Succede, ogni tanto, che titoli come Astral Ascent aiutano a rispolverare quell’emozione misto entusiasmo quando ci troviamo davanti ad un titolo tanto imprevedibile quanto incalzante. Questo è successo con Astral Ascent, roguelite sfizioso alla vista, che pad alla mano diventa un titolo capace di generare un vortice di emozioni improvvise, totalmente inaspettate, che sposta l’attenzione distratta ad una sfida impegnativa e coinvolgente.
Sarà difficile spiegare il perché sprecare tante e belle parole attorno questo titolo, che quasi rievoca i fasti del glorioso Hades, ma cercheremo di spiegare questo e altro nella nostra recensione di Astral Ascent.
Astral Ascent e lo zodiaco
Un accenno di trama per un titolo che fa della fuga e prigionia uno degli step principali: prendendo i comandi di uno dei quattro personaggi disponibili, la nostra missione è fuggire da una sorta di grande prigione celeste che ha come carcerieri dei validi guerrieri che riprendono lo stile, i nomi e gli stilemi dei sogni zodiacali.
Non fatevi ingannare dalla facile associazione dei Cavalieri dello Zodiaco, infatti l’estetica del gioco, che soffia un vento rurale decadente, dedica a questi guerrieri, come i nostri eroi e tutti gli altri NPC del nostro hub di gioco, uno stile tutto loro.
La struttura della fuga dunque ricalca le formalità tipiche dei roguelite: partiamo verso livelli 2D in pixel art generati proceduralmente, e alla sconfitta, torniamo nel nostro hub centrale, mantenendo parte delle risorse ottenute, mentre lasceremo dietro potenziamenti, varie ed eventuali. Da qui, sfrutteremo i frammenti di stella ottenuti per sbloccare nuove abilità, attacchi speciali, potenziare punti vita, difesa e altri feticci che andranno a toccare statistiche passive o attive. Tutto già visto? In parte.
Pugno rotante diabolico
Parte della riuscita di Astral Ascent è da ricercarsi nella grande varietà di approccio e non parlo riguardo i quattro personaggi disponibili, bensì nel modo in cui gli attacchi speciali diventino il fulcro centrale di tutto il sistema offensivo del nostro eroe.
Sfruttando caselle di una barra di abilità, abbiamo in sequenza degli attacchi base diversi per ogni personaggio che poi possiamo modificare, potenziare e ottimizzare durante la run in corso con un sistema non diverso da quello degli attacchi speciali di Kingdom Hearts: Birth By Sleep.
Dal menù dunque possiamo cambiare gli attacchi, quasi fossero caselle intercambiabili, trovare quello che più rientra nel nostro stile di gioco e avere anche la possibilità di potenziarli progredendo nella run, ma ancor di più a far brillare il gioco è proprio il sistema del trial and error che più di tutti non ci porta alla conoscenza del mondo di gioco (quello muta sempre) bensì alla conoscenza di questi stessi potenziamenti e attacchi speciali, che sono davvero tantissimi.
Una cura maniacale
Non è stato eccessivo l’accostamento fatto a inizio articolo: se Hades è stata la sublimazione del genere, quel titolo che assieme a Returnal ha dimostrato quanto lo stilema di gioco del roguelite o del loop avesse infinite parentesi di approfondimento come di possibilità di narrazione, Astral Ascent ne prende esempio e lo esalta nei limiti delle possibilità.
L’estetica di ogni personaggio è accattivante e per quanto all’inizio, specialmente nell’hub centrale, si possa soffrire un momento di spaesamento, il gioco è intelligente a seguire gli step di un tutorial fantasma per farci conoscere tutto del titolo, del ruolo di ogni NPC, dei potenziamenti attivi e passivi da cui potremo attingere e tutte le risorse che ci serviranno per diventare sempre più forti, run dopo run.
Va anche detto che dei quattro mondi di gioco, dopo un po’ si respira un po’ di eccessiva riproposizione di alcuni assett e questo aspetto si scontra con la grande varietà di nemici presenti in ogni generazione di livello. Un vero peccato che comunque non mina una qualità sicuramente superiore alla media.
Passione e futuro
Astral Ascent è un titolo che vive di una passione sfrenata e questa cosa si respira in modo diretto in ogni singolo pixel, cercando di dare all’utente finale la migliore esperienza ludica possibile. Il titolo infatti è pieno di tanti e piccoli feticci che fanno la gioia dei giocatori che perdono anche qualche secondo in più nel consultare il report di fine run, dei nemici sconfitti, tempo impiegato, oggetti e potenziamenti raccolti e quant’altro.
Sarà comunque importante vedere il supporto sul lungo periodo. Già nella fase di accesso anticipato il gioco ha ricevuto grande supporto, fix e modifiche sostanziali, atte ad aumentare il valore e la qualità del gioco, mai a stravolgere l’idea principale.
Mai come in questa occasione, dalla sconfitta si arriva alla conoscenza, ma lontani da qualsivoglia meccanica insita in un soulslike, qui Astral Ascent presenta il passo successivo, con la sconfitta che ci porta alla conoscenza delle abilità, delle proprietà intercambiabili e diretti potenziamenti. Quello è il cuore del gioco, lì c’è una coppa di succo pregiato e quasi infinito, mentre siamo lì pronti a tentare di incasellare quante più combinazioni possibili di attacchi speciali e avere un pantheon di mosse micidiali.
La recensione in breve
Inutile girarci attorno: Astral Ascent è stato un vero fulmine a ciel sereno, una sorpresa in un momento dell'anno talmente tranquillo dove si pensava di aver visto e giocato di tutto, invece ecco che la formula di gioco, basilare ma ricca di passione, riesce a elevare questo roguelite oltre la media.
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Voto GamesEvolution