Ricominciare da capo non è mai facile. Quando il proprio mondo cade in rovina, le strade che si possono percorrere sono due: l’abbandono al destino, alla ricerca di una nuova realtà; o la ricostruzione, atto coraggioso che richiede l’accettazione del passato e uno sguardo lungimirante. Shores of Loci segue il secondo percorso, affrontando prima un esame di coscienza e trovando poi la forza d’animo necessaria per un nuovo inizio. L’avventura comincia proprio da un flusso di pensieri inizialmente timido, che sminuisce l’essere umano. Ma non c’è posto per il pessimismo nel treno dei buoni intenti: la rinascita di un universo chiede consapevolezza di sé, e il riconoscimento del proprio ruolo nel misterioso avvenire. Soltanto da qui, del resto, si può trovare la spinta utile alla ricostruzione di un luogo sicuro.
La recensione di Shores of Loci, gioco rompicapo in realtà virtuale per PCVR e, da poco, per Quest 2, inizia proprio da qui.
Un mondo da salvare
La realtà virtuale è un frammento del panorama videoludico ancora acerbo, con le potenzialità per diventare una delle esperienze definitive nel mondo dell’intrattenimento ma oggi distante da tale status. Il recente annuncio di PlayStation VR2 lo conferma: la VR è ancora per pochi, un lusso per i giocatori. Chi vi ha accesso, però, ha un appetito non indifferente da saziare con avventure uniche, insolite, sperimentali.
Tra queste, una delle sorprese recenti è Shores of Loci, candidato al Best in VR alla Biennale di Venezia per Venice Immersive. Più che di un videogioco si dovrebbe parlare di una esperienza audiovisiva, leggermente distante dalla sfera ludica e più prossima al cinema. Il confine tra le due realtà, insomma, è molto labile.
La premessa è semplice e punta immediatamente a sprigionare emozioni agrodolci. Mentre si ammira uno scenario montuoso, una voce gentile parla del senso della vita, dell’evoluzione della nostra specie. Ne nasce un dialogo sui misteri di un universo tra piccoli esseri umani, considerabili minuscoli ingranaggi del sistema, e ammirabili giganti, capaci di muovere Paradiso e Terra per creare una realtà da sogno. Sono proprio queste creature a chiedere il nostro aiuto, per reclamare mondi abbandonati e ricostruire case e speranze.
Tra scenari surreali degni di Salvador Dalì, veniamo invitati a ricreare ambienti originariamente lontani da noi, aiutando una civiltà a rinascere e prosperare. Shores of Loci ci delizia con cinque ambienti, da isole caraibiche pullulanti di delfini a ghiacci nordici con qualche simpatico tricheco. La parola d’ordine del progetto nel suo insieme resta “semplicità”, e ciò si vede chiaramente dalla presenza di pochi punti d’interesse nelle varie zone. La maggior parte dello spazio resta vuoto in attesa del nostro intervento: solo quando avremo ricreato i villaggi, l’area a noi circostante prenderà vita tra edifici maestosi e paesaggi singolari. È così che ci si avvicina all’esistenza altrui, di esseri che ripongono la loro fiducia in noi, l’ingranaggio più grande del loro universo.
Le dimensioni da noi esplorabili sono pervase da una essenza magica meravigliosa, nella quale è inevitabile immergersi a pieno. La realtà virtuale si rivela rapidamente l’unico mezzo con il quale godere a pieno questa esperienza. L’avventura in Shores of Loci dura molto poco, sia ben chiaro: in appena tre ore si può concludere l’intera storia, ricreando tutti i mondi ora disponibili. Il team di MikeTeevee ha già confermato lo sviluppo di altri puzzle su base trimestrale per aggiungere nuove regioni e deliziare ulteriormente i giocatori; ciononostante, anche allo stato attuale resta una piacevole fonte di pace e, seppur in maniera limitata, divertimento.
Pochi puzzle, più atmosfera
Shores of Loci si compone di 12 puzzle suddivisi in più fasi, a partire dalla costruzione della base del villaggio. Tra strutture naturali ed elementi architettonici bizzarri, tutto ciò che serve è un po’ di logica: per comprendere come collegare due lembi di terra o abitazioni è sufficiente osservare attentamente il bordo del terreno nelle nostre mani, o trovare qualche indizio aggiuntivo come disegni, cavità e percorsi delle strade, da congiungere appropriatamente. Dopo un primo enigma particolarmente semplice, la difficoltà aumenta per quelli successivi fino alla composizione definitiva della piccola città, con un totale di 2-4 località per singolo scenario.
Ogni pezzo del puzzle può essere studiato da vicino e cambia aspetto una volta unito agli altri frammenti. Le case si riempiono di oggetti e piante, omini fosforescenti si muovono tra corridoi e vie cittadine. Spostando fisicamente la nostra creazione è possibile esplorarla e cogliere ogni singolo dettaglio, compresi i difetti. Certe strutture presentano elementi confusi, piccole imperfezioni se paragonate alla surrealità chiaramente visibile nell’insieme. O ancora, le animazioni degli abitanti sono troppo rigide e rischiano di costituire una via di fuga dalla bellezza di Shores of Loci, il cui punto di forza è proprio la capacità di avvolgere il giocatore in un luogo pacifico.
La difficoltà dei puzzle è tutto sommato moderata e può essere ridotta in un batter di ciglia grazie al pulsante di aiuto, il quale illumina porzioni di due pezzi affinché si possa individuare immediatamente ciò che li lega. Questa soluzione può essere tuttavia abusata, cancellando completamente l’unico elemento interattivo e limitando il giocatore a una esperienza audiovisiva nei panni dello spettatore. Per mantenere integra la componente ludica, sarebbe stato ideale inserire un limite al numero di aiuti richiedibili per singolo puzzle.
Il fulcro di Shores of Loci non è allora rappresentato dal superamento dei piccoli enigmi, bensì dall’atmosfera dei mondi da noi creati. Il caratterizzante surrealismo viene accompagnato da una colonna sonora pronta a cullarci, toccando tasti di pianoforte e avvicinandosi alle melodie dei film dello Studio Ghibli. Dobbiamo ammettere, del resto, che l’associazione dei villagers ai kodama di Princess Mononoke è naturale al primo sguardo. Proseguendo con l’esperienza diventa evidente l’assenza di una vera e propria storia, limitata a una vaga introduzione proposta nei primi minuti di gioco.
Nel miscuglio tra le due essenze, allora la squadra di MikeTeevee sembra avere raggiunto un equilibrio gradevole per quanto imperfetto. Trovare la soluzione ai puzzle non è affatto difficile sapendo che si può sfruttare il sistema di indizi. Inoltre, la mancanza di una narrazione continua rende Shores of Loci un’opera in realtà virtuale che poteva essere impreziosita ed elevata a un livello superiore.
La recensione in breve
Shores of Loci è un’esperienza vivibile esclusivamente in realtà virtuale e destinata a rimanere su tale piattaforma, complice la volontà di immergere lo spettatore in luoghi tanto magnifici nella loro surrealità. La magia dei giganti e dei piccoli “kodama” abbraccia il giocatore e lo invita a vivere i puzzle in assoluta tranquillità. In poche parole, Shores of Loci ci richiama a prendere una pausa dalla freneticità della vita reale per addolcire la giornata in mondi alternativi che noi dovremo ricostruire, immergendosi nella semplicità di un universo imperfetto.
-
Voto GamesEvolution