Nel mercato odierno, in cui spesso le chiacchiere e le attese prima di poter mettere le mani su un prodotto diventano eccessive, Hi-Fi Rush è l’eroe che meritiamo e al tempo stesso quello di cui abbiamo un dannato bisogno. Sbucato dal nulla durante il primo Developer Direct di Microsoft, non è altro che il nuovo progetto di Tango Gameworks, un coloratissimo action con un’anima da rhythm game, sviluppato da una parte minoritaria del team capitanata da John Johanas, director di The Evil Within 2.
Il videogioco pubblicato da Bethesda ha una particolarità quasi unica, soprattutto tra quelli a pagamento: è stato annunciato, mostrato e distribuito nello stesso giorno, attirando tutti gli sguardi su di sé per il suo aspetto accattivante e il suo umorismo, e diventando fin da subito il beniamino del pubblico. A livello comunicativo, l’esperimento può dirsi riuscito: il gioco, schizzato subito in cima alle classifiche di Steam nonostante sia scaricabile senza costi aggiuntivi grazie al Game Pass, ha avuto un immediato successo, dimostrando che in questi primi scampoli di 2023 si sentiva un gran bisogno di mettere le mani su un prodotto che fosse pronto subito e si lasciasse giocare senza troppi fronzoli.
A metà tra anime e fumetto
A dispetto dell’immediatezza suggerita in fase di annuncio, però, Hi-Fi Rush nasconde molte sorprese: non solo è realizzato con una cura ed una passione non comuni al giorno d’oggi, ma è molto più strutturato e sorprendente di quanto ci saremmo aspettati, anche considerato che viene venduto a 29,99 euro.
L’incipit narrativo vede il giovane Chai, che sogna di diventare una rockstar, presentarsi al campus per nuovi talenti della Vandelay Industries, azienda che produce impianti cibernetici, convinto di poter in quel modo realizzare la sua aspirazione. Inutile dire che qualcosa va storto: la megacorporazione si rivela essere il cattivo da sconfiggere, mentre al ragazzo vengono impiantati il proprio lettore MP3 nel petto e un braccio meccanico e magnetico, che gli consente di attirare oggetti di metallo per costruire una chitarra da usare come arma. Il nostro, insieme a un simpatico gruppo di amici e alleati, si opporrà dunque al perfido Kale Vandelay, con l’obiettivo di sventare un diabolico piano di controllo mentale, volto a trasformare le persone in veri e propri robot umanoidi.
Sulla trama in sé eviteremo altri accenni, un po’ per evitare spoiler, un po’ perché effettivamente si tratta di una tipologia di racconto già vista e rivista ed esplorata in mille altre opere. Nonostante la relativa banalità di fondo, tuttavia, Hi-Fi Rush ha una capacità non comune di sapersi raccontare e di coinvolgere i giocatori nel suo mondo, grazie a uno stile particolarissimo, la cui base è chiaramente quella dei comics americani, ma con qualche influenza anche dalla cultura d’animazione giapponese, vista la composizione del team di sviluppo.
Un omaggio alla sottocultura pop
Quel che ci troviamo di fronte, a conti fatti, è praticamente un compendio videoludico di riferimenti e strizzate d’occhio alla sottocultura pop. Benché la campagna sia piena zeppa di cliché e di situazioni volutamente prevedibili, le ispirazioni da cui prende spunto sono furbe ed azzeccate, e coinvolgono determinati anime e fumetti diventati vere e proprie icone: cogliere determinate citazioni, anche musicali, vi strapperà più di un sorriso in diversi momenti.
Ne è un esempio Scott Pilgrim, con il quale Chai ha in comune diversi tratti caratteriali e di cui rappresenta una sorta di alter ego nei videogiochi: lo stesso game director ha dichiarato di essersi ispirato alla versione cinematografica del personaggio ideato da Bryan Lee O’Malley, interpretata da Michael Cera. Chai, in determinati momenti (soprattutto quando affronta i boss), si comporta esattamente come Scott, e chiunque fra voi abbia visto il film di Edgar Wright del 2010 (vi consigliamo di recuperarlo prima di giocare) coglierà immediatamente i parallelismi tra i due.
