La storia di En Garde! merita senza alcun dubbio qualche riga di approfondimento, infatti parliamo di un progetto videoludico nato inizialmente come progetto universitario, che ha incontrato poi l’incredibile passione degli sviluppatori che ci hanno lavorato per più di cinque anni, per poi togliere quella patina di semplice prototipo per metterlo alla mercé del mercato videoludico e della ferocia dei videogiocatori.
Un trama estremamente divertente, uno stile ilare e un sistema di combattimento appagante sono i tre punti di forza di questo titolo, come vedremo poco sotto in questa recensione di En Garde!
En Garde! è divertimento in punta di fioretto
Prendiamo i comandi di Adalia de Volador, provetta spadaccina e simil vigilante del XVIII secolo, mentre cerca di rovesciare il governo del tiranno Count Duke. Nelle quattro grandi livelli che andremo ad esplorare, affronteremo sgherri del nemico di ogni forma e forza, in una struttura di gioco abbastanza semplice, ma lineare.
Come dicevamo in apertura, lo stile narrativo ed estetico del gioco sono punti estremamente riusciti. Da una parte abbiamo una narrazione molto leggera, quasi perennemente sopra le righe, questo grazie ad un approccio – aiutato dallo stile estetico – molto semplice. La cittadina spagnola che farà da sfondo all’avventura è costituita da diversi corridoi, intervallati da alcune zone molto più grandi, ma tutta sarà estremamente colorato con una palette solare, dal giallo, all’arancione, sottolineando lo stile esotico della location, assieme a colori sgargianti di Adalia come di ogni altro personaggio che incontreremo.
Uno stile di combattimento appagante
Altro punto su cui En Garde! si gioca tutte le sue carte è lo stile di combattimento, senza farsi mancare qualche sbavatura tecnica.
All’avvicinarsi di un nemico, Adalia lo punterà diretto con il suo formidabile fioretto per dare il via al duello. Tre saranno i comandi base: l’attacco, la schivata e il parry. Sull’attacco e la schivata sulla da dire, con quest’ultima che si sviluppa in due fasi diverse, con una schivata laterale del busto per evitare il colpo nemico, oppure se serve la stretta agilità, alla doppia pressione del tasto Adalia si adopera in una capriole laterale. Il parry invece è parte fondamentale del combattimento il quale ci aiuta a rompere l’equilibro dei nemici e poter dare un paio di colpi di affondo.
I nemici avranno diverse caratteristiche tra attacco e difesa, infatti ci saranno le classiche pedine piccole, dagli scarsi punti vita, ma capaci di affondare più colpi consecutivamente, mentre altri nemici più forti beneficeranno di scudi – materiali o intensi come difese personali ai punti vita – che dovranno essere abbattuti prima di poterli buttare giù. A questi aggiungete altri svariati tipi, come i tank, che beneficeranno di punti difesa elevati, o i granatieri, estremamente deboli, ma posizionati in alto in alcune zone della mappa pronti a dare fastidio con bombe e simili.
Abilità e difetti
Le mappe sono sufficientemente strutturate a nostro vantaggio. Esclusi i vicoli della città o di altri luoghi che visiteremo, le grandi aree già sopraccitate funzioneranno da arene. Giocare con l’ambiente sarà necessario, infatti Amalia potrà sferrare un calcio a diversi oggetti di gioco, che siano tazze, brocche, casse di legno o sedie. Tutto è funzionale pur di rompere la guardia del nemico e affondare il colpo, inoltre progredendo nella storia, sbloccheremo tre abilità da usare nel combattimento. Non sbilanceranno troppo la sfida, bensì funzioneranno più come metodo per riprendere fiato quando siamo accerchiati da nemici.
Non mancano comunque i difetti. La scarsa modellazione dei poligoni viene ampiamente giustificata da uno stile estetico sommario e divertente. Una trovata furba che comunque non nasconde al 100% i limiti della produzione. A questo metteteci anche che il sistema di lock-on dei nemici è automatico, motivo per cui Adalia punterà il nemico più vicino, e mai quella che sarebbe tatticamente meglio affrontare. Un difetto che minerà più volte lo svolgimento della sfida. Peccato inoltre per l’assenza della lingua italiana, dato che la storia e il carisma della protagonista strappa a più riprese qualche sorriso.
Al netto di ciò comunque En Garde! si è rivelata non tanto una piacevole sorpresa, bensì un titolo, non estremamente longevo, ma appagante sul fronte della grammatica di gioco. Un po’ quel che si dice, poche cose, ma fatte dannatamente bene.
La recensione in breve
Estremamente piacevole alla vista, assieme ad un sistema di combattimento molto appagante, En Garde! si è rivelato essere un piacevole intermezzo, con un titolo pregno di passione, stile e gusto artistico. Confezionato a dovere, non mancano i soliti problemi tecnici data dall'inesperienza del team, ma a conti fatti si tratta di un'esperienza breve, ma ben realizzata.
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Voto GamesEvolution