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    Home » Articoli » God of War Ragnarök, le prime impressioni dopo la nostra prova
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    God of War Ragnarök, le prime impressioni dopo la nostra prova

    Dopo aver maturato diverse ore di gioco, possiamo parlarvi di alcune primissime impressioni dell'attesissimo God of War Ragnarök in uscita su PS5.
    Gabriele BarducciBy Gabriele Barducci21 Ottobre 2022Nessun commento4 Mins Read
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    God of War Ragnarök Kratos e Atreus
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    Eccoci dunque con il primo appuntamento riguardo la copertura dell’attesissimo God of War Ragnarök. In questo articolo, possiamo comunicarvi quelle che sono le nostre prime impressioni dopo una manciata di ore di gioco, senza spoilerarvi nulla, tracciare una prima linea della natura di questo sequel e capire le potenzialità che il capitolo conclusivo delle avventure di Kratos e Atreus si porta sulle spalle. Dunque bando alle chiacchiere, prendiamo il Leviatano e addentriamoci in quelle che sono le nostre prime impressioni su God of War Ragnarök.

    La trama: il gelido presagio di God of War

    God of War Ragnarök Kratos fuori dalla sua casa

    Il Fimbulwinter è quel lungo inverno che precede la fine di tutto, il Ragnarök. Kratos e Atreus tentano di vivere la loro quotidianità, allenandosi e cacciando, ma le minacce sono dietro l’angolo. Freya li bracca, la sua vendetta cieca è pari solo al suo dolore di aver visto morire suo figlio Baldur per mano di Kratos. Ma c’è un altro Aesir impaziente di avere un confronto con il generale spartano, ed è Thor, mandato per ordine di Odino a indagare le reali intenzioni di Kratos.

    Il Ragnarök è vicino e le fazioni cominciano a prendere posizione sulla grande scacchiera, mentre un regno intero aspetta trepidante di sapere il suo destino, Kratos e Atreus si crogiolano in profezie, miti e leggende. Cosa è vero e cosa no, tutto è già scritto o si può cambiare la strada del fato? L’incipit di God of War Ragnarök è intriso di misticismo misto a forte azione muscolare, come già il precedente capitolo ci aveva abituato. Una dimensione che abbiamo imparato a conoscere e a cui torniamo con il sorriso tra i denti.

    Emozioni furiose

    God of War Ragnarök Kratos e i cani da slitta

    Pad in mano, la sensazione ai primi minuti di God of War Ragnarök è quella di essere tornati a casa, ritrovando un luogo più che gradevole, mondi immaginifici, una sceneggiatura solida e un gameplay perfetto e appagante. Poche le novità durante i primi minuti, ben introdotte e acclimatate, come la possibilità di spostare massi lontani grazie all’uso e presenza molto più massiccia delle Lame del Caos che assieme al Leviatano si assicurano anche il bonus elementale combattendo contro i nemici.

    Insomma, come capita nei sequel di giochi al limite della perfezione, God of War Ragnarök ripropone e ottimizza al massimo delle possibilità, senza dimenticarsi della sua natura dunque non possiamo permetterci di far passare ore preziose dietro a recap inutili riguardo la trama o altri consigli ridondanti circa la grammatica di gioco già saggiata. Ragnarök è un pronti via, Leviatano in mano e via verso l’obiettivo.

    Adrenalina e spettacolo assicurato

    God of War Ragnarök Kratos combatte contro Thor

    Purtroppo tanti sono i punti che non possiamo descrivervi in questo piccolo resoconto delle prime ore di gioco, ma capiamo anche la necessità di preservare i molteplici twist narrativi infarciti sin da subito. Ragnarök è un treno che corre all’impazzata, non si risparmia niente ed è assai più brutale del predecessore. Tutte sensazioni che proverete nelle meccaniche di combattimento leggermente riviste e nelle esecuzioni di Kratos, questa volta più esplicite, violente, viscerali. Un paio di scontri con dei mid-boss, entrambi diversi uno dall’altro, sembra scacciare via la soluzione del predecessore dove gli scontri con i boss erano pochi e ripetitivi contro nemici sempre uguali (escludendo le Valchirie, chiaramente).

    Anche il menù di equipaggiamento è cambiato, questa volta mostrandosi un pelo più difficile da navigare, ma forse è questione di abitudine. Mentre graditissima novità è una personalizzazione maggiore di Kratos e Atreus, con possibilità di modificare anche aspetto e attributi del nostro scudo. Ma ci sono centinaia di altre parole che potremmo stare qui a scrivere ancora, rendendoci conto che di queste scarse sei ore di gioco segnate sul timer, sono successe tante, troppe cose, che terremo custodite fino al 3 novembre, giorno in cui sarà possibile parlare in lungo e in largo di God of War Ragnarök, titolo che segnerà la fine del viaggio di Kratos e Atreus.

    Per ora l’unico consiglio, da siglare come una promessa futura, è la richiesta di una fiducia: credete a queste parole perché God of War Ragnarök saprà soddisfare anche il videogiocatore più esigente.

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