Non era ancora il 1900 quando L’Interpretazione dei sogni fece breccia nelle librerie di Vienna. Uno dei testi che avrebbe portato nuove prospettive sia nella storia umana, sia nella neonata scienza psicanalitica. Scienza che suscita un certo fascino tutt’oggi, per non parlare di suo padre: Sigmund Freud.
La figura dello psicanalista tutt’oggi in generale alimenta un ambiguo fascino. Perché si sa, lo psicoanalista è colui che meglio di tutti è capace di mettersi nei panni degli altri. Di entrare nelle loro ossa, per comprenderli nel profondo. Ma cosa c’è nelle ossa di Freud? Come vedremo nella recensione di Freud’s Bones, il gioco tenta di darci una risposta, o meglio, un’interpretazione.
Un omaggio alla psicanalisi dal mondo indie
Interamente sviluppato da Fortuna Imperatore, alias Axel Fox, Freud’s Bones è un’avventura grafica punta e clicca che tenta di scavare nel profondo della mente del padre dalla psicanalisi, nei suoi contrasti, di farci immergere nella sua prospettiva. Il progetto, che inizia a prendere forma nel 2020, è stato un po’ un salto nel vuoto. C’è bisogno di una buona dose di follia e coraggio per creare un videogioco da zero, senza sapere nulla di sviluppo e quant’altro. Ma Axel Fox è anche più folle e determinata di così, e riesce a portare avanti il suo progetto sino a conquistare il premio della RedBull Indie Forge nel 2020, per poi essere finalista al Nordic Game Contest nel 2021. Il 25 maggio 2022, finalmente, Freud’s Bones compare su Steam.
Un viaggio nella psiche umana e non solo
Ma cosa significa entrare nelle ossa di Freud?
Il gioco si apre quasi cinematograficamente su dei titoli di giornale che recano tutte le accuse possibili nei confronti del dottor Sigmund Freud. Un uomo che parrebbe essere nient’altro che un ciarlatano, un folle vecchio con l’intento di plagiare le menti altrui per soldi. Un uomo solo, senza alcun amico che lo aiuti ad alzarsi sull’orlo del baratro.
Compito del giocatore sarà quello di prendere letteralmente possesso delle ossa del dottore, facendo le veci di una fastidiosa e martellante voce interiore (potremmo essere un corvo elegante o un gatto malizioso). Dal punto di vista pratico, il gameplay è molto semplice, trattandosi di un punta e clicca, ma riesce bene – il più delle volte – ad intrecciarsi con la narrazione, in modo da coinvolgere noi giocatori in prima persona nelle vicende del dottor Freud. Infatti non saremo lì ad osservare passivamente lo scorrere della giornata tipo dello psicanalista, ma entreremo nel profondo, nelle ossa.
La detective story che non ti aspetti
Oltre a risolvere misteri, ad interpretare puzzle egizi, gestire relazioni e finanze del dottore, saremo chiamati ad affiancarlo nelle sue sedute psicanalitiche. Nostro compito sarà quello di guarire e riparare le anime della ricca Vienna di inizio Novecento, alle prese con nevrosi, psicosi e manie di tutti i tipi. O perlomeno provarci.
Ma quindi serve essere degli psicologi per giocare Freud’s Bones? Assolutamente no: avremo a nostra disposizione un vero e proprio mini manuale di psicoanalisi da cui attingere le nozioni base del mestiere. Ma non solo: ci sarà anche un simpatico taccuino pieno di appunti su simbolismo ed interpretazione dei sogni. Insomma: abbiamo tutti gli strumenti per fare da guida nei labirinti della mente.
Tentare di sciogliere i nodi nelle menti della Vienna di Freud è forse l’aspetto più intrigante del gioco: ogni paziente ci proporrà una situazione di disagio diversa da interpretare, ricostruire e risolvere. La seduta si svolge più o meno come una sorta di caccia al tesoro, un percorso ad ostacoli dove porre le giuste domande per ottenere le risposte utili alla risoluzione del caso. Un approccio investigativo che mette in contatto Freud’s Bones con la detective story.
Sigmund: dottore, uomo, amico
Ma forse il caso più interessante e complesso da risolvere, accanto ai pazienti, è quello di Sigmund stesso.
Per fare questo avremo accesso al diario di Freud stesso. Questo ci servirà a comprendere meglio la figura del dottore e ad essere più abili nello scegliere il tipo di interazione che vogliamo avere con lui. Da voci interiori quali saremo, potremmo scegliere di assecondarlo nei suoi vizi o assumere un atteggiamento più duro. Forse la strada per la salvezza si trova proprio nell’equilibrio tra le due vie.
Freud’s Bones riesce a riportare alla luce la figura del padre della psicanalisi in tutto il suo splendore e le sue sbavature. Il Sigmund che ci viene restituito videoludicamente è reale, un sapiente mix di verità. romanzo ed esperienza personale. La stessa Fortuna Imperatore ha raccontato come il suo rapporto con Sigmund fosse un’amicizia difficile e complessa, come complicato è l’uomo che aveva di fronte.
Un’esperienza magnetica
Il gioco ha diversi finali, a seconda di quanto saremo stati capaci di ricomporre le ossa di Freud, a salvare un uomo dai suoi fantasmi. In questo, Freud’s Bones riesce anche a creare nel giocatore il desiderio di rivivere l’avventura, per esplorare nuove possibili strade, nuove interazioni e finali. Ogni quest di ogni singolo paziente potrà concludersi in modo diverso, e l’esito delle nostre scelte può determinare l’aprirsi di nuovi varchi narrativi.
Se lo scopo di Freud’s Bones è quello di avvicinarci alla figura di questo strano dottore, così granitico e così umano, riesce in tutto e per tutto nell’impresa. L’atmosfera, i colori, il comparto tecnico e stile grafico semplici e senza peli sulla lingua. Tutto questo contribuisce a rendere Freud’s Bones una perla imperdibile, non solo per gli appassionati di indie, ma per chi è affamato di storie e di personaggi profondi.
Insomma, una volta entrati non vi libererete così facilmente di Freud’s Bones!
La recensione in breve
Freud's Bones riesce a divertire, divulgare e narrare in maniera coinvolgente. Tutto è semplice, ben dosato e senza peli sulla lingua, dalle meccaniche di gioco al comparto grafico. L'idea di Axel Fox riesce ad intrattenere e ad andare oltre. Un'opera prima, che a parte delle piccole imprecisioni si rivela una perla del mondo indie.
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Voto GamesEvolution