Genshin Impact: a che punto è oggi l’action RPG di Hoyoverse Genshin Impact è uno dei videogiochi che negli ultimi anni sono riusciti a raccogliere più successo e più seguito, mettendo in piedi una community che ad oggi conta diversi milioni di giocatori attivi. Svariate decine di milioni, se consideriamo quelli totali. Ci sembrava giusto partire dai freddi numeri, che poi, in termini puramente oggettivi, sono il dato che conta di più nell’industria, per spiegarne il successo e ripercorrerne l’evoluzione nei primi due anni.
Il videogioco di Hoyoverse, azienda fondata da tre compagni di liceo poco più di dieci anni fa e che oggi può dire di rientrare tra le più grandi compagnie mondiali nel settore, continua imperterrito a far segnare risultati estremamente rilevanti e a battere record su record di vendite, imponendosi ogni mese tra i giochi e le app più scaricate e più redditizie dei vari store digitali. Per inciso, non commettete l’errore di pensare che sia conosciuto solo su smartphone, perché non è affatto così; anzi, è stato proprio il salto dalle piattaforme mobile al PC, senza dimenticare le ottime versioni console (soprattutto quella PS5, un po’ meno quella PS4, che ad oggi soffre di diversi problemi), che in un certo senso ne ha nobilitato la forma e gli intenti.
Dove eravamo rimasti
Facciamo un passo indietro, attorno alla metà del 2020, ai tempi in cui la prima closed beta era pronta per essere distribuita e provata da utenti selezionati tra le testate giornalistiche, i content creator sulle più disparate piattaforme social, e via discorrendo. In quel momento era obiettivamente molto difficile immaginare che Genshin Impact potesse diventare la hit mondiale che è arrivato poi ad essere. Perfino chi vi scrive quest’articolo, poi diventato un giocatore veterano con un account giunto al Grado Avventura 60 (il massimo raggiungibile, almeno per ora), non avrebbe mai immaginato una cosa del genere.
Anche il sottoscritto rientrava in quella grande fetta di appassionati convinta che il gioco sarebbe stato solo una meteora presso il grande pubblico, e che fosse destinato presto o tardi a rinchiudersi in una nicchia di irriducibili appassionati, legati perlopiù al mercato dei gacha mobile. I numeri ci hanno smentito tutti. Ma allora perché è rimasto sulla cresta dell’onda per tutto questo tempo, e continua a rimanerci? I motivi sono molteplici, e hanno a che fare sia con il modo in cui è stato concepito, sia con l’evoluzione a cui è andato incontro nei suoi primi (ad oggi) 28 mesi di vita.
L’aspetto che differenzia il videogioco della fu Mihoyo, poi diventata Hoyoverse, rispetto ad un qualsiasi gacha, risiede senza alcun dubbio nella sua corposissima componente ludica, che continua ad arricchirsi ad ogni nuovo update (pubblicato, puntuale come un orologio svizzero, circa ogni 40 giorni), e nella sua capacità di accogliere chiunque nel proprio mondo senza obbligarlo fin da subito a fare i conti con il sistema di evocazione dei personaggi, elementi che da oltre due anni sono alla base del suo successo.
Un videogioco per tutti
Genshin Impact è di base un action RPG che riesce a racchiudere in sé le caratteristiche di due mondi: accessibile ed immediato come un prodotto mobile, ma anche piuttosto complesso in termini di world building e storytelling; mai punitivo, capace di ricompensare adeguatamente i giocatori più casual, facendoli sentire premiati per il raggiungimento di determinati obiettivi, e al tempo stesso dotato di un’insospettabile profondità, anche nel sistema di combattimento, che fa largo uso di reazioni elementali, calcoli basati su formule matematiche per determinare la forza e le capacità di questo o quel personaggio, e via dicendo. Un titolo semplice nelle basi, ma al tempo stesso nient’affatto banale se lo si approccia cercando di comprenderne ogni singolo elemento e perdere interi pomeriggi a costruire le build di ogni singolo personaggio.
