I ragazzi di Roll7 non sono nuovi a giochi di questo calibro, infatti dopo aver raggiunto un successo cristallino con il loro OlliOlli World, gli sviluppatori non hanno abbandonato il mondo delle rotelle, mutando le stesse in pattini ipercinetici e futuristici.
Arrivato un po’ per caso, attirando l’attenzione del grande pubblico con una pazienza degna dei migliori ragni, anche Rollerdrome ha teso la sua tela con calma e il rischio è sempre lo stesso, quello di avvicinarsi troppo e rimanere incollato ad un titolo incredibilmente avvincente. In questa recensione di Rollerdrome cercheremo di scoprire i punti di pregio di questa particolarissima operazione, che ci chiede di fare un salto nel futuro, mantenendo però la mente salda a stilemi di fantascienza classica, per un ibrido divertentissimo.
Rollerdrome, benvenuti nel 2030
Futuro. Benvenuto nel campionato di Rollerdrome, edizione 2030. Lo sport del futuro non si gioca con schermi proiettati ovunque, innesti cibernetici, o altre diavolerie da fantascienza progressista, anzi, nonostante il calendario segni 2030, l’impatto estetico ci riporta almeno al 1970. Il Rollerdrome è lo sport del futuro e si compone di atleti che si gettano in una campo, simil pista da percorrere, pattini ai piedi, tuta monocromatica, caschetto e un piccolo arsenale di armi per annientare gli avversari. Una piccola premessa, per qualcosa che già si presenta diverso, tanto affascinante quanto strano nell’esecuzione.
Noi prendiamo i comandi di Kara Hassan, cadetta che deciderà di scalare la classifica del torneo per prendersi i meriti che gli spettano. Certo, prima di arrivare alla sfida finale, c’è tutta la fase di preparazione, gironi e quarti di finali da superare. Ma tutto deve essere affrontato con calma. Per la gloria c’è tempo, per rimanere in vita sul campo invece no, lì è una questione di pochissimi secondi dove decidere se essere l’atleta che rimarrà in vita o che perirà nel giro di poco.
Corri, salta e spara
Non fatevi ingannare dalle apparenze e da un’estetica retrò affascinante quanto bislacca nella proposizione. Se avete visto il film Rollerball del 1975, troverete infinite affinità con Rollerdrome, omaggi palesi a un caposaldo della distopia fantascientifica firmata da John McTiernan. La palese violenza per un pubblico sempre assetato si trasforma in nemici che hanno il compito di fermare la nostra conquista di particolari obiettivi, molti dei quali si compone nell’esecuzione di acrobazie utilizzando le tanti rampe presenti nel campo, come altri oggetti come cornicioni o pedane dove effettuare trick, ottenere punteggi e scalare la classifica.
Ma fare acrobazie con nemici che cercano di riempirti di piombo non è facile, ecco perché saremo armati con bocche da fuoco di diversa categorie. Inizieremo con le classiche doppie pistole e progredendo nel torneo sbloccheremo armi d’assalto, fucili e via dicendo. Non tutte le armi sono funzionali e ottimizzate allo stesso modo, infatti con la possibilità di equipaggiare quattro armi in relativi slot, il gioco tacitamente ci chiede di trovare la potenza offensiva migliore al nostro stile di gioco. Non una vera e propria build, ma la reale possibilità di finire il gioco anche solo con le doppie pistole, se queste saranno le migliori armi che sapremo utilizzare durante tutto il gioco.
Unire l’utile al dilettevole
Rapportarsi con parole e descrizioni verso chi non ha giocato Rollerdrome potrebbe far sorgere la domanda spontanea per eccellenza: ma non possiamo prima eliminare i nemici e poi prodigarsi al raggiungimento degli obiettivi per completare il livello? No, per una semplice e brillante scelta di game design.
Le munizioni delle nostre armi sono ridotte, finite quelle in nostro possesso, non ne avremo più. L’unico modo per “ricaricare” magicamente i caricatori è quello di eseguire dei trick, delle acrobazie dirette. Più saranno complicate, ma stilose da guardare, più munizioni torneranno a noi. Ecco dunque che il consiglio appena iniziato il gioco di utilizzare un controller (per chi giocasse il titolo su PC) si rivela non solo un’opzione, ma qualcosa di fondamentale per sopravvivere al gioco.
L’abilità principale di Rollerdrome dopo i primi minuti si palesa in uno stile di gioco che racchiudere il suo cuore in quella manciata di minuti, tre, massimo quattro, che ci serviranno per completare il livello. In mezzo a questi secondi, siamo chiamati a correre per tutta la pista, eseguire acrobazie, raccogliere boost o power up, annientare nemici, sopravvivere, fare punti e ricaricare le armi. Tutto questo nel medesimo momento.
Il solito problema della difficoltà
Questo 2022 ha portato nuovamente sotto i riflettori un tema assai delicato per ogni videogiocatore, quello della difficoltà. Scalabile o meno, selezionabile o no, insomma, sempre più giocatori prediligono l’effetto sfida mortale, mentre altri meno. Rollerdrome si inserisce in una zona grigia, con una difficoltà malleabile ed esponenziale che si mostra solo durante le ultime fasi. Non si tratta nemmeno di un equilibrio che viene rovinato senza un vero motivo, bensì la richiesta di modellarsi totalmente verso le abilità richieste: l’ultima fase del gioco raggiunge notevoli vette di difficoltà, non impossibili, ma sufficienti per rendersi conto che per raggiungere il primato nel Rollerdrome siamo invitati ad usare ogni tipo di abilità che abbiamo imparato a padroneggiare.
Se siamo ancora carenti su alcuni fronti, nessun problema, possiamo sempre ripetere le vecchie missioni un po’ per senso completista, un po’ per prendere definitivamente confidenza con tutto il pacchetto di abilità di cui siamo in possesso. Esattamente come in un qualunque souls, che ha impartito questa lezione nel migliore dei modi, anche qui la sconfitta non è più solo un demerito, ma un’occasione per perfezionare la sottile arte acrobatica su pattini a rotelle, giacché appena ne sarete pienamente in possesso, allora sì che la stessa esecuzione di gioco sarà letale e dal forte valore di intrattenimento.
La recensione in breve
Rollerdrome è quella classica sorpresa che si insinua come lo sporco sotto le unghie: lo noti, provi a toglierlo, ma ti rimane sempre qualcosa lì che ti porta a giocarci ancora e ancora. Veloce, acrobatico e ipercinetico, la nuova creazione dei ragazzi di Roll7 è un'esperimento riuscitissimo, capace di ritagliarsi più di qualche soddisfazione con una grammatica di gioco frenetica, ma sempre precisa nell'esecuzione.
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Voto GamesEvolution