L’arte di Scorn manifesta un certo gusto per l’orrore, il macabro e tutta una serie di fattori considerati solitamente ripugnanti: pensate alla commistione di elementi biologici e parti meccaniche, o una visione fortemente disumanizzata di un mondo in cui gli elementi legati alla vita sono relegati in una dimensione mortifera. I paesaggi di Scorn sono panorami che ci mostrano la vita senza vita. Ogni elemento, incluse le armi, è composto da parti biologiche interconnesse fra di loro in modo da creare un insieme visivamente sconvolgente che trasmette l’idea della quasi totale assenza di vita in un mondo vivo. Questo avviene per via di una sensazione straniante trasmessa in modo eccellente dall’opera. Ma a cosa si ispira Scorn?
Coloro fra di voi che sono appassionati di arte e di cinema horror avranno certamente notato l’influenza preponderante dell’arte di Scorn: Hans Ruedi Giger. L’artista svizzero è conosciuto per la sua arte biomeccanica e il suo memorabile lavoro nel cinema. Infatti, è il creatore dello Xenomorfo protagonista indiscusso della saga cinematografica di Alien. E la sua creatura gli fece meritatamente vincere anche il Premio Oscar per i migliori effetti speciali, nel 1980. Ma Giger non è il solo artista che ha ispiratoScorn! Un’altra influenza molto importante è quella dell’artista polacco Zdzisław Beksiński, fautore di un surrealismo gotico e distopico derivante da una visione della vita non proprio rosea. Infine, un’altra grande fonte di ispirazione per il gioco è il body horror, una corrente artistica che trova la sua più ampia espressione nel cinema, grazie a registi visionari come David Cronenberg e Clive Barker.
In questo articolo ci occuperemo di analizzare un po’ più da vicino le influenze di Scorn, ovvero le opere di questi artisti innovatori in relazione al loro vitale (è proprio il caso di dirlo!) apporto alla creazione del mondo e dell’arte del gioco di Ebb Software.
L’arte di Scorn: l’influenza del surrealismo gotico e distopico di Zdzisław Beksiński
Iniziamo subito con il parlarvi dell’artista meno conosciuto al grande pubblico, Zdzisław Beksiński. Nato a Sanok, in Polonia, il 24 febbraio 1929, studiò architettura a Cracovia. Dunque, non ricevette una formazione come artista. Tuttavia, ben presto capì che le sue vere passioni erano la fotografia, la scultura e la pittura. I suoi soggetti preferiti erano paesaggi desolati e corrosi, volti creati con l’uso della natura morta o del tutto assenti, come strappati via dal cranio o avvolti da bende. Queste caratteristiche raffigurano simbolicamente stati d’animo negativi come l’ansia.
Un mondo in rovina, corpi deformi e scheletrici, atmosfere dense, stranianti e cupe, forme di vita bizzarre e aliene: sono tutti elementi dell’arte di Beksiński facilmente riscontrabili nell’arte di Scorn. Beksiński morì nel suo appartamento di Varsavia il 22 febbraio 2005, assassinato dal figlio diciannovenne del suo maggiordomo insieme a un complice. Il movente fu il rifiuto dell’artista di prestargli del denaro, e per questo ricevette ben 17 coltellate, due delle quali si rivelarono fatali.
L’influenza del biomeccanico di H. R. Giger
Hans Rudolf Giger, meglio conosciuto come Hans Ruedi Giger e H. R. Giger, è il Maestro indiscusso dell’arte biomeccanica. Nacque a Coira, in Svizzera, il 5 febbraio 1940. Il suo amore per ciò che è tetro, oscuro e bizzarro nacque nel laboratorio da farmacista di suo padre, dove ebbe modo di vedere dal vivo strani liquidi colorati, sanguisughe e, un giorno, perfino un teschio umano! Studiò presso la scuola di arti applicate e design industriale di Zurigo. Dopo aver sperimentato diverse tecniche, scelse la sua preferita: colore acrilico spruzzato con un aerografo. La definizione di surrealismo, per le opere di Giger, ben presto si dimostrò poco calzante. Il termine che meglio definisce la sua espressione artistica è arte biomeccanica. Infatti, Giger unisce uomo e macchina, compenetrandoli, in modo che diventino una cosa sola. Così, la vita si unisce a elementi meccanici e tecnologici, in una visione decisamente straniante e distopica del futuro. Un futuro in cui uomo e macchina saranno un unicum inscindibile.
Oltre che nell’arte e nel cinema, Giger lavorò anche nel mondo della musica: ha illustrato diverse copertine di album, come Heartwork dei Carcass e Brain Salad Surgery degli Emerson, Lake & Palmer. E ha anche realizzato l’iconica asta del microfono di Jonathan Davis, il cantante dei Korn. Un futuro distopico in cui elementi biologici e tecnologici coesistono in un unico organismo, formando anche spettrali scorci di interni biomeccanizzati, compresenza di vita, assenza di vita e morte, straniamento: tutti questi elementi propri della produzione artistica di Giger sono presenti anche in Scorn. Osservate, poi, la prima arma del gioco, una sorta di pistola da cui fuoriesce una protuberanza contundente: vi ricorda qualcosa? H. R. Giger morì il 12 maggio 2014 a Zurigo, a causa delle conseguenze di una caduta.
L’arte di Scorn: l’influenza del body horror: David Cronenberg
Il body horror, come suggerisce il nome stesso, si concentra sull’orrore suscitato da mutilazioni e deformità del corpo, naturali o inferte. Fra i maggiori esponenti del body horror troviamo David Cronenberg, regista e sceneggiatore nato a Toronto, in Canada, il 15 marzo 1943. Opere come Videodrome e La Mosca (remake del film L’esperimento del dottor K) evidenziano l’amore di Cronenberg per la rappresentazione dettagliata di deformità fisiche di varia natura. Le cause della deformità spaziano da condizioni genetiche a esperimenti, passando per la fusione dei corpi umani con quelli animali, ma anche con le macchine.
In questo, possiamo notare come anche Cronenberg riprenda nel suo cinema l’arte biomeccanica di Giger. Inoltre, il body horror di Cronenberg è di certo presente anche in Scorn. Ma c’è un altro prestigiosissimo esponente del body horror la cui influenza possiamo riscontrare in quest’opera videoludica!
L’influenza del body horror: Clive Barker
Clive Barker è uno scrittore, sceneggiatore, regista e visual artist inglese nato a Liverpool il 5 ottobre 1952. Molti dei suoi film si basano su romanzi e racconti scritti dallo stesso Barker, e fra i più celebri non possiamo non nominare Hellraiser, Cabal e Candyman. Nelle sue opere, Clive Barker mostra una espressione del body horror legata a elementi come la tortura, il sadomasochismo e le modifiche corporee.
La passione per il body horror e la fantascienza di registi come Barker e Cronenberg ha contribuito molto a plasmare l’immaginario di Scorn, creando paesaggi biomeccanici, distopici e stranianti e mostrando il body horror in diverse sue espressioni. Se la vedete così, Scorn è un viaggio interattivo all’interno di un’opera d’arte, un’occasione unica per esperire così da vicino delle creazioni artistiche così uniche e particolari.