Immaginate vigilare su Gotham City nei panni di un eroe ancora grezzo, da modellare, lontano da una moralità ferrea e influenzati dal mutare costante delle nostre emozioni. Noi siamo acerbi, mentre Batman, il nostro mentore, è davvero il valore assoluto, quello per cui al Bat-segnale sparato nel cielo i giusti sorridono mentre i cattivi scappano terrorizzati.
Poi l’idillio si rompe e Batman muore, lasciando i suoi pupilli orfani di una guida. Nightwing, Batgirl, Robin e Cappuccio Rosso si trovano a dover fare i conti con una perdita grave, accentuata dal fatto che Bruce Wayne è morto per mano di uno storico nemico che sembra aver avuto dei mandanti. Non c’è tempo per piangere la perdita, Gotham non deve sapere della perdita del suo vigilante, mascherare le apparenze, dividersi il lavoro in quattro e mantenere l’ordine, il tutto mentre si cerca di capire il mistero dietro la morte di Batman.
Sapevamo più o meno tutti gli incipit narrativi, ma come vedremo adesso in questa recensione di Gotham Knights, il lavoro di Warner Bros Montreal è stato anche più profondo di quanto ci si potesse aspettare, con un titolo capace di ritagliarsi una bella fetta di attenzione.
La trama di Gotham Knights
Niente di diverso da quanto già detto poco sopra; il gioco ci metterà nei panni dei quattro giovani cavalieri in divenire, mentre riprendono in mano l’ultima indagine in corso di Batman e capire in che guaio si sia cacciato il Crociato di Gotham, tanto da rimetterci la propria vita.
Come già mostrato in tanti e diversi trailer, in questa avventura dovremo vedercela contro la Corte dei Gufi, storica organizzazione criminale che tira le fila di Gotham da tempo immemore. Che ci siano loro dietro l’omicidio di Batman? E che relazioni hanno i tanti altri criminali di Gotham con questa organizzazione?
Misteri che verranno svelati missione dopo missione, con il gioco che ha un’attenzione particolare proprio ai risvolti di trama, tra piccoli colpi di scena e scambi di battute molto più intimi tra i quattro protagonisti a cui bisogna aggiungere il fido Alfred, forse l’anima più fragile tra tutti, che quasi si colpevolizza per non essere riuscito a proteggere fino alla fine il signorino Bruce.
Quattro eroi alla riscossa
Gotham Knights è, come le altre declinazioni degli altri Arkham firmati da Rocksteady, un open world fatto e finito, magari più contenuto e con una mappa ottimizzata negli spazi, ma arrivati a metà della campagna vi ritroverete la mappa piena di icone tra attività varie, sfide, quest primarie e secondarie e tante altre cose da fare, sia utili che inutili.
Il modello di riferimento sembra quello delle ultime declinazioni di Assassin’s Creed: struttura gestionale delle attività che cercano di aumentare la longevità come possibile, alcune volte risultando fondamentali, come gli utilissimi punti di viaggio rapido, mentre altre sono le solite attività di ricerca di collezionabili, risorse ed esperienza extra.
Mentre di giorno i quattro eroi si ritrovano nel Campanile, quartier generale provvisorio dopo la distruzione della Bat-caverna, di notte inizia la ronda. Una soluzione interessante per regolare il ciclo giorno-notte anche se, concretamente, le fasi di giorno sono quelle dedicate più alla socializzazione e alla personalizzazione del nostro eroe, mentre di notte, è lì il momento in cui si volteggia nel cielo di Gotham.
