Dungeons & Degenerate Gamblers, la recensione: Blackjack virtuoso

Dungeons & Degenerate Gamblers ci racconta di come i roguelite con le carte stiano vivendo un periodo bellissimo. Non poche settimane fa recensivamo il clamoroso Balatro (qui la nostra recensione) meravigliandoci di come dietro al “semplice” poker ci si potesse avviluppare dietro un sistema di gioco estremamente brillante e coinvolgente.

Dungeons & Degenerate Gamblers prende la stessa eredità per comunicarci un’altra cosa: c’è un mondo di giochi con le carte da esplorare e che anche il blackjack può essere estremamente divertente se aggiunto a una struttura roguelite con degli avversari fuori di testa. Prende posto e mischiate le carte, questa è la nostra recensione di Dungeons & Degenerate Gamblers.

Dungeons & Degenerate Gamblers, a voi le carte

Niente trame o situazioni strane, solo due mani, delle carte da poker e un avversario. Si gioca a blackjack, o 21 che dir si voglia. Le regole sono semplici: le carte con i semi hanno il valore numerico riportato sulla carta, le figure valgono 10 e l’asso 11. Si chiama una carta dopo l’altra con lo scopo di arrivare a 21, senza superarlo, o anche avvicinarsi il più possibile.

Tra noi e l’avversario chi più si avvicina a 21 senza sballare o superare il punteggio, vince. L’avversario perderà non solo la mano, ma anche dei punti vita in riferimento del punteggio fatto. Una cosa molto simile ai life points di Yu-Gi-Oh! Se chiuderemo la mano vincente con un punteggio di 20 e l’avversario si è fermato a 16, quei 4 punti di scarto, saranno scalati dai life points dell’avversario. Il primo che arriva a 0 life points perde. Semplice no?

Modificatori e carte speciali

Cosa rende Dungeons & Degenerate Gamblers diverso dal solito gioco di blackjack? Esattamente come in Balatro, le basilare regole di gioco vengono affiancate da altre carte con abilità e poteri attivi e passivi appena le pescheremo dal mazzo.

Può capitare di prendere la carta che dimezzerà di colpo il nostro punteggio, dandoci la possibilità di pescare altre carte in piena sicurezza, oppure carte che raddoppiano il punteggio di un determinato seme, facendo sballare l’avversario. Ma non solo noi, anche gli avversari avranno dalla loro carte speciali.

Tutto si costruisce su mazzi (o deck) totalmente personalizzabili, anche in virtù della possibilità di ottenere delle carte speciali ogni volta che sconfiggeremo un avversario. Bisogna poi tenere anche conto che i nemici avranno dei deck personalizzati a loro volta, dunque spesso sarà necessario capire quale sarà la loro mentalità di gioco.

Un esempio è quello di un boss che ho trovato davvero ostico, infatti aveva dei mazzi costruiti per fare quasi sempre 21 a botta sicura. Alcune carte mi hanno dato la possibilità di provocare ferite ai semi avversari, oppure di bloccare il punteggio avversario ad un 20 fisso, con la necessità e fortuna di fare 21 per poterlo sconfiggere.

Insomma, esattamente come i boss di fine area di un soulslike, se i classici avversari sono delle pedine semplici da affrontare, i boss saranno strutturati da meccaniche di attacco e difesa estremamente precise e letali. Probabilmente alla prima occasione perderete, ma ripeteremo lo scontro con il dono della conoscenza.

Ancora un altro giro

A differenza di Balatro, la fruizione di Dungeons & Degenerate Gamblers è molto più veloce e accessibile, cosa che potrebbe piacere estremamente a chi cerca un’esperienza cotta e mangiata. Di contro alla lunga si sente il bisogno di staccarsi un po’ a causa di alcuni scontri che rientrano nello schema della ripetitività senza poche variazioni.

Una critica da poco se messo a confronto con tutto il pacchetto di gioco che, assieme alla sua resa finale, si è dimostrato essere un gioco estremamente divertente e coinvolgente. E in un periodo estivo così caldo, questa leggerezza e grande professionalità arriva come una bella birra ghiacciata.