Il salto da PlayStation 1 a PlayStation 5 non è roba di tutti i giorni e solo pochi illustri personaggi del panorama videoludico hanno beneficiato di questo trattamento. Quel Pac-Man World del 1999, titolo che trasmutava ufficialmente la celebre pallina gialla al mondo dei platform 3D, è stato pescato dal mazzo per riempire questo periodo di passaggio tra vecchia e nuova generazione, beneficiando di un’operazione di remake, semplice, pulita e liberamente fruibile da tutti.
In questa recensione di Pac-Man World Re-Pac andremo a vedere dunque come si comporta questa nuova versione di Pac-Man, che sembra inserirsi in un terreno assai particolare, tra la chiara operazione di mercato e la voglia di far conoscere la famosissima pallina gialla mangia fantasmini anche ad un nuovo pubblico, di quelli che erano troppo giovani o assenti all’inizio del nuovo millennio per provare con mani un’iterazione di Pac-Man al di fuori dell’intramontabile versione cabinato su cui tutti abbiamo speso una volta nella vita una quantitativo infinito di monetine, che siano Euro o Lire è indifferente, quelle palline che Pac-Man mangiava non erano altro che una grossa metafora del nostro piccolo danaro speso dietro quell’irresistibile palletta gialla.
Pac-Man World Re-Pac, un trama fantasmagorica
Bisogna sottolineare già da qui un piccolo fatto che potrebbe portare confusione a chi giocò il titolo originale: per questione di diritti e diatribe affini, diversi nomi di alcuni personaggi sono stati cambiati. Capita spesso che operazioni di questo calibro, con remake che ripropongono un gioco vecchio di decadi, vadano spesso a incontrarsi con questioni di diritti riguardo l’utilizzo di nomi o anche di adattamenti e doppiaggio in italiano.
Ne è stato un esempio il remake del primo MediEvil dove i folletti hanno perso quella viscerale cadenza romanesca, oppure tutto il doppiaggio italiano di Ghostbusters, andato perduto nella recente remastered.
Pac-Man World Re-Pac non ne è uscito illeso, ma è davvero questione di poca roba, che già durante le prime fasi di input narrativo possiamo vederne alcuni cambiamenti che poco inficiano sul gioco finale. Insomma, mentre la famiglia di Pac-Man si organizza per celebrare l’eroe con una festa a sorpresa per il suo compleanno, questi vengono rapiti dai soliti fantasmini, per ordine diretto del misterioso Toc-Man, che li rimprovera facendo giustamente notare che quelli rapiti non sono Pac-Man (tutti tondi e gialli, facile sbagliarsi, o no?). Scoperto il misfatto, il nostro eroe si reca sull’isola dove tutti i sei parenti sono tenuti prigionieri per salvarli.
Fedeltà e difficoltà
La memoria molto spesso gioca brutti scherzi, presentandoci falsi ricordi che nel momento in cui andiamo a rispolverare gli stessi, a fatica riusciamo a credere che quel che ci sembrava così bello, difficile ed entusiasmante, alla fine non lo era davvero. Questo remake di Pac-Man World ci svela, ancora una volta, come quelli che ricordavamo come giochi difficili, alla fine non lo sono poi così tanto. Un effetto simile e contrario capitato quando è uscita la Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, dove livelli che pensavamo di sapere a memoria, invece ci hanno messo talmente in difficoltà da chiederci se siamo peggiorati noi come videogiocatori, oppure la nostra memoria ne ha tenuto e maturato un falso ricordo.
Pac-Man World Re-Pac a distanza di decadi ci mostra invece che questo platform alla fine non era poi così impegnativo, ma guai ad azzardarsi a definirlo semplice.
La ricerca dei nostri famigliari si compone di sei zone di gioco dove alla fine, allo scontro con il boss, libereremo un membro della famiglia. La difficoltà di questi livelli dunque, riproposta fedelmente, non regge il confronto con il livello di sfida di alcuni platform odierni, risultando assai semplice, lineare, facilmente superabile alla sua prima prova. Giocando il titolo su supporto PlayStation 5 non nego di aver concluso l’avventura nel giro di un paio di giorni, con una media di circa tre mondi completati per giorno. Circa sette ore di gioco per poi vedere i titoli di coda e magari dedicarmi a qualche collezionabile lasciato dietro.
Un quadro pulito, colorato e brillante
L’operazione di ammodernamento del gioco è di ottima fattura, con un lavoro inattaccabile sotto ogni punto di vista. Nonostante l’idea di un platform 3D, il gioco è rimasto ancora un 2D a scorrimento camuffato da 3D, dove la tridimensionalità si raggiunge in piccolissime aree che si aprono a quadrato dove lasciar girare il nostro eroe liberamente, mentre si libera dalla morsa del fantasmini o è lui stesso a mordere loro. I movimenti di Pac-Man sono rimasti totalmente invariati, con il doppio salto, lo scatto e la possibilità di lanciare addosso i nemici le palline gialle raccolte durante l’avventura, a cui si aggiungono le diverse unità di frutta, chiavi per aprire porte segrete e pezzi di puzzle dove divertirsi con minigiochi adibiti a labirinti con visuale dall’alto, ricordando le nobili origini di Pac-Man con la stessa missione di sempre, ovvero mangiare tutte le palline gialle, senza farsi catturare dai fantasmini e concludere il livello.
Tutto questo completa un pacchetto ludico tutto sommato soddisfacente, per un remake che non tradisce le aspettative e arriva con una comunicazione assai trasparente e sincera: una chiara operazione nostalgia per rispolverare il primo platform dedicato a Pac-Man e farlo scoprire a chi non ha potuto giocarlo durante l’uscita originale. Il resto è un matrimonio di colori, divertimento e buonissimi momenti da spendere – seppur brevi – pad alla mano.
La recensione in breve
Pac-Man World Re-Pac è una palese e chiara operazione nostalgia che non si aggrappa mai a nessuna facilitazione con un lavoro di ammodernamento generale davvero di buonissima fattura. La longevità difficilmente raggiunge le dieci ore, ma viene venduto ad un prezzo budget che tanto basta a rendere questo oggetto facilmente reperibile per chi ha giocato l'originale e ha voglia di nostalgia, sia per chi si avvicina a questo platform di più di venti anni per la prima volta.
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Voto GamesEvolution