I batarang del mestiere
Dal Campanile possiamo dunque scegliere con quale personaggio avventurarsi nella ronda notturna, ma la scelta non sarà permanente. Infatti appena tornati al Campanile – azione che terminerà la ronda – potremo sempre decidere di cambiare personaggio per la ronda successiva. Nonostante la scelta del personaggio, la storia non cambierà i suoi esiti o gli eventi, tranne le classiche linee di dialogo date dal sesso del nostro eroe e anche dalla sua personalità nel modo di approcciarsi alle diverse occasioni. Grande novità è la possibilità di cambiare tanto i costumi quanto gli equipaggiamenti di ogni cavaliere. Che sia un’armatura, l’arma principale o quella da lancio, troveremo equipaggiamento sempre diverso, con livelli di potenza, effetti ed abilità elementali, assieme a delle mod applicabili per potenziare direttamente il drop. Rispetto agli altri episodi della saga Arkham, questa venatura gdr aumenta il fattore personalizzazione e ottimizzazione della build di gioco.
Non a caso, tutti i nemici saranno indicati da un livello di sfida che crescerà mano a mano che il nostro eroe salirà di livello ottenendo sempre più esperienza. Allo scatto di ogni livello si ottiene un punto da spendere nei rami di abilità dedicati che siano dedicati all’attacco, alla difesa o alle abilità uniche del cavaliere in uso.
Ultimo appunto sul sistema di combattimento, totalmente rivisto. Abbandonato il freeflow, qui è tutto un gioco di attacco e schivata, e farlo nelle giuste tempistiche ci regalerà combo efficaci contro tanti nemici. Il consiglio è quello di prenderci confidenza sin da subito in quanto potrà essere erroneamente bollato come “lento”. No, è semplicemente diverso, con nuove meccaniche di gameplay. Dunque non l’ennesimo freeflow, ma un sistema che necessita di pazienza per assimilare questo nuovo approccio di combo, schivate e abilità speciali.
Una progressione particolare
Soffermiamoci un momento sulla progressione del personaggio, sottolineando un sistema con pregi e criticità: come cavalieri di Gotham in divenire, il nostro percorso sarà ricco di sfide da portare a termine per sbloccare il potenziale del nostro eroe. Queste sfide, spesso, si compongono nello sgominare rapine o altre malefatte da delinquenti o poliziotti corrotti per tutta Gotham. Raggiunto il numero richiesto e risolte altre sfide specifiche, sbloccheremo il grado di Cavaliere, ottenendo nuovi rami abilità e diretti boost di potenziamento.
Se facciamo lo switch di un personaggio, dunque per esempio dopo aver sbloccato lo stato Cavaliere di Batgirl e poi al Campanile prendiamo viso e muscoli di Cappuccio Rosso, condivideremo praticamente tutto, risorse, anche le armature che si sbloccheranno livello dopo livello, che sarà un valore in comune con tutti e quattro gli eroi, ma non ci porteremo dietro lo status di Cavaliere, e questo ci porta dunque a rifare tutte le sfide con Cappuccio Rosso.
Il problema è nel bilanciamento: arrivati a questo punto probabilmente Cappuccio Rosso sarà un personaggio con armatura ed equipaggiamento di alto livello, ma le sfide rimarranno di livello inferiore. Tanto valeva rendere condivisibile anche lo status di Cavaliere appena raggiunto, invece di renderlo unico per ogni eroe.
Una narrazione sopraffina
Il consiglio dunque è quello di iniziare e finire il gioco usando sempre lo stesso personaggio? No, giacché ogni cavaliere ha la sua caratterizzazione quasi si distinguessero in quattro categorie differenti. Nightwing è alla stregua di un ibrido con attenzione alle combo. Batgirl è il personaggio più vicino al Batman degli Arkham con attenzione al combattimento e all’hacking. Robin è veloce, piccolo e quasi invisibile, mentre Cappuccio Rosso è il tank del gruppo, grosso, violento, con una forza offensiva altissima. La curiosità ci mangerà minuto dopo minuto per la voglia di giocare qualche missione con ogni cavaliere e capire quale tra questi possa essere il migliore per il nostro stile di gioco.