Nonostante la storia sia non così sorprendente (qualche colpo di scena non manca, ma è un po’ telefonato), finirete per affezionarvi e voler bene al protagonista e agli altri personaggi più per il modo in cui gli eventi vengono dipinti che per altro, grazie ad alcune scenette comiche ed altri momenti raccontati in maniera veramente spassosa, che non si prendono mai sul serio. Aiutano, e non poco, anche l’ottima regia e le perfette transizioni tra sequenze animate e situazioni in cui si controlla attivamente il personaggio, capaci di non spezzare quasi mai il ritmo e di mantenere l’azione adrenalinica ed esaltante fino alla fine.
Mazzate a tempo di musica
Di base, il videogioco di Tango Gameworks è un action a incontri, con punteggi dalla D alla S assegnati ad ogni singolo combattimento, ma ha un fortissimo legame con i rhythm game, che trova la sua giustificazione narrativa nella fusione del lettore musicale di Chai con il suo cuore, cosa che gli permette di percepire il mondo attorno a lui come se andasse a tempo.
Ogni cosa si muove in sincronia con i brani di sottofondo, dal protagonista stesso ai nemici, perfino diversi oggetti presenti negli scenari: questo elemento non è soltanto decorativo, ma rappresenta il cuore, il fulcro ludico dell’esperienza, un tratto identitario e immediatamente riconoscibile, che, soprattutto se avete uno spiccato senso del ritmo, sarà ciò che vi farà davvero innamorare (un po’ come è stato per altri videogiochi, come Metal Hellsinger).
La musica, per capirci meglio, scandisce ogni cosa, compresi i “tempi” di gioco, ossia le finestre in cui inanellare combo o difendersi dagli attacchi nemici, anch’essi, come tutto il resto, sincronizzati con il sonoro. Per far sì che tutto funzioni alla perfezione dovrete calibrare al meglio la vostra configurazione hardware, anche perché – e il tutorial lo esplicita fin da subito – è consigliato avere una latenza il più possibile bassa per godere al meglio di ogni battaglia, magari utilizzando un paio di cuffie o cercando di minimizzare l’eventuale ritardo dovuto al collegamento di un impianto audio via HDMI attraverso il televisore.
Più complesso di quel che sembra
I riferimenti principali su cui si basa il sistema di combattimento, neanche a dirlo, sono Devil May Cry e Bayonetta: ovviamente Hi-Fi Rush non raggiunge gli stessi tecnicismi, ma d’altro canto, pur abbastanza scolastico nel seguire i dettami del genere, è stato realizzato in modo competente, e si vede. Giocandolo diventa subito chiaro che qualcuno piuttosto in alto nel team nutra un amore sconfinato per i mostri sacri sopracitati, o magari abbia già esperienza in videogiochi simili. O entrambe le cose.
Proprio come in altri action game complessi, le combo possono variare anche in base alle pause tra un attacco e l’altro, cosa che è collegata a uno specifico parametro di valutazione, quello del tempismo. Questo fa sì che già dopo aver imparato le basi potrete divertirvi a scovare combinazioni personalizzate in base al momento in cui attaccate, scandendo voi stessi il ritmo dell’azione, a tutto vantaggio della varietà di base; in aggiunta, tra un livello e l’altro, potrete acquistare nuove mosse per espandere il vostro repertorio. Per i giocatori meno abili, è inoltre possibile attivare o disattivare a piacimento un pratico indicatore a schermo, che funge da “metronomo” ed aiuta a tenere il tempo.