Per tutto questo tempo, Genshin Impact si è espanso secondo una logica additiva e mai sottrattiva, come spesso accade ad altri gacha che vanno incontro a un massiccio powercreep, che rende molto meno validi determinati personaggi rispetto ad altri. Ecco, qui non solo ciò non è quasi mai avvenuto, ma vi basti sapere che (e se siete giocatori navigati avrete già capito di cosa parlo) non solo la gran parte del roster iniziale è validissima ancora oggi, ma alcuni di loro rientrano ancora tra le unità più forti e più utilizzate. Questa, sebbene non sia mai stato confermato, è probabilmente una cosa voluta, pensata per non scoraggiare i nuovi giocatori e farli progredire più agevolmente nell’avventura.
Contenuti a go-go
Ipotizziamo che abbiate smesso di giocare un anno e mezzo fa: ora non dovrete fare i conti con una situazione tragica, né sarete minimamente obbligati a recuperare tutti i nuovi personaggi per stare al passo, visto che quelli che avevate trovato all’inizio sono potenzialmente utilizzabili ancora oggi, anche per far fronte ai contenuti più difficili. Al contrario, il cambiamento più grande che salta subito agli occhi è l’aggiunta di due intere nuove regioni, Inazuma e Sumeru (che vanno ad aggiungersi a Mondstadt e Liyue, presenti già dalla versione 1.0), più altre piccole mappe aggiuntive ed esplorabili liberamente. Il vero problema, piuttosto, lo avrete nello stare dietro a tutti i nuovi contenuti, visto che molti di essi sono bloccati dietro il raggiungimento di un livello superiore, l’esplorazione di determinate zone della mappa o il completamento di alcune parti chiave della storia.
Non c’è mai un momento “buono” o uno “cattivo” per iniziare o per rimettersi al passo: se è vero che la mole di contenuti potrebbe rischiare di disorientare un po’ i nuovi giocatori, d’altro canto – pur comprendendo una modalità cooperativa, che vi permette di affrontare alcuni contenuti in compagnia – Genshin Impact è di base pensato per essere un’avventura single-player, senza parti della storia che, come in un qualsiasi MMO, vengono cestinate o rese obsolete.
L’unica eccezione è rappresentata dagli eventi, contenuti a tempo che vengono rimossi dopo un determinato periodo: questi ultimi aggiungono di tanto in tanto elementi che arricchiscono la lore, regalano alcune costellazioni (gli skill tree di ogni personaggio) e qualche arma: si tratta, comunque, di contenuti piuttosto dilazionati nel tempo e privi di elementi davvero indispensabili, che, per i giocatori della prima ora, sono utili al massimo per avere qualche opzione in più, alcuni gadget e suppellettili di natura puramente estetica, e poco altro. Intendiamoci, fa comunque piacere vedere il proprio inventario “pieno” di roba, ma lo stesso ragionamento si può applicare a qualsiasi videogioco vi regali contenuti legati ad eventi.
Nel momento in cui scriviamo è disponibile da pochi giorni l’aggiornamento alla versione 3.4, concomitante con il terzo Lantern Rite, che festeggia il Capodanno cinese. Quest’ultimo viene considerato dalla community l’evento più importante dell’anno, anche perché si tratta di un momento in cui la quantità di regali fatti ai giocatori, anche in termini di fates per le evocazioni, è mediamente superiore.
Cosa c’è e ci sarà da fare?
