Freud’s Bones è l’ennesima prova di quanto il videogioco sia capace di assumere su di sé tematiche importanti. Argomenti come la salute mentale, la politica, la guerra, temi sociali sono sempre di più il fulcro delle narrazioni videoludiche. E nello studio del dottor Freud ricostruito da Axel Fox, prende vita l’analisi della nevrosi che vive nelle ossa della società e dell’importanza dell’arte.
C’era una volta a Vienna
Mentre scavavo e tessevo le anime nevrotiche… mi persi. Isterici, psicotici, nevrotici, perversi. Nei labirinti di catrame del mio inconscio ero certo di sapermi orientare… Ero padrone della mia anima.
Vienna, 4 Novembre 1899. Nelle librerie compare per la prima volta L’interpretazione dei Sogni. Un’opera portante della disciplina psicanalitica destinata a cambiare per sempre la storia della scienza della mente. L’autore è un uomo bizzarro, un dottore viennese di origini ebraiche. Un uomo spesso tacciato di essere un folle, un ciarlatano, un pessimo soggetto. Il suo nome è Sigmund Freud. Eppure la sua fama non si è dispersa come polvere al vento. La sua influenza e il fascino della sua figura sono vivi e palpabili tutt’oggi.
25 maggio 2022: Nelle librerie Steam compare un’avventura grafica su quello strano Dottor Freud. Promette di esplorare non solo le menti dei suoi pazienti ma persino l’inconscio del padre della psicoanalisi stesso. Il titolo è Freud’s Bones. Il gioco è il frutto della mente e del lavoro di Axel Fox – alias Fortuna Imperatore – ed è frutto di una creativa spinta di rivalsa. Così, prendendo il controllo delle sue ossa, esploreremo la psiche di Freud. Saremo letteralmente la sua voce interiore, insistente, irriverente ed onnipresente.
Il labirinto nella mente dell’uomo-Sigmund
Freud’s Bones ci prende per mano, e senza troppi convenevoli ci strattona all’interno di un’esperienza conoscitiva, emotiva, empatica. Un’esperienza alla scoperta dell’uomo Sigmund prima che del dottor Freud. In un’analisi che si intreccia e si contamina di auto-analisi, l’ideatrice del titolo Axel Fox è riuscita a mettere completamente a nudo le ossa del nostro protagonista. E lo fa senza peli sulla lingua. Tra sigari, cocaina, pazienti nevrotici, relazioni marcescenti, Freud’s Bones ci restituisce videoludicamente il ritratto di un uomo prima che di un personaggio pubblico, con le sue debolezze, contraddizioni, difetti, particolari. Ce lo mostra in maniera così vivida che sembra di poterlo vedere seduto a questo o a quel bar, come al Cafè Ekmann: burbero come al solito, con il suo quotidiano e la tipica fetta di torta. Freud’s Bones è la detective story che non ti aspetti, alla scoperta del sé, nel bene e nel male.
Analisi di un’umanità disarmante
“Nulla di umano mi è estraneo”, cara mia.
Homo sum, nihili umani mihi alienum puto.Sono un uomo, nulla di ciò che è umano mi è estraneo. Così diceva il protagonista della commedia latina di Terenzio “Il punitore di sé stesso”, anticipando quasi quella sensibilità per l’uomo tipica del Novecento e dei nostri anni. Questa citazione, tra l’altro, è realmente presente nel gioco, tra le tante altre pillole letterarie che ci verranno offerte spulciando la libreria del dottore nel suo studio. Freud’s Bones fa caro questo insegnamento e ci mostra la benevolenza verso gli altri e ci mostra gli effetti della politica nazista; ci mostra l’amore, la passione e la tenerezza e al contempo la rabbia, l’odio e l’intolleranza. Ci mostra esseri umani frammentati, distrutti, ma anche la possibilità di ricomporli, salvarli da quella nevrosi sociale che li ha fatti ammalare.
Tra Svevo ed Axel Fox
La vita attuale è inquinata alle radici
Scriveva così Italo Svevo nel 1923, nel finale apocalittico del romanzo che lo ha consacrato per sempre. La Coscienza di Zeno è un’esplorazione della mente e della vita di un inetto qualsiasi, che tenta invano di tessere le fila della sua nevrosi. Freud Bones fa una cosa simile in campo videoludico, anche se il buon Sigmund non è certo un uomo qualunque. Certo, anche lui si ritrova ad affrontare un male invisibile che gli ingombra la mente, proprio come i suoi pazienti. Ma questo male è spesso sintomo di qualcos’altro. Insoddisfazione, frustrazione, disperazione, sogni perduti per sempre, follia, l’impossibilità di tornare indietro. Una vita inquinata alle sue stesse radici, ma la via d’uscita esiste. Una speranza data proprio dalla psicoanalisi, da quello scendere nell’abisso per rintracciarne le cause e far luce, anche se minima, sulle possibili strade.
Perlomeno c’è l’arte
E quando tutti gli aspetti della vita sembrano essere coalizzati contro di noi, quando sembra che ogni cosa voglia il nostro male, o peggio, tutto ci è profondamente indifferente, tutto sembra superficiale, scontato, ecco che l’esperienza di Freud’s Bones ci ricorda che l’arte accorre in nostro aiuto. La possibilità di esprimerci, di esprimere il proprio io frammentario, stanco, imbestialito o insofferente per le condizioni che ci sono capitate è qualcosa di prezioso. La possibilità di creare qualcosa di nostro, di avere voce in capitolo, di proporre prospettive, di farsi sentire in mezzo a quelle tante voci discordanti e piatte che sembrano inghiottirci. Per divulgare, per raccontare e raccontarsi con un tramite, che sia un romanzo, un film… o un videogioco.