Tra tutti i vari generi videoludici, sicuramente quello rilegato alla tipologia Horror è il più particolare. In questi ultimi anni abbiamo assistito ad un’indubbia evoluzione di questo movimento, posizionando “la paura” in alto alle preferenze di moltissimi giocatori. Proprio quel sentimento di insicurezza perenne, contestualizzato a situazioni realmente improbabili, rendono i videogiochi Horror un “must” per coloro che sono stanchi della “solita routine”. Ma come ben saprete, quando si toccano i pilastri di un ramo artistico, è difficile stabilire l’esponente determinante di quel tale fondamento. La cosa diventa ancora più ardua da gestire quando, si parla di un genere duraturo ed in costante evoluzione come il Survival Horror. Insomma, fare una classifica dei 10 migliori Survival Horror di sempre, non è per certo un compito estremamente facile.
Basta pensare che anche solo in questi ultimi 20 anni circa, il genere ha subito una forte impennata a livello evolutivo e qualitativo. In poco più di una decade invece, ci siamo ritrovati con un’evoluzione talmente netta del genere, fino a ritrovarci con svariati “franchise” in grado di cambiare per sempre la storia del mondo videoludico. Quindi, il compito che ci siamo imposti oggi non è decisamente facile da abbordare. Con queste premesse fatte, tuttavia, abbiamo deciso comunque di tentare la sorte e cercare di capire quali sono i 10 migliori Survival Horror di sempre!
1. Darkwood
Il panorama indipendente sicuramente ha saputo offrire all’utenza una variegata gamma di esperienze horror. Infatti, tra il 2010 e il 2015, il mercato indie è riuscito a dare vita a svariate saghe che sono andate a “cimentarsi” nelle radici della cultura horror videoludica. Tuttavia, il doppio taglio di questa espansione di massa del genere, si è risentito ben presto su tutta l’industria. Per ogni Outlast di successo (e valido da un punto di vista ludico), c’era almeno 2 titoli che cercavano di copiare in maniera pessima le caratteristiche dei più famosi. Infatti, subito dopo il 2015, il genere horror si “fermò”, non riuscendo più ad esprimersi in maniera interessante e innovativa oltre ai scontatissimi jumpscares.
Darkwood invece si può considerare l’eroe di un movimento destinato a morire. Un piccolo progetto fatto con tanta cura ed amore per un genere, in grado di far tremare anche i colossi più grandi. Darkwood è survival horror nel vero senso della parola. Il gioco, al di fuori della sua natura tecnica molto “budget”, spaventa la psiche del giocatore. Di giorno vi sentirete “in sicurezza”, mentre la notte il terrore diventerà più che concreto. Le atmosfere sono talmente ben strutturate che, faranno impallidire anche i più veterani del genere. Non vogliamo stare a spoilerarvi grossi dettagli su questa piccola perla indie, ma se siete amanti del genere e non avete avuto modo di provarlo, Darkwood è un “must buy” garantito!
2. Alien: Isolation
Poche saghe horror cinematografiche sono riuscite ad avere una giusta transazione nel mondo videoludico. Però la saga di Alien è decisamente l’esponente più particolare del genere. Lungo la storia videoludica, l’universo uscito dalla mente di Dan O’Bannon e Ronald Shusett, ha cercato di “offrirsi” ai giocatori molteplice volte. I risultati furono decisamente altalenanti, rilegando la saga (videoludica) di Alien a dimenticabile. Se da un lato Alien vs Predator riusciva a sollevare (non di poco) in altro il valore degli xenomophi, Aliens: Colonial Marines seppelliva tutto quello che c’era di buono riguardante la saga.
A lavare totalmente la nomea di Alien, fu in maniera (quasi) inaspettata un progetto che oggi viene considerato il massimo esponente sia della saga di O’Bannon, sia da un punto di vista videoludico. Alien: Isolation è certamente un Survival Horror da non escludere da una lista come questa. Ancora una volta, parliamo di un’opera che punta tutto sulle atmosfere, più che sui semplici e scontati “spaventi improvvisi”. In più, Alien: Isolation risulta innovativo per l’epoca, vista l’I.A. attribuita allo xenomorpho che ci darà la caccia per tutta la nave. Una creatura in costante evoluzione che, si adatterà al nostro modo di giocare. Già di suo, una creatura letale simile ad uno xenomorpho fa paura. Se si aggiunge anche una buona dose di imprevidibilità ed adattabilità a questo mostro, state sicuri che il terrore non tarderà ad arrivare.
