciando l’inferno. Sono fermo in un vicolo, è buio, le luci al neon pulsano nella piccola stradina, dai tombini fuoriesce del vapore, sembra che qualcosa qui sotto stia bruciando e lasciando respirare nelle narici qualcosa di dolciastro, di sozzo, lurido, ma la sensazione di essere a casa è forte e costante.
Cosa rimane di Night City tre anni dopo la sua inaugurazione? Qualcosa di bello, brillante, un ecosistema che pare funzionare in ogni sua piccolezza. Eppure di quel Cyberpunk 2077 quanto ne abbiamo sentito parlare, criticare, togliere dagli store, riempire di pernacchie e storie terribilmente simili. Ora Night City è evoluta, è strutturalmente qualcosa che riesce a rimanere viva anche al di fuori dell’esperienza videoludica, qualcosa che rimane accesa, pulsante anche mentre noi dormiamo.
Probabilmente è troppo facile asserire tre anni dopo che qualcosa è cambiato, ma nell’esperienza complessiva, ora la sensazione di godimento raggiunge delle vette impressionanti. Finalmente Cyberpunk 2077 funziona, ma senza dover affondare le mani nel classicismo del “prima non funzionava”, perché prima Cyberpunk 2077 funzionava, ma male, con un’esperienza totalmente impalpabile, tanto da farmi arrivare a circa 30 ore di gioco per poi rallentare progressivamente fino all’abbandono totale.
Sono stato ben felice di far partire una nuova partita e rivivere quegli stessi momenti già vissuti questa volta però sotto una luce e consapevolezza diversa.
Cyberpunk 2077 Phantom Liberty, funzionalità sinergica
I polpastrelli sul controller e l’immersione che diviene passo dopo passo sempre più concreta e tangibile. La maggior lode in questa mega esposizione del 2.0 di Cyberpunk 2077 si manifesta in un sistema di abilità – attivo e passivo – totalmente rivisto, ma estremamente più docile e modellato attorno l’esperienza.
Anche giocatori che tenderanno a spendere punti abilità a caso, pur di vedere quel +1 una statistica casuale, tenderanno l’occhio e l’attenzione per la costruzione di un build concretamente sinergica ed efficiente. Il resto del pacchetto ludico comunque si compone di piccolezze che – appunto – funzionano e rendono l’esperienza collettiva estremamente più movimentata quanto funzionale, dai combattimenti a bordo dei veicoli anche guidando attivamente, fino alla possibilità di eseguire piccole schivate durante il combattimento. E finalmente le ruote dei veicoli si bucano quando prendono colpi. Insomma, anche se dopo tre anni, oggi l’esperienza di Cyberpunk 2077 risulta completa e godibile, in aggiunta al già corposo DLC Panthom Liberty.
Non deve passare in sordina dunque il lavoro di CD Projekt Red, nella capacità di tenere la testa china e lavorare passo dopo passo. Una risposta non da poco, sicuramente non nuova nel panorama dato che No Man’s Sky è sempre lì che insegna, ma finalmente si chiude l’applicazione di Cyberpunk 2077 con la voglia di tornarci subito dopo.
La recensione in breve
Anche se 3 anni fa abbiamo sofferto tantissimo con il rilascio originale, con il ritorno a Night City possiamo finalmente considerarci soddisfatti. Con Phantom Liberty i ragazzi di CDPR sono riusciti non solo a lavarsi la bruta nomea (almeno in parte), ma a salvare totalmente il progetto Cyberpunk 2077. Finalmente, il gioco è tutto quello che volevamo 3 anni fa e anche di più. Ogni singola modifica è stata essenziale e ogni nuovo gimmick serve ancora a solidificare i punti di forza del gioco. Insomma, se avete aspettato tutto questo tempo per giocare, adesso non avete più scuse! Cyberpunk 2077 è ufficialmente rinato e Phantom Liberty è stata la garza in grado di rigenerare ogni singola ferita.
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Voto GamesEvolution