Un desiderio recondito è quello di poter percepire, anche solo in minima parte, la tensione di uno sviluppatore Rocksteady durante i lavori di Batman Arkham Asylum, in special modo per capire se lo studio di sviluppo fosse a conoscenza della potenzialità del titolo e dell’importanza che avrebbe rivestito per tutto il settore videoludico, o almeno di quella parte che ha sempre sognato di creare un ottimo videogioco per tutti i suoi fruitori. Un videogioco che aveva come protagonista un supereroe su licenza.
A distanza di anni e con il mercato che è profondamente cambiato, proviamo a vedere e analizzare il retaggio e l’eredità della saga Arkham nell’odierna industria videoludica.
La fortuna dei principianti?
Alcune volte il successo arriva in modo casuale: un buon director con una visione chiara e limpida del settore come dell’idea che si trova sottomano, sviluppatori capaci e un buon supporto sono tendenzialmente gli ingredienti per una riuscita più che buona di un progetto. Batman Arkham Asylum ha avuto anche quell’ingrediente in più: pur non avendo assi nella manica, infatti, ha goduto di una qualche favorevole congiunzione astrale; quella che potremmo chiamare, semplicemente, fortuna.
La fortuna di uscire in un periodo dove si chiedeva tacitamente di avere tra le mani una sorpresa e lasciarsi coccolare dal passaparola, la fortuna di riuscire a confezionare un gioco incredibilmente riuscito, divertente, ricco e grande, grandissimo, fermato solo dagli evidenti limiti di un team di sviluppo che ha spremuto al massimo il materiale a disposizione; la fortuna di avere successo ottimizzando e presentando al mondo un sistema di combattimento accattivante e incalzante per l’eroe in questione, Bruce Wayne di giorno, Batman di notte.
Un rapido successo
Quello che è venuto dopo è storia che, grazie a remaster e riproposizioni, possiamo vivere continuamente a pieni polmoni: l’uscita dei sequel Arkham City e Arkham Knight (a margine ci inseriamo anche Arkham Origins) è stata la conferma che Arkham Asylum non sia stato un semplice fuoco di paglia, bensì una certezza, con la stessa Rocksteady subito lanciata tra i riflettori e i clamori degli sviluppatori che contano, di quelli a cui ci si può seriamente appassionare, mettere i follow alle pagine social e sognare a ogni pubblicazione di post o aggiornamento sul nuovo progetto in essere, di qualunque natura esso sia.
Ma Rocksteady è riuscita anche a scardinare l’idea comune che realizzare un ottimo videogioco attorno a un personaggio di fumetti sia semplicemente impossibile. Tanti sono i titoli che negli anni hanno infestato store digitali e fisici, chiedendo a gran voce di essere osservati, giocati e amati pur non presentando nulla di davvero buono.
Post trilogia di Arkham qualcosa era cambiato: se uno studio con poca esperienza sulle spalle era riuscito a rivoluzionare e posizionare nuovi tasselli di confronto, anche altri potevano e avrebbero avuto la libertà di azione per tentare di seguire lo stesso successo e molto probabilmente proprio su questa idea sono nati progetti di successo (vedi Marvel’s Spider-Man) e altri che ancora cercano di trovare un loro posto nel mondo (Marvel’s Avengers).
La strada per il futuro
In contesti del genere, non è neanche molto saggio tirare a indovinare cosa potrà accadere da qui a breve per quanto riguarda i videogiochi di stampo supereroistico su licenza. Possiamo però basarci sulla storia recente e provare a fare qualche previsione ragionata.
Siamo abbastanza consapevoli che senza il successo – e la creazione dello stesso pubblico – della saga di Arkham, progetti quali Marvel’s Spider-Man o il recente Gotham Knights (qui potete trovare la nostra recensione) non avrebbero visto luce e, tra alti e bassi, la risposta è stata univoca e universale: le vendite ci sono, dunque fuori da questi confini c’è un pubblico attento che vuole i supereroi non solo al cinema, vista la proliferazione di cinefumetti targati Marvel o DC, ma anche sulle loro console casalinghe o PC. Ecco dunque vedere ancora Rocksteady al lavoro su un nuovo titolo, sempre su licenza DC, ma questa volta parliamo di Suicide Squad: Kill The Justice League, per non parlare poi del già annunciato Marvel’s Spider-Man 2, che vedrà Peter Parker e Miles Morales affrontare assieme orde di nemici (tra cui il già annunciato Venom), e in coda ci mettiamo, oltre al futuro e rumoreggiato Injustice 3, anche i giochi già annunciati su Wonder Woman e Wolwerine.
Quella che si appresta ad arrivare non sarà sicuramente una next gen ricordata per la bravura e la velocità nell’approvvigionarsi di nuove ammiraglie di casa Sony e Microsoft: sembra più una generazione di passaggio, che sta testando nuove e funzionali opzioni per il futuro del gaming, scoprendo una fetta importante di mercato, quello dei videogiochi; il retaggio della saga di Arkham appare chiaro e limpido: rimboccarsi le mani, lavorare e proporre qualcosa che faccia rimanere a bocca aperta ogni tipo di appassionato che abiti in ogni parte del globo.