Per il resto, nel corso del tempo Genshin Impact si è espanso anche in termini di contenuti permanenti: oltre alla marea di quest principali e secondarie, potrete svolgere quest speciali che raccontano dettagli sulle storie e sul passato di alcuni personaggi, o gli “eventi incontro”, che somigliano a veri e propri appuntamenti da dating sim e sono pensati per tutti coloro che non dispongono di una quest personale, ma che contengono anch’essi svariati elementi utili ad approfondirne la conoscenza. Nella versione 3.3 è stato addirittura aggiunto un GCC, vagamente simile al Gwent di The Witcher, a Magic o a Heartstone, con cui potrete passare del tempo a sfidare gli NPC disseminati nel mondo di Teyvat o anche, volendo, i vostri amici.
Non aspettatevi, insomma, un’esperienza “diversa” rispetto al mese di settembre del 2020, ossia il momento del lancio ufficiale, quanto piuttosto, molto semplicemente, una mole parecchio superiore di cose da fare e contenuti da completare.
Attualmente, per inciso, Genshin Impact si trova circa a metà dell’arco narrativo principale, ossia la storia del Viaggiatore/Viaggiatrice: sono uscite quattro regioni principali sulle sette totali, e, seguendo le tempistiche attuali, è probabile che da qui in poi ne vedremo una ogni anno: Fontaine (versione 4.0) nel 2023, Natlan (versione 5.0) nel 2024, mentre quella finale, Snezhnaya (che dovrebbe corrispondere all’update 6.0) arriverebbe nel 2025.
Questi ultimi sono considerabili aggiornamenti maggiori, nel senso che l’attenzione si sposta su una nuova zona di Teyvat; il loro sviluppo narrativo e contenutistico, tuttavia, è molto più graduale, tanto che anche la storia e le nuove porzioni di mappa, a partire da Inazuma (terza regione), vengono sbloccate progressivamente negli update successivi (ad esempio, 3.1, 3.2, 3.3, ecc.), in modo da accompagnare i giocatori nel corso di ogni arco narrativo principale in maniera fluida, cercando di ridurre al minimo i momenti morti. In sostanza, quello che abbiamo davanti è di base un videogioco single player che però viene sviluppato e portato avanti come se fosse un titolo online persistente.
Un gacha “atipico”…
E per quale motivo finora abbiamo evitato di parlare (se non con qualche cenno) alla componente gacha? Il motivo è presto detto. Benché non si tratti, per usare un eufemismo, del miglior metodo di monetizzazione ad oggi presente nel mercato dei videogiochi (anzi, è sempre andato incontro a feroci critiche, la gran parte delle quali piuttosto sensate e condivisibili), in questo caso quest’ultimo è studiato in modo da non “pesare” troppo sul giocatore, senza rendergli l’esperienza meno soddisfacente se non possiede questo o quel personaggio: in altre parole, ci troviamo di fronte ad uno dei gacha più onesti presenti sul mercato (per quanto non sia proprio semplice accostare queste due parole).
Sia chiaro, non stiamo giustificando o “assolvendo” il sistema in sé, che, fosse per noi, andrebbe rimosso da qualsiasi videogioco sulla faccia della Terra. Nel suo essere il più possibile aperto a tutti, però, Genshin Impact riesce ad essere fruibile senza troppi problemi anche da un giocatore che sceglie di non investirci su un centesimo: quest’ultimo impiegherà di più per completare anche l’Abisso a Spirale (unico, vero contenuto endgame), ma alla fine non avrà un’esperienza “monca”, bensì confezionata in base alla quantità di tempo (ed eventualmente denaro) che deciderà di investirci su. Certo, c’è sempre la discriminante della resina, ossia la quantità di energia necessaria per completare tutte le attività utili a rendere i propri personaggi più forti, ma il discorso di base non cambia.
Per una persona con un account al passo coi contenuti (quindi dall’AR 50-55 in poi) è sufficiente scegliere con cura i personaggi per cui spendere le proprie evocazioni e su cui investire: una volta arrivati ad assemblare due o tre team in grado di completare agevolmente tutti i contenuti, la scelta tra gli uni o gli altri si riduce ad un fattore puramente collezionistico.
