Quello che sta attraversando il franchise di Dragon Ball, grazie alla serie Super, si potrebbe definire un nuovo periodo d’oro per l’opera creata da Akira Toriyama, ma possiamo anche ben dire che in qualche modo, le avventure di Goku, Vegeta e degli altri guerrieri Z e non, hanno sempre avuto un fascino tutto loro, motivo per cui difficilmente si può identificare un momento dove Dragon Ball non abbia spinto al massimo la sua fama per creare ancora un’opera in più, in particolare sul fronte videoludico, target ricchissimo che ha visto innumerevoli videogiochi dedicati.
Al netto di avventure supportate ancora oggi come Dragon Ball FighterZ oppure Xenoverse 2, senza dimenticare Dragon Ball Z Kakarot che è pronto a ritornare su console next gent a gennaio 2023, l’arrivo di un nuovo titolo dedicato al franchise è sempre motivo di forte interesse da parte della community, dunque dopo averci giocato in lungo e in largo siamo pronti a darvi le nostre considerazioni in questa recensione di Dragon Ball The Breakers, particolarissimo multiplayer online asimmetrico che cerca di ritagliarsi una fetta di appassionati in un genere che sta prendendo molto piede, ma fatica a piazzare titoli validi. Basterà il grande richiamo di Dragon Ball a siglarne il successo?
Una trama stuzzicante
Il concept narrativo di Dragon Ball The Breakers è parso sin da subito interessante già dall’annuncio. Un manipolo di “sopravvissuti” deve sopravvivere alle azioni del “razziatore”, identificato come uno dei nemici storici della saga Z. Freezer, Cell e Kid Bu.
Nelle tavole di Toriyama, come anche nel diretto anime, in molte occasioni abbiamo sottovalutato l’impatto che questi temibili nemici potevano avere nei confronti dei civili, spesso martoriati più e più volte, pronti a tornare in vita con il favore delle Sfere del Drago.
Ebbene, in contesti assai diversi, con linee temporali che si amalgamano tra di loro (anche qui ritorna in gioco la Pattuglia Temporale e lo stesso Trunks, già visto in Xenoverse 2), vediamo questi sopravvissuti cercare di trovare delle chiavi, in diverse regioni della mappa di gioco, così da poter poi attivare la macchina del tempo e fuggire da quella linea temporale.
Un compito non semplice, in special modo se si gioca nei panni di civili senza potere alcuno.
Un’idea funzionale ma non ottimizzata
L’idea dunque è una delle più interessanti. Paradossalmente, avuta sotto il naso per più di trenta anni e sbucata fuori ora visto l’interesse e la proposizione di tanti titoli che avviluppano il gameplay attorno queste meccaniche da multiplayer asimmetrico.
Giocato il tutorial e tutta l’introduzione, andiamo subito di matchmaking per dare il via alla ricerca di compagni e far partire una partita. Lo scopo del gioco è lo stesso già sopraccitato ma al di fuori di un terreno di prova, tutto diventa incredibilmente più difficile, non per le naturali impossibilità di combattere il razziatore (la logica vuole che in un titolo di Dragon Ball ci si prendi a colpi energetici nel giro di una manciata di secondi), bensì nella stessa ottimizzazione del titolo che sembra sorreggersi su un sistema e una grammatica di gioco appena puntellata, oltre che pendere a favore quasi sempre del razziatore.
I ferri del mestiere
Dragon Ball The Breakers è un po’ come giocare a nascondino, anche se l’obiettivo è chiaro: dobbiamo trovare queste chiavi di attivazione per fuggire. Partiamo subito da un punto abbastanza critico, che riguarda proprio la ricerca di questi oggetti, sempre troppo difficile, in una mappa ampia, anche ricca di dettagli interessanti e zone collegate intelligentemente che possono essere usate nel caso veniamo braccati dal razziatore ma si finisce il più delle volte nel perdersi, quasi girare a vuoto e sperare che qualche altro giocatore possa fare il lavoro sporco al nostro posto.
Essendo civili, non abbiamo armi particolari, tanto meno abilità combattive. Girando per la mappa possiamo trovare veicoli per spostarci più velocemente o armi improvvisate (come lanciarazzi). Il problema è che nonostante ci sia il tentativo di opporre un minimo di resistenza e tentare una fuga se dovessimo venire scoperti dal razziatore, 9 volte su 10, tutte le nostre azioni saranno totalmente futili, mentre veniamo scovati e annientati lasciando l’opportunità al nemico di accedere al suo livello successivo di evoluzione.
Caricando un particolare valore, possiamo attingere ad un potere che richiamerà le abilità dei guerrieri Z. Per farla breve, per un breve lasso di tempo, ci trasformeremo in Goku, Gohan, Vegeta, Piccolo. Insomma a seconda dei personaggi che riusciremo a sbloccare dagli shop dedicati, questa sarà l’unica vera occasione dove poter effettivamente mettere i bastoni tra le ruote del razziatore, ma anche qui il bilanciamento non sarà mai dalla nostra: il tempo della trasformazione è terribilmente breve e i pochi attacchi, fisici come energetici, non faranno mai danni a sufficienza per sentirci al sicuro alla fine di questo tempo di trasformazione.
Speranze per il futuro
Non si può negare che nonostante la grammatica di gioco non sia della migliori (tanti problemi lato matchmaking, con l’impossibilità di decidere di essere razziatore durante l’attesa, il più delle volte entreremo in partita come sopravvissuto) si intravede un potenziale che forse era da trattare con dei guanti migliori.
Il team di sviluppo dunque ha costruito uno scheletro funzionale, lasciando tutti gli organi scoperti da un mante accogliente. Durante le partite, se ben abili alle meccaniche, ci si può anche divertire, ma tutto quello che succede fuori da essere è abbastanza bislacco.
Chiaramente più si gioca, più si ottengono punti esperienza con cui essere un pelo più agguerriti durante la partita, magari sbloccando abilità di dash frontali o laterali, possibilità di piccoli periodi di volo o di salto in lungo per evitare il razziatore, ma per la prima volta in assoluto nella storia, è possibile che ci troviamo di fronte ad un gioco a tema Dragon Ball che per giocarlo bisogna fare un grande atto di fede.
Dragon Ball The Breakers dunque parte inciampando, nonostante ci siano buone promesse e condizioni per sistemare tutti gli sbilanciamenti e ottimizzare quanto di buono c’è. Al tedio delle prime partite, ci si può divertire solo in un secondo momento, capite tutte le difficoltà e cercando di usarle a nostro favore. Non è facile, serve molta fiducia e un supporto nel tempo, magari bilanciando meglio le squadre, inserendo nuovi razziatori dall’universo Dragon Ball e sistemando tutte le forti criticità.
La recensione in breve
Dragon Ball: The Breakers è un gioco strano, affascinante nel concept come nell'ambientazione, ma il risultato è quello di un gran potenziale - almeno per ora - mal sfruttato. Ci sono tutte le possibilità per rendere il gioco più solido, con contenuti interessanti e aggiornato nel tempo. Il feedback dei giocatori e il supporto sul lungo periodo ci diranno le sorti di questo progetto, se deciderà di passare alla prossima evoluzione, oppure fermarsi in questo stadio non proprio ottimale.
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Voto GamesEvolution