Exoprimal è la conseguenza di un timido approccio da parte di Capcom di incasellare nella sua scuderia un titolo votato al multiplayer, tra il live service e il competitivo. Gli “esperimenti” delle declinazioni online di Resident Evil Resistance e RE:Verse sono stati un segnale forte, dove si stava adoperando una chiara e netta sperimentazione del genere per capire la strada.
Alla fine è stato dato un colpo di spugna per creare qualcosa da zero, anzi da meno di zero, andando a ritrovare i nostri amici giurassici e metterli a confronto con esoscheletri futuristici. Insomma, questo e altro nella nostra recensione di Exoprimal.
Exoprimal e il mercante in fiera
Già dalla nostra prima prova della open beta di qualche tempo fa abbiamo avuto modo di saggiare la sostanza di Exoprimal: sulla carta estremamente interessante, ma la domanda da porsi su questo genere di giochi è sempre la stessa, ovvero dopo il lancio, quanto riuscirà a sopravvivere il gioco? Dipende da tantissimi fattori, due dei quali la presenza costante di giocatori e il supporto sul lungo periodo.
La materia base c’è, estremamente derivativa con forti rimandi ad altri titoli come già sottolineato agli esoscheletri visti in Anthem o le relative abilità uniche prese di pari da Overwatch – quasi sul livello del plagio – ma Capcom non è l’ultima arrivata e sa che in alcuni contesti è meglio riempire gli occhi il vieogiocatore, così da non fargli capire cosa stia capitando, gettandolo in un’azione serrata, senza sosta, sicuramente divertente, ma concretamente incerta sul suo futuro.
Orde di dinosauri
Con una struttura casuale o a scelta tra sfide PVP o PVE (o ibride), in Exoprimal siamo chiamati a partecipare a dei sadici giochi organizzati da un’intelligenza artificiale. Le parti della trama sono estremamente particolari e necessitano di una buona dose di pazienza in quanto mettono dentro realtà alternative, realtà simulate, salti temporali, minacce globali e universi paralleli. Sicuramente un tessuto narrativo inedito e a tratti anche piacevole da seguire, ma la progressione della stessa storia si applica giocando fino allo sfinimento e sbloccando alcuni documenti da consultare, partita dopo partita, nella nostra base.
Una soluzione che non abbiamo trovato delle più interessanti. Sarebbe stato più saggio dividere in due le diverse sequenze, quelle dedicate alle partite e quelle della trama, per non ritrovarsi quasi forzati a dare il via ad un’altra partita che quasi porteremo a termine solo per sbloccare un nuovo tassello della trama. Questo ha tolto gran parte del fascino della scoperta, quasi “costringendoci” a giocare per avere lumi maggiori sul futuro della storia.
Armi in spalla
Gettati nella mischia la situazione migliora sensibilmente. La grammatica di gioco è semplice, veloce ed immediata: un team, una mappa di gioco con degli obiettivi da conquistare e orde di dinosauri di diverse stazze da annientare. Il gioco mette assieme due squadre che proprio nell’obiettivo finale in comune arriveranno anche a scontrarsi tra di loro, ibridando il sistema di gioco in un simil PvPvE (per chi gioca Destiny 2, immaginatelo come un Azzardo, ma con i dinosauri).
La gestione del party è composta da altri giocatori che durante il caricamento della partita hanno tempo tecnico di guidare l’exotuta preferita, tutte definite in base alla classe, tra assaltatore puro, difensore, supporto e curatore. In gioco è chiaro che la coordinazione tra tutti è alla base del successo della partita (che pone molta attenzione al fattore rapidità nel modo in cui si ripulisce una certa zona dai dinosauri), ma come capita spesso in queste situazioni anche conoscere bene le zone della mappa e i punti deboli di ogni exotuta serve per trovare il proprio stile di gioco e ottimizzare al meglio l’esperienza.
Progressione futura
Il RE Engine come già dimostrato in altri titoli Capcom si muove senza alcuna sbavatura tecnica e sulla prova effettuata su PlayStation 5 tutta la struttura di gioco è parsa solida, senza rallentamenti. Anche sul fronte server e stabilità online veleggiamo su ottimi risultati, senza alcun segno di cedimento della presa di gioco.
La progressione come tale è presentata da diversi livelli – con relativi bottini – per ogni exotuta a cui si aggiunge il classico grado stagionale da acquistare in seconda battuta. Va detto che comunque si tratta di oggetti o ricompense esclusivamente estetiche che non andranno a inficiare il bilanciamento di gioco. Su questo aspetto Exoprimal è estremamente onesto con i suoi videogiocatori: o sai giocare, o diventerai cibo per tirannosauri, e questo è un bene per aumentare lo spettro di giocatori che possono avvicinarsi e non è strano pensare che Capcom con la specializzazioni di ogni exotuta, non stia cercando in qualche modo di ritagliarsi un piccolo spazio nel genere competitivo.
Sarà così? Probabilmente, ma alla situazione attuale, Exoprimal è una buonissima struttura a cui mancano tanti e diversi organi. Le prime nuove modalità di gioco sono in arrivo, ma basteranno per tenere l’utenza incollata sul lungo periodo?
La recensione in breve
Exoprimal si è rivelato essere un titolo multiplayer estremamente basilare, ma anche molto divertente. Il problema in giochi di questa natura risiede sempre sulla vita a lungo termine del progetto: Capcom riuscirà a supportare in modo adeguato questo gioco e magari affacciarsi sul fronte competitivo? Quale sarà il responso dell'utenza? La struttura c'è ed è forte, ma bisogna vedere quanto potrà durare e far appassionare i videogiocatori coinvolti in questi scontri con orde e orde di dinosauri.
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Voto GamesEvolution