Adore è uno di quei titoli che si pone nella lunga schiera di giochi sviluppati da chi parte dal concetto base di Pokémon per poi prendere un canovaccio di possibilità ed espanderlo alle proprie esigenze.
Dunque un po’ Pokémon, un po’ Digimon, questo titolo piccolo, ma estremamente funzionale, ci mette nei panni di un ragazzo destinato a realizzare un grande obiettivo dietro una determinata profezia, aiutato da un potere che gli permette di catturare e controllare diverse creature di questo mondo fantastico. Venite con noi in questa recensione di Adore.
Adore, tra mostriciattoli e temibili creature
Un ragazzo, delle rovine da attraversare e un bastone magico con cui catturare le creature che incontreremo nel cammino e utilizzare poi le stesse per sconfiggerne altre e farci strada verso il nostro obietto.
Il canovaccio narrativo di Adore è estremamente semplice, a cui si aggiungono piccoli dettagli e particolari di lore che vanno ad arricchire il background del nostro eroe, in virtù delle avventure che vivremo assieme a cenni del passato. Niente di complicato, bensì ci basti sapere che nell’eterna lotta tra il bene e il male, idealizzati da due grandi creature, mentre la creatura oscura continua a seminare morte e distruzione nel mondo, la creatura della luce ha riposto parte del suo potere, proprio in questo ragazzo, motivo per cui è destinato a sconfiggere il male.
E come si sconfigge il male? Assieme alle nostre simpatiche creaturine, che al primo incontro saranno tutto tranne che simpatiche, dato che ogni cosa che incontreremo nei mondi che si genereranno proceduralmente, sarà pronto a farci la pelle e non abbiamo nulla per contrastare tali minacce, se non la possibilità di “catturarle” e farle combattere al nostro fianco.
Un mondo roguelite
Adore coniuga l’aspetto da “collezionista di mostri” a quello dell’esplorazione di diversi mondi rappresentati in stanze tutte collegate, dunque parliamo di un roguelite abbastanza semplice nella struttura, con risorse da raccogliere che porteremo nella nostra base interamente alla fine dell’esplorazione, escludendo il caso di sconfitta.
Bisogna anche dire che il sistema di combattimento delle creature è estremamente semplice ed intuitivo, dunque difficilmente vedremo la schermata di fine gioco, mentre è più arduo il lavoro di cattura. Appena intravista una creatura – magari qualcuna che ancora non possediamo, così da dare sfogo al nostro soddisfacimento da completisti – dobbiamo catturarla con il nostro bastone, eseguendo una magia all’interno di un determinato spazio di azione per una manciata di secondi. Per fare questo dobbiamo stare attenti agli attacchi che riceveremo dalla stessa creatura, perché ad ogni colpo, il conteggio di cattura ricomincerà da zero. Eseguita la cattura, la creatura si posizionerà automaticamente nei quattro slot disponibili, riconoscibili dai classici tasti di selezione del pad di destra (nel caso del gioco su PlayStation, triangolo, cerchio, croce e quadrato).
In prossimità di uno scontro con qualche creatura ostile o un boss in particolare, non dovremmo far altro che richiamare in combattimento la creatura selezionando il tasto associato. L’evocazione durerà una manciata di secondi, il tempo di assestare il colpo e tornare a noi.
Un mondo con poche creature
Al netto di una realizzazione dei mondi e delle stanze da gioco abbastanza sommaria, con dettagli privi di spessore a cui si aggiunge un accompagnamento sonoro decisamente più fastidioso che piacevole, sia per il volume che per le note davvero martellanti e ripetitive, anche le creature a disposizione sono in un numero certo esaltante. In una manciata di ore è probabile che avrete incontrato e catturato almeno metà delle creature presenti.
Le stesse comunque potranno differenziarsi per stile, approccio allo scontro e al danno elementale. Da chi sferrerà colpi secchi e decisi, a chi invece avrà più un ruolo da supporto, con poteri elementali quali il rallentamento del ghiaccio o il danno continuo del veleno.
L’unica vera limitazione di un titolo quale Adore è quella di avere una base molto ampia di approccio al gioco, ma sfruttata in modo confuso, con molteplici azioni da poter eseguire, quali esperienza e livelli delle creature, applicare status e bonus alla stesse, ottenere, indossare e potenziare gli artefatti e ripetere determinate stanze di gioco solo per ottenere particolari risorse per la creazione di altri oggetti, ma a differenza di un Hades di turno, dopo una manciata di ore viene a mancare la voglia e l’interesse nel continuare a grindare duramente.
Una sfida leggendaria
Vale la pena dunque approcciarsi al titolo? Assolutamente sì, giacché è difficile trovare nel pubblico videoludico persone che non siano interessate alla sfera del collezionismo. Che siano trofei o arme leggendarie, il miglior approccio che si può avere su Adore è quello di un gioco da “pronti, via!” destinato alla fruizione libera, a tempo perso, mettendo un tassello di progressione alla volta, senza fretta.
Anche lo stesso contesto estetico che propone – tolta la musica assordante – è piacevolmente rilassante. La generazione procedurale delle stanze non spicca per originalità o variazione di assett, dunque viaggeremo su luoghi sempre conosciuti a cui si aggiunge purtroppo una gestione della telecamera che si contrappone spesso tra gli ostacoli più alti della mappa, rendendoci impossibile vedere nel dettagli tutti gli spostamenti.
Adore è un prodotto figlio di un team che ha sviluppato una buona idea, con le solite limitazioni di risorse a cui comunemente si dovrebbe far fronte con idee vincenti e convincenti. Queste qui mancano, mentre il resto il titolo resta valido per una prova.
La recensione in breve
Adore è un gioco nella struttura e grammatica ludica, estremamente rilassante, che attinge a stimolare i giocatori completisti nella raccolta di tutte queste piccole creaturine. Per il resto parliamo di un roguelite che sfrutta tutti gli stilemi classici del genere, non spiccando per nulla in particolare. Terribile l'accompagnamento sonoro.
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Voto GamesEvolution