3. Silent Hill 2
Quando si va a parlare di Survival Horror come genere, quasi sempre saltano in mente due nomi: Resident Evil e Silent Hill. Entrambe le opere sono riuscite lungo questi anni a dare molto al panorama videoludico e al loro genere d’appartenenza. Tuttavia, Silent Hill non ha mai avuto la costanza qualitativa e la fortuna di un Resident Evil. Ma anche con tanti sbagli alle spalle, la creatura di Konami è riuscita a campare nelle teste di tutti i videogiocatori per tantissimo tempo. Forse, proprio per questa ragione, il colosso giapponese ha deciso di far tornare in auge la saga.
Tuttavia, se dovessimo scegliere soltanto un capitolo emblematico della serie, sicuramente la nostra scelta andrebbe a puntare su Silent Hill 2. Il secondo capitolo è senz’ombra di dubbio il più memorabile per svariati motivi. Partendo dal fatto che fu il primo Silent Hill “next-gen” offrendo un livello audiovisivo decisamente impressionante per l’epoca, il secondo capitolo viene principalmente ricordato per la trama e le sue atmosfere. Silent Hill 2 non spaventava il giocatore in maniera diretta, ma creava in maniera quasi indiretta il sentimento di insicurezza e paura. Non c’era bisogno di “spaventi scontati” o mostri sempre “in your face”, ma di atmosfere ben strutturate e una narrazione ben raccontata. Il terrore psicologico che il giocatore subisce durante una partita al secondo capitolo di questa saga, è decisamente impressionante. Siamo curiosi di vedere se il Remake riuscirà a mantenere questo standard in alto.
4. Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth
Nella cultura horror ci sono tantissimi pilastri che hanno definito questo movimento. Ma, tra tutti i nomi, c’è decisamente uno in grado di farsi riconoscere anche dalla gente più “lontana” al genere. Howard Phillips Lovecraft è quel nome in grado di far venire un brivido lungo la schiena a tutti noi. Le opere partorite dalla psiche di Lovecraft sono sicuramente un misto tra “impressionabile” e “sconvolgente”. Ma poche di questi prodotti sono riusciti a trovare la giusta considerazione al di fuori del mondo letterario. Quando si va a parlare di videogiochi, sicuramente molti si sono ispirati alle opere di H.P. Lovecraft, ma pochi sono riusciti a ricreare a pieno una sua creatura.
Call of Cthluhu: Dark Corners of the Earth non solo è riuscito a fare l’impossibile, ma senz’ombra di dubbio ha dato anche vita ad una delle opere Survival Horror più riuscite della prima metà degli anni 2000. L’opera creata dal defunto studio Headfirst Production, riuscì a ricreare alla perfezione le atmosfere di Innsmouth. Non solo le atmosfere erano perfette, ma anche il gameplay riuscì ad evolvere la componente survival horror. Il nostro personaggio era condizionato da un sistema di sanità mentale che, a differenza di un Eternal Darkness, qui giocava un ruolo fondamentale nella sopravvivenza del nostro personaggio. Insomma, ogni danno apportato alla psiche del protagonista, si ritorceva contro di noi. Jack (il protagonista) subiva troppi danni e la morfina veniva sfruttata tanto? Il nostro protagonista sviluppava una dipendenza da morfina. Jack incontrava troppi eventi disturbanti? Allora la conseguenza era un delirio generale che lo poteva portare anche a farsi male (senza avere nessun controllo su di lui). Insomma, queste caratteristiche rendevano Call of Cthulhu sia originale ma anche dannatamente spaventoso!
5. Eternal Darkness: Sanity’s Requiem
Quanto fa strano pensare che Eternal Darkness, uno dei Survival Horror più amanti di sempre, viene rilegato come esclusiva ad una console family friendly come fu il Nintendo GameCube? Forse, proprio questa sua esclusività rende il titolo ancora più appetibile in qualche modo. Tuttavia, le doti di Eternal Drakness non si limitano soltanto ad “essere un’esclusiva”. Non staremo a perdere tanto tempo nel farvi capire quanto questo gioco sia stato emblematico per il panorama, ma vi basta sapere che fu il primo a giocare in maniera così diretta con la psiche del giocatore (primo del genere survival horror almeno… visto che Kojima fece una roba simile anni prima con MGS). Se non conoscete Eternal Darkness allora, vi tocca sperare in una remastered o porting sulle console più moderne, o semplicemente andare a scovare in rete per una copia del gioco. Tuttavia, vi garantiamo che la soddisfazione sarà garantita.
