Esiste un lato oscuro e affascinante nascosto all’ombra delle infinite possibilità offerte dai simulatori di vita e dai videogiochi sandbox e gestionali in generale, che impedisce da sempre ai videogiocatori più estrosi e incalliti di staccarsi da certi titoli: la personalizzazione di una stanza, di una casa, di un villaggio, di un’intera area, la cura di ogni minimo dettaglio o abbinamento di colore e stile, l’opportunità di dare forma alla propria creatività. Di questo, ci ha dato una preziosa dimostrazione Animal Crossing, il coloratissimo life-sim targato Nintendo che nella sua ultima edizione, New Horizons, è riuscito a far fronte a una pandemia globale, strappando centinaia di ore a un numero impressionante di appassionati e ispirando moltissimi sviluppatori a prendere spunto dal suo trionfale ritorno avvenuto nel 2020. Tra questi ultimi, senza troppi giri di parole, troviamo il team svedese di Wonderscope che con il suo Hokko Life ha scelto intenzionalmente di riprendere gli aspetti più eclatanti e iconici del brand della grande N, dando un particolare risalto proprio al lato del crafting e della customizzazione dei contenuti di gioco, realizzando così un’esperienza che nonostante la presenza di svariati difetti, permette di dare pieno sfogo alla propria immaginazione.
Dopo un lungo periodo di rilascio in accesso anticipato, Hokko Life è ora disponibile e in continuo aggiornamento su PC, Nintendo Switch, Xbox One e Playstation 4. A tal proposito, però, per facilitare la scelta della piattaforma sulla quale giocare a questo videogioco, è necessario evidenziare prima di iniziare la nostra recensione di Hokko Life come la sua giocabilità tramite mouse e tastiera risulti nettamente più curata e fruibile rispetto a quella con joypad, soprattutto nelle fasi di personalizzazione e riparazione degli oggetti e degli arredamenti.
Benvenuti a Hokko!
In viaggio su un treno in una serata di pioggia e temporali, arriveremo un po’ per caso nel villaggio di Hokko: un piccolo e trasandato borgo abitato da una manciata di stravaganti creature antropomorfe che ci offriranno immediatamente un posto dove passare la notte nell’attesa che il tempo migliori. Giunto il mattino, decideremo di punto in bianco di trasferirci ufficialmente nel paesello con l’obiettivo di riqualificare l’intera area e di riempirla di nuovi abitanti per restituirle il fascino e la personalità di un tempo. Un grande passo che il gioco non si pone il problema di giustificare in alcun modo, dimostrando fin dalle sue prime battute di essere un po’ fumoso e impersonale, caratteristica che, purtroppo, si riconfermerà nel corso dell’avventura, totalmente priva di una vera e propria trama che guidi gli eventi o che crei un contesto attorno alla vita ad Hokko.
Si percepirà fin da subito, pertanto, come Hokko Life si preoccupi di essere prevalentemente una produzione incentrata sulla volontà del videogiocatore che sarà in grado di modellare a suo piacimento ogni aspetto dell’esperienza, non avendo alcun riferimento caratteriale preimpostato da rispettare. Questo vale soprattutto nel caso degli abitanti che resteranno sostanzialmente anonimi e ripetitivi nelle loro strisce di testo e dei quali sarà possibile modificare interamente le case, sia all’interno sia all’esterno. La personalità non sarà dunque il punto forte di questo videogioco, ma potrebbe non essere necessariamente un aspetto negativo per tutti coloro che preferiscono avere piena libertà e soprattutto il controllo su ogni minimo dettaglio.
Un mondo in lento movimento
Come ci si aspetta da un videogioco gestionale e di simulazione, Hokko Life è ricco di attività da svolgere e di faccende di cui occuparsi: raccogliere i materiali, creare e migliorare oggetti e strutture, coltivare, pescare o catturare gli insetti sono solo alcune delle più classiche mansioni che ci terranno impegnati. Al netto di questo, una delle problematiche più evidenti di questo videogioco è la mancanza di istruzioni. Sarà infatti necessario procedere un po’ a tentoni, soprattutto nelle fasi iniziali, rischiando di perdere inevitabilmente il mordente sulle potenzialità offerte dal gioco nel late game. I tempi di avanzamento, per altro, risultano molto distesi e confusi, finendo con il trasmettere un senso di disorientamento e ripetitività. Per ottenere gli oggetti e le opzioni che permetteranno di proseguire nell’evoluzione e nell’esplorazione delle svariate aree di Hokko, sarà infatti necessario soddisfare alcune richieste giornaliere degli abitanti che a lungo andare potrebbero risultare frustranti e monotone. A facilitare la gestione di questa generale lentezza, in ogni caso, è importante far presente che sarà possibile gestire manualmente lo scorrere del tempo in game poiché questo, a differenza di opere come Animal Crossing o Cozy Grove, non sarà legato all’orario reale della piattaforma. Pertanto, sarà sufficiente andare a dormire fino all’indomani per passare alla giornata successiva e accelerare così gli svariati tempi di attesa o modificare gli oggetti presenti nei negozi che saranno mano a mano disponibili nel corso dell’avventura.
