Sin dai principi del tempo l’essere umano ha imparato a sfruttare a dovere i propri istinti e sentimenti. Proprio questa totale consapevolezza delle proprie capacità, ci ha portato ad evolverci come specie. Però, tra tutti i sentimenti e concetti umani che ci definiscono, sicuramente la competitività è l’esponente più influente nella nostra costante evoluzione. Sta nella nostra natura cercare nuove sfide e superarle, anche al costo di metterci in gara con soggetti migliori di noi. Questa caratteristica, come ogni concetto umano, abbiamo deciso di usarla in svariati panorami (soprattutto se si parla di rami artistici). Ovviamente, anche il mondo videoludico è stato “contagiato” da questa nostra voglia di “sfidarci tra di noi”, fino a creare generi specifici e opere in grado di soddisfare le nostre anime competitive. Oggi, se vogliamo pensare ad un genere che definisce al meglio i concetti prima specificati, questo non può essere che il Picchiaduro. Per quanto riguarda il gioco più influente invece? Ovviamente, Street Fighter!
Risulta alquanto innegabile che la creatura Capcom è da considerare un pilastro alquanto enorme nella scena competitiva. Non solo Street Fighter è riuscito come serie a scrivere la storia dei videogiochi, aiutando a plasmare un genere, ma anche ad aprire le porte in maniera diretta alla futura scena competitiva dei Fighting Game. Senza il videogioco Capcom, probabilmente oggi non saremo testimoni ad altre opere maestre che hanno definito questo genere e sicuramente la scena competitiva non sarebbe la stessa che conosciamo. Ma ovviamente, come ci insegna il buon Ben Parker, da grandi poteri derivano grandi responsabilità! Purtroppo, nel tempo Street Fighter non è sempre riuscito ad essere costante come prodotto. Infatti, il quinto capitolo (pur migliorando nel tempo) fu un scivolone assurdo per la serie, macchiando in maniera non indifferente l’eredità del prodotto Capcom.
Proprio per questo motivo, quando fu annunciato Street Fighter 6, la gioia e la speranza di tantissimi fan della serie torno più splendente di prima. Non solo il titolo prometteva di tornare a “quello che fu una volta”, ma addirittura voleva anche essere il fighting game definitivo. Ed effettivamente, già dai primissimi trailer e le prime prove del gioco, Street Fighter 6 rispecchiava esattamente quello che prometteva, ovvero un vero è proprio ritorno all’epoca d’oro dei fighting game. Ma sarà riuscita Capcom a mantenere tutte le promesse con l’uscita del gioco? Andiamo a scoprirlo con la nostra recensione di Street Fighter 6.
La strada per diventare un re
Se c’è una cosa costante che marchia in maniera netta il genere dei picchiaduro, quella è definita dalla poca sostanza presente nelle modalità single player. Attenzione! Avere una buona varietà di modalità spesso non implica anche una buona qualità generale della parte per il giocatore singolo. Infatti, è abbastanza risaputo che la parte “story driven” in questo genere è alquanto irrisoria. Ovviamente non stiamo dicendo che tutti i picchiaduro sono privi di una modalità single player “corposa” o ben strutturata da un punto di vista narrativo. Però, è alquanto innegabile che quasi nessun prodotto appartenente al genere e mai riuscito ad offrire qualcosa di davvero ben confezionato… fino a questo Street Fighter 6.
Sicuramente una delle novità più interessanti della nuova creatura made by Capcom risiede nella modaltà World Tour. Per la primissima volta la serie si presta ad un’esperienza totalmente incentrata sul coinvolgimento del giocatore singolo, senza sfruttare le modalità single player come mera scusa per il lato competitive. Infatti, la modalità World Tour viene presentata come una vera e propria modalità avventura ambientata nel mondo di Street Fighter. Il World Tour trasforma il gioco da un semplice picchiaduro in un vero e proprio JRPG, dove il combat system rimane quello del gioco base (ovvero un fighter 1v1). Avremmo la possibilità di creare un nostro PG (che possiamo sfruttare anche in un’altra modalità della quale vi parleremo poco più avanti), personalizzare le sue mosse e le sue statistiche, svolgere quest e side-quest e rivivere tutta la bellezza del mondo di Street Fighter (scoprendo la storia di nuovi arrivati ma anche quella dei personaggi più leggendari). Il tutto viene confezionato a dovere, offrendo sicuramente un’alternativa ben strutturata per chi non è propenso a giocare giochi simili in competitivo.
Ovviamente, la natura classica del picchiaduro old school si farà altamente sentire anche in una modalità singola come World Tour. Non aspettatevi un JRPG puro e curato in tutti i singoli dettagli. Infatti, la ripetitività di certe azioni, la vuotezza del mondo di gioco e la trama raccontata in una maniera sicuramente buona ma frettolosa, rendono l’intera esperienza buona ma non imprescindibile. Infatti, difficilmente possiamo consigliarvi di acquistare il gioco solo e soltanto per questa modalità in quanto, manca una cura più minuziosa da un punto di vista puramente ludico. Però, pure con questi “difetti” da tenere ben presenti, è innegabile che il World Tour di SF6 è un ottimo punto di partenza per un futuro rivoluzionario.