Inoltre, passare da un personaggio all’altro ci darà la possibilità di saggiare l’elemento migliore di tutta la produzione: la narrazione. Gotham Knights infatti è un gioco che potremmo definire come più che buono, che funziona in ogni sua parte senza eccellere particolarmente, ma la narrazione è il fiore all’occhiello di tutto. Nel Campanile, abbiamo dunque la possibilità di passare del tempo in armonia con Alfred e il resto del team, perché tra un’indagine e una missione, c’è sempre quell’elefante enorme che respira tutta l’aria di una stanza piccola, infatti tutti e cinque stanno digerendo un profondo lutto. Ognuno di loro aveva modo di apprezzare e criticare Batman, ma il vuoto che ha lasciato con la sua morte, rende i quattro cavalieri spogli, consapevoli che non sono all’altezza del loro mentore e che da soli sono persi. In qualche modo ognuno di loro rappresenta una sfumatura dello spettro di Batman, del simbolo che è stato e di come li ha forgiati inconsapevolmente nell’animo.
Soltanto stando assieme possono rendere omaggio e ricostruire il mito di Batman.
Una Gotham City lurida e sporca
Sì, è vero, il gioco su console next gen gira a 30 FPS. Questo è un problema? Non necessariamente. La prova su PS5 non ha dato grossi problemi di esecuzione, mostrandosi pulita nei luoghi chiusi mentre su strada si percepiva il calo delle prestazioni ma niente che potesse davvero mettere i bastoni tra le ruote all’esecuzione generale del gioco.
Si potrebbe intavolare un discorso sul valore di questa scelta in piena next-gen che sembra davvero arretrare invece di andare avanti. Troviamo invece più sensato discutere del discutibile sistema di guida della Batcycle che rende la guida non del tutto facile, con una sensazione di guidare un cassonetto dell’immondizia pesantissimo in una strada piena di olio. Le bellissime sensazione di guida della Batmobile di Arkham Knight sono lontani e piacevoli ricordi.
Nonostante tutto, questa “nuova” Gotham City vive, respira ed emette il solito tanfo di fogna, pieno zeppo di criminalità sin nel midollo. Girovagando nella città infatti non solo i criminali, ma anche la polizia ci darà la caccia giacché, dopo la dipartita del commissario Gordon, le autorità non riconoscono più il valore di questi vigilanti mascherati, tornati alla stregua di criminali da arrestare.
Ma guarda chi c’è!
Ultimo appunto sulla mole di attività da fare per Gotham e come già detto, questo è il classico contenuto dalla doppia faccia: da una parte allunga all’inverosimile la longevità del titolo, dall’altra però è una chicca piacevole per chiunque cerchi un’alternativa alle missioni principali con sfide all’altezza della situazione, con nemici iconici del mondo di Batman.
Il Pinguino, Harley Quinn, Mr. Freeze, questi e altri andranno a riempire le minacce di Gotham, in un numero sicuramente non ricco ma il giusto per non rendere la Corte dei Gufi l’unica minaccia da affrontare. A questo chiaramente aggiungeteci anche tutte le attività presenti nella modalità multigiocatore, sia per quanto riguarda assalti eroici che per aiutare altri cavalieri in giro per il mondo durante le fasi della storia.
Un contenuto che risulta a più battute superfluo e che sarà oggetto di analisi sul lungo periodo: se adeguatamente supportato potrà essere una piacevole parentesi per chi vuole cercare nuovo drop per il proprio Cavaliere, altrimenti sarà l’ennesimo pretesto per buttarsi su un contenuto online fine a se stesso e che molte volte finisce per rovinare l’esperienza collettiva.
Certo è che, allo stato attuale, tutto sembra collocarsi in una situazione generale gradevole e funzionale, capace di spezzare via ogni tipo di dubbio o pregiudizio perché sì, Gotham Knights è un gran bel gioco.
La recensione in breve
Gotham Knights è un prodotto solido, divertente, ottimizzato in tutti i suoi reparti, senza eccellere in nulla di particolare. L'abbandono del freeflow per una progressione più da GDR necessità di essere assorbita con il tempo, come la stessa gestione dei quattro protagonisti, ma al netto della mole di contenuti da fare, è un titolo onesto, divertente e con un contesto narrativo fresco e coinvolgente.
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Voto GamesEvolution