La ricezioni da parte di un certo tipo di pubblico dell’arrivo di Kingdom Hearts su Steam è stata estremamente particolare: in molti hanno pensato che solo ora l’intero franchise fosse disponibile anche per PC. Paradossale sapere invece che la serie è stata disponibile per PC in esclusiva su Epic.
Insomma, al netto di questi piccoli feticci, che possono aprire e chiudere parentesi su diversi discorsi riguardo il settore, la fruibilità del medium e di chi ne distribuisce le chiave di accesso, con l’arrivo anche su Steam, abbiamo avuto modo di mettere mano all’intera collezione di gioco.
L’occasione è stata ghiotta proprio per rigiocare un franchise videoludico tra i più importanti, nati nel segno dell’incertezza come della sfida, per poi uscirne vincitore, allargando la sua lore in modo esponenziale, toccando intere generazione di console per diverse decadi.
Senza perderci in altre parole ecco la recensione della versione Steam di Kingdom Hearts, quasi una scusa per tornare a parlare di Sora, Pippo e Paperino con immensa gioia e cuore a pieno ritmo.
Kingdom Hearts anche su Steam
Iniziato nel 2002 con la pubblicazione del primo storico capitolo e terminata – per ora – con il DLC di Kingdom Hearts 3 nel gennaio del 2020, il franchise ha saputo raccogliere fan, fedelissimi e appassionati in tutto il mondo.
Rigiocare il primo capitolo è il classico tuffo nel cuore, lo stesso del mini tutorial dove dobbiamo scegliere la scalata della nostra progressione futura. Poligoni, musica, ambientazioni e twist narrativi, il primo Kingdom Hearts presenta qualche piccola ruga, in special modo nella dinamicità dei combattimenti che sono andati a velocizzarsi sempre più di capitolo in capitolo, ma racchiude nel suo pacchetto come nella grammatica di gioco, un’emozione e una cura al dettaglio non da poco.
Nella prova si evidenzia qualche momento di incertezza tecnica. Al netto di una pulizia delle texture e qualche miglioria generale (che paradossalmente mancava alla versione su Epic) la nota importante è quella del supporto per Steam Deck.
Se abbiamo capito qualcosa da Kingdom Hearts: Birth By Sleep, capitolo uscito originariamente su PSP, è che giocare Kingdom Hearts ovunque vogliamo, è incredibilmente bello e suggestivo, ecco dunque che il supporto alla console portatile di Valve regala all’intera collezione un’aura diciamo diversa, quasi uno spettro di gioco “nuovo” da saggiare ovunque siamo, in viaggio sul treno, in sala di attesa, prendere e sconfiggere heartless nei momenti di noia o poco prima di prendere sonno, è un piacere inedito e prelibato.
Tempo al tempo
Kingdom Hearts -HD 1.5+2.5 ReMIX-, 2.8 Final Chapter Prologue e Kingdom Hearts III + Re Mind (DLC) è un pacchetto glorioso che comprende sette giochi completi assieme ai filmati – rimasterizzati in HD – di tre episodi utili per completare tutto questo primo arco che ha avuto come perno centrale lo scontro tra Luce e Oscurità.
Con un Kingdom Hearts 4 annunciato e per ora fuori da ogni radar, per chiunque si approcci ora a questo immenso mondo ideato da Tetsuya Nomura deve farlo nel pieno della consapevolezza che bisognerà farsi carico di un monte ore di gioco titanico.
Gli stessi intrecci narrativi di Nomura sono una croce e delizia dell’intero franchise, ormai nodo conosciuto anche a chi non si è mai avvicinato ai giochi e la nomea ha dilagato abilmente nel web, ma siamo qui a togliere questa paura invitando tutti a inoltrarsi nuovamente in questo mondo, estremamente intrecciato negli eventi sì, ma ricco di indubbio fascino. Insomma, non sarebbe arrivato fino a questo punto il franchise se non avesse davvero dei grandi assi nella manica.
Ultimo punto riguardo la solidità degli altri due capitoli principali: se Kingdom Hearts 2 è il titolo che ha raccolto i maggiori benefici di questo lavoro di ottimizzazione, Kingdom Hearts 3 per questioni di cronologiche e strumenti di realizzazione estremamente più recenti, è la delizia tecnica che si scontro con la frettolosità di chiudere il cerchio. Certo, parlare di fretta in un franchise che ha chiuso la sua macrotrama in circa 20 anni è paradossale, ma chi l’ha giocato potrà confermare o meno.
Kingdom Hearts attraverso gli anni
Potrebbe mai funzionare un progetto dell’allora Square Soft dove coniugare i mondi Disney con lo stile Square? Oriente ed Occidente che si fondono per un progetto folle sulla carta, su cui chissà se qualcuno ci ha davvero riposto fiducia o ha urlato allo scempio, ad ogni modo siamo ancora qui a parlare di Kingdom Hearts.
Lo stesso franchise capitolo dopo capitolo ha dimostrante anche un certo grado di evoluzione e pazzia nella sua formula di gioco e non riusciamo a non vederci dirette influenze anche nell’eterno Final Fantasy, con forte contaminazioni che hanno portato poi al sedicesimo capitolo a divenire un titolo dalla forte componente action (con tanto di lodi e critiche).
Ancor prima di giochi quali Death Stranding, già Kingdom Hearts ha parlato al cuore dei videogiocatori, li ha portati a creare legami importanti, che esulano quelli dei mondi Disney, proprio per legare personaggi di mondi e universi diversi. Alcune volte criticando anche questi legami che usati per scopi malevoli, dilagavano senza sosta, ma Kingdom Hearts è anche stata una saga che ha sempre parlato al nostro eterno fanciullo.
Ecco palesato – in parte – il “problema” di Kingdom Hearts 3, gioco bellissimo da giocare, ma arrivato forse con troppi anni di ritardo. Chi giocava Kingdom Hearts nel 2002 si è ritrovato sul groppone quasi venti anni in più e una maturità che ha portato un forte filtro sulla ricezione di un capitolo che sembra quasi voler sottolineare come al netto degli anni, il cuore rimane lo stesso, come le emozioni e la memoria.
Giocare oggi Kingdom Hearts tra un viaggio e l’altro in treno su Steam Deck è diventato quasi una sorta di terapia, scavare nel passato, ritrovare alcune sensazioni e ricordi e magari tenerci giovani il più a lungo possibile.
La recensione in breve
La saga di Kingdom Hearts arriva anche su Steam e la collezione ci è parsa in ottimo stato, rifinita a dovere, con giusto qualche problema di ottimizzazione riguardo il primo capitolo. Il resto del pacchetto sono centinaia di ore di gioco in compagnia di personaggi indimenticabili e una struttura e relativa grammatica di gioco che appassiona e diverte, trovando il culmine di dinamicità nel terzo capitolo. Da giocare e rigiocare per rievocare sentimenti e ricordi.
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Voto GamesEvolution