Con le recensioni di Resident Evil 4 Remake che rimbalzano per tutto il web, in attesa di elargire anche noi un giudizio universale, vogliamo rubare qualche minuto della vostra attenzione per riportarvi alla memoria uno dei primi luoghi visitabili di Resident Evil 4, presente anche in questo remake, ovvero il villaggio.
Porzione di gioco dedicata anche dalla recensione demo pubblica, il momento iconico vede Leon arrivare in questa piccola piazza di un villaggio a cui fa seguito un violento scontro, con annesso abitante in possesso di una minacciosa motosega, capace di metterci KO in un colpo solo.
Il villaggio di Resident Evil 4 Remake
Remake come non, lo scopo di queste poche e semplici righe, è quello di celebrare senza filtri o limiti, uno dei migliori Resident Evil mai realizzati. Uno di quelli che ha visto il pubblico spaccarsi nettamente in due, tra chi ha adorato questa evidente svolta tendente all’action e chi invece ha criticato l’estrema mancanza di stilemi horror.
Come ha sempre dichiarato il creatore del frachise di Resident Evil, come anche director di Resident Evil 4, l’evoluzione è la strada necessaria per evolvere il medium. Lo stesso Mikami ha sempre criticato i nostalgici dei tank control dei primi Resident Evil, con una soluzione di movimento necessaria per far funzionare tutto l’impianto di gioco, ma estremamente scomoda, quindi quando l’evoluzione tecnologia ha dato la possibilità di evolversi, ecco arrivare di tutto punto Resident Evil 4.
Destra, sinistra, in alto e in basso
Succede questa cosa appena arrivati al villaggio: dopo una veloce perlustrazione oculare con il binocolo, subiamo l’assalto degli abitanti del villaggio, tutti sotto il controllo delle plagas. La mappa è semi circolare, abbiamo un centro, identificato dal rogo dove sta bruciando il poliziotto che ha fatto da scorta a Leon e tutto attorno case, stalle, chiese e altre costruzioni simili.
Possiamo scappare, girare attorno gli edifici e trovare la posizione migliore per tentare una forza offensiva, quasi disperata in alcuni momenti dato che i nemici si moltiplicano sempre più. Ed ecco che il gioco, letteralmente si apre, con la possibilità di entrare negli edifici, barricarsi all’interno o semplicemente spiazzare i nemici alle loro spalle dopo aver attraversato una stanza.
Non contenti possiamo sviluppare la nostra strategia anche in verticale, portandoci sui tetti o sfruttando il jolly del campanile e attendere l’arrivo dei nemici o sconfiggerli dall’altro (ma non fatelo nel remake dato che gli sviluppatori hanno in serbo una spiacevole sorpresa se tenterete di fare la stessa cosa).
Ciliegina sulla torta, appunto, l’arrivo dell’uomo armato di motosega, che chiuderà la fase di combattimento con esplicite richieste di fuga e di annientamento repentino del nemico. Il tutto solo per attendere il suono della campana, un tacito timer che incalza la sfida di sopravvivenza mentre veniamo assediati da decine di nemici.
Nella sua rivoluzione stilistica, Resident Evil 4 è stato anche un grande esempio di come si costruisce in modo brillante un ottimo level design, capace di non perdere lo smalto della sfida anche a distanza di tutti questi anni e, come visto nella demo, rimasto totalmente immutato nella sua riproposizione. Un chiaro messaggio di devozione a una porzione di gioco estremamente riuscita