Un mondo online da fare invidia
Tuttavia, il gioco di Capcom mostra per davvero i propri muscoli nella controparte online. Ancora una volta, esattamente come per le modalità single player, la casa nipponica ha deciso di stravolgere totalmente il genere, evolvendolo in maniera netta. Facendo proprio così, Street Fighter 6 è riuscito ad offrire un “feel” da sala arcade come pochissimi giochi del genere sono mai riusciti prima. Il tutto ovviamente è dovuto a questo nuovo e gigantesco HUB che ricorda in tutto e per tutto una sala arcade. Durante le nostre anteprime vi abbiamo anticipato quanto questo “luogo” sia estremamente ben strutturato, offrendo non solo ottimi sentimenti ai nostalgici, ma anche una marea di attività secondarie in attesa di Match online.
Prendete questa HUB centrale e paragonatela a quanto visto in giochi come Destiny con la Torre. Qui potrete interagire con altri giocatori, giocare con dei cabinati arcade (con vere perle del passato come Final Fight e SF2), allenarvi in sfide 1v1, acquistare oggetti e volendo… anche fare i DJ! Inoltre, girando un pochino per la HUB abbiamo notato che diverse “stanze” non sono ancora aperte ma che in futuro verranno sfruttate per ampliare ancora di più questa parte social del gioco. Si nota tantissimo la voglia di rendere SF un GaaS, ma non c’è per forza qualcosa di sbagliato in tutto questo. Infatti, il modo in cui Capcom si sta muovendo anche soltanto a livello di monetizzazione ci è sembrato più che corretto nei confronti dei giocatori. Le uniche vere cose a pagamento (per il momento) sono quelle estetiche è il Battle Pass, ed in entrambi i casi le microtrasazioni non sono aggressive. Infatti, il Battle Pass una volta completato (anche con una certa facilità a dire il vero) vi rimborserà tutte le monete spese per l’acquisto iniziale. Inoltre, gran parte delle cose cosmetiche sono acquistabili anche con della valuta in game, senza il necessario bisogno di aprire il proprio portafoglio. Da lodare anche la scelta di inserire dei “Rent Coupons” sbloccabili giocando, che vi daranno la possibilità di “affittare” i nuovi personaggi in arrivo, senza per forza acquistarli con soldi veri. Ovviamente, non abbiamo la sfera di cristallo per sapere se questa “onesta” verrà mantenuta anche in futuro da Capcom. Però, per il momento, non possiamo che accettare le scelte che la casa nipponica ha preso nei confronti di Street Fighter 6.
Ovviamente, le novità presenti in questo nuovo capitolo non si fermano solo a quanto raccontato sopra. Street Fighter 6 da un punto di vista ludico prende tutto quello che negli anni la serie ha fatto bene, e lo amalgama ed evolve in un unico prodotto. Abbiamo nuove abilità (Drive Parry e Drive Rush), un sistema di controllo pensato anche per i novizi (che non rovina l’esperienza a nessuno), nuovi personaggi, nuove modalità di gioco e tantissime altre meccaniche per rendervi l’esperienza completa. Un plauso va fatto anche alla cura messa nella parte online (fuori dall’HUB), rendendo ogni modalità estremamente rapida da giocare (i rematch si avviano in letteramente 1 secondo). In più, sia lodata la persona che ha ideato un sistema per “votare” di rinunciare ad una partita in corso quando la connessione è estremamente instabile da ambo le parti. Una piccolezza, ma che rende l’esperienza competitiva generale ancora più soddisfacente e meno frustrante. Aggiungiamo anche che il gioco vi darà diversi strumenti per migliorare online (replay degli incontri con tanto di possibilità di vedere i vari frame di azione o allenamento specifico contro i PG che ci hanno massacrato troppe volte) e avrete la formula di un gioco praticamente vicino alla perfezione!
Tecnicamente Parlando
Pur parlando di un prodotto ancora “condannato” dalla natura cross-gen, Street Fighter 6 è decisamente un gioco godibile da tutti i punti di vista. Abbiamo avuto modo di giocare al gioco in versione PS5, dove abbiamo avuto la possibilità di scelta tra due modalità: Quality e Performance. In ambo le modalità la risoluzione nativa arrivava ai 4K, scendendo soltanto nella modalità World Tour (dove il gioco downscalava a 1440p). Per quanto riguarda il framerate, stiamo parlando di 60FPS solidi in quasi tutte le modalità di gioco esclusa quella World Tour, dove il frame pacing scende fino a 30 FPS (rimanendo non del tutto stabile anche così).
A livello audio siamo sicuramente davanti ad un prodotto ben rifinito. Non solo le varie soundtrack create apposta per il gioco risultano piacevoli da sentire e soprattutto in tema, ma anche il doppiaggio (in inglese) non è per niente male. Il mix & master generale delle tracce audio ci è sembrato di ottima fattura, pur avendo qualche piccola sbavatura di tanto in tanto (qualche suono messo fuori posto a livello di volumi). Generalmente però, c’è davvero poco da criticare da un punto di vista tecnico.
La recensione in breve
Street Fighter 6 è esattamente quello che aveva promesso di essere, ovvero uno dei massimi esponenti della scena moderna dei picchiaduro. Il lavoro svolto da Capcom con questo nuovo capitolo è assolutamente da invidiare e da applaudire. Non solo la casa nipponica è riuscita a dare vita ad un gioco quasi perfetto (in termini di modalità, meccaniche e cura generale per i dettalgi), ma è anche riuscita a dare una ventata d'aria fresca al panorama competitivo mondiale (grazie ad una delle modalità online più ben costruite in un Fighting Game). Se siete amanti del genere, Street Fighter 6 è obbligatorio averlo nella propria collezione videoludica. Sicuramente uno dei migliori capitoli mai creati e anche uno dei migliori giochi di questo ricco 2023!
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Voto GamesEvolution