6. Outlast
Sicuramente uno degli esponenti moderni del genere horror più emblematici. Outlast, esattamente come Amnesia a suo tempo, riuscì a dare una rinfrescata non indifferente al genere Survival Horror. Partendo dalle basi insegnate dai suoi precursori, il progetto di RBG fu accolto dalla critica e dalla massa di appassionati in maniera più che positiva, dando vita anche a qualche seguito. Non siamo sicuramente di fronte alla saga più longeva della storia del panorama, ma già con un solo capitolo Outlast è riuscito a rimanere inchiodato nei cervelli di molti amanti del genere (e non).
7. Fatal Frame
Ci sono tantissime cose che ci spaventano: insetti, mutanti, mostri e via dicendo. Ma se c’è una cosa che ci terrorizza più di tutte è il paranormale. Insomma, non avere la totale certezza di capire certi avvenimenti è una cosa che ci destabilizza in maniera non indifferente. Quindi il fenomeno degli “spiriti” è sicuramente uno dei fattori più influenti quando si va a parlare di paura. Tutti, in qualche modo, siamo stati terrorizzati almeno una volta dai fantasmi (in maniera diretta o meno). Ebbene, Fatal Frame utilizza proprio questa caratteristica per farci spaventare.
Il progetto di Koei si buttava all’epoca dentro un mercato dove, il survival horror non ci buttava troppo spesso nei panni di personaggi “indifesi”. Anche il meno letale dei protagonisti Survival Horror, aveva qualche capacità offensiva. In Fatal Frame, l’unica nostra difesa sarebbe stata una fotocamera. Insomma, una tipologia d’arma sicuramente non convenzionale ma che rendeva il gioco ancora più spaventoso. Sentirsi indifesi difendendosi sembra quasi paradossale, ma in Fatal Frame questo paradosso sta alla base del gioco. Provare per credere!
8. Resident Evil 7
Esattamente come per Silent Hill, anche Resident Evil è da considerare un pilastro non indifferente del genere Horror. Una delle poche saghe a mantenere uno standard qualitativo alto, persino quando sbagliava in maniera grossolana (si ragazzi… persino RE6, con tutti i suoi difetti, alla base è un buon prodotto). Però, se dovessimo scegliere un solo ed unico capitolo a rappresentare la saga, forse la nostra scelta cadrebbe su Resident Evil 7.
Ma perchè proprio su questo capitolo così “discusso”? Perchè, RE7 è riuscito a far rinascere la saga. Con le sue atmosfere cupe ed il gameplay molto più vicino al survival horror classico, il settimo capitolo ha tutto quello che serve per rappresentare questa leggendaria saga. Ovviamente non stiamo parlando di un gioco perfetto (Quale gioco lo è effettivamente?), ma RE7 ha sicuramente dato una scossa non indifferente al panorama, rendendo di nuovo interessante un genere che stava pian piano morendo.
9. Amnesia: The Dark Descent
Prima di parlare del gioco in questione, andrebbe fatta una piccola parentesi sui creatori del titolo. I Frictional Games sono senz’ombra di dubbio una delle software house più valide quando si va a parlare di Survival Horror. Si potrebbero definire i padri fondatori del “indie horror”. Infatti, furono i Frictional, in maniera quasi involontaria, a dare via ad un vero e proprio movimento nel panorama indipendente. Prima con un Penumbra alquanto innovativo (anche se non del tutto splendente), poi con una delle opere più leggendarie del genere, ovvero Amnesia: The Dark Descent.
Cosa si potrebbe dire di Amnesia senza risultare ripetitivi e scontati? Di base, niente! Il gioco è un colosso che va rispettato e ringraziato per aver tenuto in vita per anni il genere Survival Horror, apportando modifiche non indifferenti. Fu l’esponete maggiore dei “Defenceless Horror” infatti, ma anche il gioco indie più “mainstream” dell’epoca (infatti, grossi Youtuber si sono creati letteralmente una carriera grazie a quest’opera). Insomma, non ci sono abbastanza parole per lodare appieno questo titolo. Se non l’avete mai giocato, vi conviene recuperare… volendo, anche andando oltre Amnesia.
10. Doki Doki Literature Club
Ci si può spaventare attraverso una visual novel? La risposta è senz’ombra di dubbio affermativa e a dimostrare tale tesi ci si butta in mezzo un progetto come Doki Doki Literature Club. Cercare di raccontarvi l’esperienza proposta da questo “gioco”, senza rovinarvela è alquanto impossibile. Infatti, ci limiteremo a poche righe dicendovi che Doki Doki non è quello che sembra! Non lasciatevi ingannare dalla natura tenera e dolce di quest’opera in quanto, dietro le apparenze si nasconde un mostro terrorizzante. L’unica avvertenza che vi possiamo dare è: se siete sensibili a certi argomenti (come il suicidio e il “farsi male da soli”), Doki Doki forse non fa al caso vostro.