…veramente per tutti
Anzi, considerato quanto Genshin Impact spinga su altre componenti, come la storia o l’esplorazione, evocare personaggi può anche non essere (ed è così per molte persone) l’elemento di “attrattiva” principale, considerato che ad oggi, come dicevamo, il resto del pacchetto prevede una generosa quantità di contenuti, in costante espansione, aggiornamento dopo aggiornamento. Per completare i capitoli della storia principale finora disponibili servono più di 40 ore, ma questa è un’indicazione temporale assolutamente relativa, considerato quanto il titolo tenda a interconnettere ogni sua componente con le altre. Una volta cominciato (o ripreso, a seconda dei casi), è probabile che non andiate dritti come un fuso per mettervi in pari con la storia, ma vi dedichiate ora a questa, ora a quell’attività, in sessioni di lunghezza variabile.
Una volta recuperata la gran parte delle cose da fare, potrete anche iniziare a considerarlo come una sorta di videogioco “di sottofondo”, su cui ritornare di tanto in tanto, limitandovi a fare il login ogni giorno solo per le quest giornaliere, completabili in una manciata di minuti, e poco altro. Come dicevamo, e questo è stato un tema piuttosto ricorrente, Genshin Impact è davvero aperto a tutti, e può essere giocato in molti modi diversi: dal semplice passatempo su cui spendere solo qualche ora, al distruttore delle vostre velleità sociali se vi darete al minmaxing delle build, con in mezzo un’infinità di sfumature diverse. È, in un certo senso, un titolo unico nel suo genere, e non c’è da stupirsi se negli ultimi due anni siano nati una quantità incommensurabile di cloni, nessuno dei quali è però riuscito, sotto determinati punti di vista, a raggiungere il suo livello.
Se, da appassionato di lunga data, io che vi scrivo dovessi definirlo in una sola frase, sarebbe probabilmente questa: “(very) easy to learn, (not so) hard to master”. Nel senso che è molto accessibile, anche più della media, e al tempo stesso sa essere complesso senza mai essere veramente complicato, né arrivare alle vette e ai tecnicismi propri di certi generi videoludici. Al tempo stesso riesce ad essere coinvolgente dal punto di vista narrativo, ad intrattenere nell’esplorazione e nel completamento di determinati contenuti, senza mai essere punitivo in termini di difficoltà o eccessivamente cattivo nella gestione di un sistema di monetizzazione che pure ha i suoi problemi, ed è inutile nasconderlo. Il segreto del suo successo, credeteci, sta tutto qui, ed è molto più semplice di quel che si pensa.
Un occhio al futuro
Non esageriamo nel dire che Hoyoverse ha dato vita a un vero e proprio fenomeno culturale, che ha già trasceso i confini del videogioco e in futuro si aprirà anche ad altri media, con la produzione di una serie animata e con la probabile apertura di parchi tematici.
Genshin Impact è già avviato ad essere uno dei videogiochi più popolari del decennio in corso, e questo è un dato di fatto. Resta da vedere come verrà portato avanti nella parte finale del suo ciclo vitale, e soprattutto quali piani l’azienda appronterà in previsione del termine della storia principale, che comunque è ancora ben lungi dal vedere i titoli di coda. È quasi certo, a nostro modo di vedere, che l’universo di Teyvat sopravviverà ancora per tanti anni, indipendentemente dalla sorte del “contenitore” che ne racconta vita, morte e miracoli: quest’ultimo, quasi sicuramente, andrà incontro a una fine non definita, sfumando nel corso degli anni, e magari evolvendosi in qualcos’altro.
Lo stesso rebranding di Mihoyo in Hoyoverse ci dà degli indizi su quel che la compagnia ha in mente per il futuro: creare un universo condiviso, anche non necessariamente limitato ai videogiochi, che possa ospitare tutti i mondi plasmati in questi anni, di cui Genshin Impact rappresenta senz’altro (e per ora) il massimo apice.