La serie di Uncharted ha rappresentato non solo un punto di svolta per gli sviluppatori della Naughty Dog ma è stato un simbolo importantissimo per Sony e le sue esclusive.
Le avventure di Nathan Drake sono state oggetto di amore incondizionato da videogiocatori di tutto il mondo. Non c’è stata opera della serie che non abbia avuto successo e risonanza: persino il discusso film ha guadagnato circa 402 milioni sui 120 di budget. In questi giorni Drake sta debuttando addirittura su PC – chi l’avrebbe mai pensato qualche anno fa? -, ma in questi anni tutti sembrano essersi dimenticati di una delle sue avventure. Di quell’Uncharted: L’abisso d’oro uscito su PS Vita, l’ultima console portatile di casa Sony.
Un progetto stroncato sul nascere
PS Vita è un tasto dolentissimo. Uscita tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, su carta si presentava come una degna erede della celeberrima PSP. Purtroppo però la grande N ne annientò completamente le vendite con il suo Nintendo 3DS. Lentamente Sony decise di lasciarla all’oblio, fino ad arrivare a cancellarne completamente la produzione nel 2019.
Questo esperimento, purtroppo fallito, offriva non solo un hardware all’avanguardia ma anche features molto interessanti, come il touchpad posteriore. Features che quando sfruttate a dovere – cosa successa troppo poco spesso – hanno avuto modo di brillare.
Un tesoro perduto
È questo il caso di Uncharted: L’abisso d’oro. Realizzato da Bend Studio – che poi avrebbe sviluppato Days Gone -, il titolo portatile della serie uscì al lancio della console.
Siamo nel 2005 – quindi prima degli eventi di Drake’s Fortune – e Nathan è a Panama, alla ricerca del cosiddetto Abisso d’Oro. Sulla sua strada incontrerà Marisa Chase, che cerca di realizzare il sogno del nonno deceduto e che si schiererà dalla sua parte. Ma non può esistere una buona storia di Uncharted senza degli antagonisti e dei traditori. Parliamo di Jason Dante, ex-amico che ha deciso di allearsi con l’altra figura losca della nostra storia, il signore della guerra Roberto Guerro, per ottenere a tutti i costi il tesoro.
Un gameplay perfettamente studiato per la console portatile
La trama di Uncharted: L’abisso d’oro è piacevole, ma nulla d’eccezionale. Ciò in cui il gioco brilla è il gameplay, studiato in perfetta simbiosi con l’hardware di PS Vita. Il nostro migliore amico sarà il touchpad, attraverso il quale è possibile effettuare in maniera intuitiva una miriade di azioni. Dalle arrampicate, agli attacchi meelee, passando per i collezionabili – ognuno con la sua modalità diversa – swipare qua e là creerà un’interessante varietà con i comandi classici. A ciò si aggiungono le sezioni che sfruttano il giroscopio, e l’intelligente utilizzo del touchpad posteriore per arrampicarsi ed osservare nel dettaglio alcuni manufatti.
L’Uncharted “su misura”
Uncharted: L’abisso d’oro è la dimostrazione di come si possa cucire un videogioco sulle funzionalità di una console. È un peccato che così poche persone abbiano avuto occasione di giocarlo e che attualmente sia così difficile da recuperare, essendo la PS Vita fuori produzione. Sarebbe stato bello vederlo all’interno della Nathan Drake Collection ma allo stesso tempo sarebbe stato forse troppo limitante e problematico viverlo senza quei comandi così inusuali e bizzarri, eppure così intuitivi e divertenti.