I combattimenti vengono arricchiti ulteriormente dalla possibilità di richiamare sul campo tre alleati, sia per aiutare nelle battaglie che per eseguire azioni contestuali utili a progredire nel livello o a scoprire zone segrete. Ognuno di loro dispone di un potere specifico: una raffica di proiettili, per rompere certe barriere blu, uno schianto a terra per distruggere gli scudi più coriacei, e, per ultima, la capacità di stordire determinati nemici, il cui sblocco permette di iniziare a giocare in maniera più offensiva, facendo meno affidamento sul parry. Ogni singolo elemento della squadra ha un tempo di ricarica molto ridotto prima di poter essere evocato di nuovo, il che permette di dar vita a combinazioni di attacchi davvero esaltanti tra i membri del gruppo, soprattutto nella seconda metà dell’avventura.
Da buon action, inoltre, Hi-Fi Rush non è chissà quanto strutturato in termini di design dei livelli, ma propone qualche interessante variazione al tema “corridoio-scontro-corridoio”: in alcuni casi il gioco diventa un platform a scorrimento orizzontale, mentre in un paio di occasioni l’esplorazione si fa più libera. Nulla di incredibilmente approfondito, sia chiaro, ma questi momenti, spesso sapientemente mescolati a qualche siparietto umoristico, aiutano a variare il ritmo dell’azione.
Comparto tecnico, extra e conclusioni
Nelle pause tra un livello e l’altro, Chai può rilassarsi nel rifugio che funge da hub centrale, parlando con i compagni, controllando il muro delle sfide per verificare quali obiettivi gli rimangono da completare o giocando con 808, la simpatica gatta robot che funge da mascotte della combriccola.
Anche se non è presente (per ora) una modalità New Game+, dopo la conclusione della campagna è possibile tornare ad esplorare i livelli già completati, così da sbloccare nuove aree accessibili solo con i poteri più avanzati o aprire alcune porte segrete che permettono di cimentarsi in qualche spassoso minigioco. Non solo, verrà anche sbloccata la Torre Ritmo, una modalità aggiuntiva a tempo che richiede di completare un piano dopo l’altro stando ben attenti a non esaurire i secondi a disposizione (e se vi state chiedendo se è possibile sospendere la partita a piacimento, sì, si può fare).
A riguardo del comparto tecnico e del sonoro, infine, non si può non spendersi in grossi elogi. Da questi punti di vista il gioco è semplicemente splendido, e può vantare una cura nella realizzazione di modelli e scenari davvero notevole, che non fa altro che rimarcare l’eccellente direzione artistica. Di pregevole fattura anche le animazioni, che passano dal 2D al 3D con grande naturalezza e sembrano uscite direttamente da un film d’animazione di alto livello. La colonna sonora è ovviamente eccezionale, e comprende brani di band come i Black Keys, i Prodigy e gli Zwan.
Tirando le somme, Hi-Fi Rush è una piccola ma riuscitissima gemma nel suo genere, che arricchisce non poco il catalogo di Xbox Game Pass, servizio che, nonostante tutto, non smette mai di stupire. Realizzato nel silenzio più totale in questi anni (e lanciato quasi in sordina, nonostante sia di qualità assoluta), il titolo di Tango Gameworks, Bethesda e Microsoft evidenzia oggi più che mai la necessità di progetti che mettano un po’ da parte previsioni di guadagno ed analisi di mercato e si lancino con coraggio e spavalderia nelle mani dei giocatori, che poi sono i loro giudici finali e possono decretarne il successo o il fallimento. Esperimento riuscito, quindi? Assolutamente si.
Conclusioni
Hi-Fi Rush è un action che non sfigura neppure di fianco ai mostri sacri del genere, rispetto ai quali, pur perdendo in termini di complessità e design a livello generale (è pur sempre venduto alla metà del prezzo), riesce a dire la sua grazie a uno stile accattivante e idee molto ben inserite in un contesto leggero e spassoso, che non annoia mai.
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Voto ScreenWorld