In ogni caso, una volta superate le difficoltà iniziali e, soprattutto, non appena si avrà familiarizzato con il sistema di creazione e customizzazione degli arredi e degli oggetti (e, più in generale, con il funzionamento dell’editor del laboratorio di creazione presente nel gioco), non sarà difficile riuscire ad apprezzare l’atmosfera e la rilassatezza proposte da questa opera che, come già ribadito, offre ampio spazio di manovra al giocatore soprattutto nella personalizzazione delle forniture che potranno essere modificate o realizzate da zero pezzo per pezzo, in pieno stile sandbox.
Le giornate virtuali su Hokko trascorreranno quindi all’insegna della progettazione e dell’arredamento del villaggio, alla ricerca di insetti e pesci da aggiungere alla propria collezione, alla scoperta degli oggetti più adatti al nostro stile e all’esplorazione delle aree limitrofe che potranno essere raggiunte gradualmente una volta ottenuti i giusti mezzi per sbloccarne l’accesso. Una volta in possesso delle ricette per creare i ponti e le rampe che permetteranno di raggiungere le zone del paese inizialmente inaccessibili, avremo infatti modo di imboccare una scalinata che ci porterà in zone più esterne – come un promontorio, un laghetto o una miniera – che contribuiranno ad ampliare e diversificare l’area di gioco e, soprattutto, permetteranno di ottenere le risorse necessarie per realizzare oggetti e strutture e avanzare così nel gioco.
Una volta ospitati i primi nuovi abitanti, per altro, sarà possibile raggiungere con il treno il centro città limitrofo, dotato di una zona commerciale che consentirà di ottenere arredi esclusivi e stagionali e di accedere ad una sezione di gioco online (l’Hokko Community Store) che permetterà di scaricare le creazioni degli altri giocatori (o di trovare la giusta ispirazione) e, ovviamente, di caricare e condividere le proprie. Questi ed altri servizi extra, andranno gradualmente a sommarsi a quelli di base presenti nel villaggio: la locanda dove troveremo ogni giorno nuovi abitanti da invitare, il negozio dove acquistare e vendere gli oggetti, l’agenzia immobiliare che permetterà di gestire la creazione delle case e il negozio di vestiti che conterrà anche un salone di bellezza per personalizzare l’aspetto del proprio avatar.
In conclusione
Hokko Life non è un prodotto esente da difetti, questo è certo. La sensazione che siano stati trascurati svariati aspetti del gameplay è palpabile fin dai primi istanti di gioco. Questo e la mancanza di una vera e propria personalità che rendano il titolo “ricordabile” sono aspetti che potrebbero penalizzare fortemente il primo approccio con il videogioco. Sarebbe però scorretto limitarsi ai paragoni con Animal Crossing, giustamente spontanei, trascurando i grandi limiti che quest’ultimo ha dimostrato di avere dal suo rilascio a oggi, limiti che Hokko Life ha invece cercato di rimuovere. L’impressione è infatti proprio quella che il team di Wonderscope abbia basato il suo progetto sulla demolizione delle barriere e delle lacune presenti nel simulatore di vita di Nintendo (ben note e condivise da tutta la community), nel tentativo di creare un’esperienza che sviluppasse gli aspetti tecnici in quest’ultimo più castrati o statici. In ogni caso, tutto sommato, Hokko Life è un esperimento che può essere preso nel verso giusto e che, metabolizzato fino alle fasi più avanzate del gioco, potrebbe offrire un interessante punto di vista creativo poco esplorato nella famiglia del suo genere.
La recensione in breve
Hokko Life esce dalla sua fase di accesso anticipato e si rende disponibile a tutti anche su console, proponendosi come genero di Animal Crossing e puntando tutto sulla creatività. I difetti non mancano, a partire dalla carenza di personalità e di spiegazioni e ai tempi di avanzamento lenti e distesi, ma il potenziale dell'opera comincia a rivelarsi nelle fasi avanzate del gioco, grazie soprattutto all'interessante opzione in stile sandbox di creazione e personalizzazione di oggetti e immobili che permetteranno di personalizzare a tutto tondo il proprio villaggio e le aree limitrofe. Un esperimento curioso che avrebbe potuto convincere maggiormente con qualche accorgimento in più nelle sue prime battute.
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Voto GamesEvolution