Con Diablo 4 che ormai macina ore e ore di sessioni in tutte le nostre macchine da gioco (QUI potete recuperare la nostra recensione) non è strano pensare che qualcuno possa trovare voglia nel recuperare qualche titolo dalla struttura ludica e grammaticale simile. Li chiamiamo Diablo-like, ma il panorama è pieno di alcuni titoli che possono fronteggiare senza problemi al successo di Blizzard e proporre nuove alternative.
Sconfitta Lilith e persi nell’endgame, eccovi quelli che pensiamo essere 5 ottimi giochi da (ri)scoprire dopo Diablo 4.
Sacred (2004)
Sacred è arrivato un po’ così, di colpo, venduto in una confezione semplice in tutte le edicole d’Italia. Non si sapeva praticamente nulla del titolo, ma il prezzo budget di appena 20 Euro era una scommessa che si poteva fare ad occhi chiusi e il risultato è stato travolgente.
Sacred infatti si presentava come un action RPG fortemente ispirato da Diablo di cui ne estrapolava la struttura per poi avvilupparci tante e diverse modalità di gioco che rendevano l’opera tra le più complete ed esaustive, complesse e longeve, con tanti personaggi da usare per diverse run. Da questo primo capitolo ne è uscito un sequel nel 2008 – buono ma con diversi problemi – per poi trovare una triste fine in Sacred 3, titolo assolutamente fuori focus, fuori target, fuori ogni compensibile logica.
Diablo 2 (2000)
Diablo 2 non è il gioco dove è nato il franchise, per ovvie ragioni cronologiche, ma è sicuramente il gioco che ha dato il via alla leggenda di Diablo per come la conosciamo oggi, con un gioco assolutamente fruibile ancora oggi (al netto della versione Resurrected uscita nel 2021, una remaster corposa quanto efficace) e che getta le basi per un titolo estremamente longevo e appassionante.
Fermate qualunque persona per strada e chiedetegli se conoscono Diablo 2. Sicuramente la certezza di aver giocato al primo Diablo ci sarà, ma Diablo 2 è stato il gioco che tutti dovevano avere e su cui hanno perso centinaia di ore di gioco. Una pietra miliare da riscoprire almeno una volta all’anno.
Path of Exile (2013)
Nel momento di grande crisi di Diablo – vedi Diablo 3 – tutti quelli che dovevano riversare passione e amore in un gioco di questo calibro hanno scoperto Path of Exile. Venduto nella sua formula free to play, Path of Exile era un gioco che urlava Diablo da ogni pixel, pur avendo dalla sua una folta e meticolosa sezione di abilità e personalizzazione.
La libertà nel creare una propria build di gioco, perfezionarla, smontarla e ricostruirla è stato uno dei valori di punta di un titolo che ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel genere di cui appartiene e al netto dell’annuncio di un Path of Exile 2, il primo capitolo è ancora oggi un Diablo-like apprezzatissimo da chiunque, con un’amore e una passione che esula dalla semplice fruizione free to play, perché il titolo è estremamente tecnico e ben bilanciato. Bisogna essere consapevoli, costruire una propria build e superare tutti i mondi di gioco.
Diablo Immortal (2022)
Ancor più di Diablo 3, Diablo Immortal è stato il capitolo controverso del franchise, che ha creato più di qualche grattacapo e confusione specialmente per chi si sarebbe aspettato l’annuncio e l’arrivo di Diablo 4 per poi trovarsi tra le mani questo gioco, anche qui free to play, che aveva più la forma di una grossa slot machine.
Sì perché, al netto della fruizione gratuita del gioco e di un sistema di gioco che rientrava nei canoni di Diablo, Diablo Immortal arrivato ad un certo punto si fermava, con la curva della difficoltà che si impennava in modo impressionante. Tacitamente i giocatori erano chiamati ad andare nello shop e comprare oggetti per facilitare la progressione della storia. Una tecnica predatoria che ha fatto storcere il naso ai puristi però, dobbiamo dirlo, al netto delle critiche piovute da ogni dove, Diablo Immortal è un gioco che fattura numeri assolutamente impressionanti.
Dunque chi siamo noi per criticare un sistema di shop selvaggio che effettivamente ha avuto successo? Da giocare e provare vista la natura da Free to play, ma con Diablo 4, Diablo Immortal diventa inutile.
Darksiders Genesis (2019)
È sempre un piacere parlare di Darksiders. Questo capitolo non è proprio un gioco che riprende struttura e grammatica di un Diablo qualsiasi, specialmente per le abilità molto più spicciole e un sistema di gioco che predilige la velocità e l’immediatezza, ma tra le tante declinazioni è forse un titolo che ha goduto purtroppo di poca visibilità – anche a causa degli innumerevoli bug avuti al lancio, sistemati nel tempo, ma sempre troppo tardi – ma meritevole dell’attenzione generale.
Molto più veloce e meno attento alle abilità o al semplicistico sistema di drop, ma se vi sono piaciuti gli altri capitoli di Darksiders e volete provare una formula diversa e ispirata appunto ad un sempre piacevole Diablo, Darksiders Genesis è il titolo da riscoprire.