Sembra profetica una dichiarazione rilasciata da Shinji Mikami datata marzo 2022: “Tango Gameworks vuole fare altro che non siano per forza giochi di stampo horror. Siamo contenti del successo dei nostri prodotti e di come il pubblico ci dia fiducia quando ci applichiamo in prodotti di questo genere, ma come sviluppatori, vogliamo esplorare nuove direzioni”.
In qualche molto questo è stato, poco meno di un anno fa, il più grande teasing che Shinji Mikami (uomo a capo della software house) ha potuto fare per HI-Fi Rush (recuperate QUI la nostra recensione). Quale occasione miglior per celebrare nuovamente il lancio fulmineo di questo titolo proprio per lodare questa iniziativa dello stesso Mikami: uscire dai confini, sperimentare, arrivare a tutti. Qualcosa che lo stesso aveva già fatto, ma è bene sottolinearlo ancora più e più volte.
Il talento di Mikami
Per chi non lo sapesse, Shinji Mikami è uno di quei director/creator che si possono accostare facilmente a tanti altri nomi di peso dell’industria: Ci piace sempre segnalare Hideo Kojima o Hideki Kamiya (e questo tornerà spesso in questa storia), ma Shinji Mikami nel panorama appare sempre fin troppo ignorato o defilato. Dobbiamo a lui la realizzazione del primo Resident Evil, lasciando poi la direzione del secondo capitolo proprio al giovane Hideki Kamiya, e ancora lui ha creato Dino Crisis per poi portare la totale rivoluzione del suo pargolo con Resident Evil 4, una delle punte più alte dell’intero franchise ancora oggi.
Poi cosa c’è stato? God Hands (sviluppato assieme a Kamiya) e il pazzesco Vanquish. Entrambi giochi totalmente diversi dalla matrice horror che accomunava la saga di Resident Evil o Dino Crisis, abbracciano l’action in diverse forme, eppure nonostante il cambio di rotta, la resa finale del titolo appariva sempre entusiasmante, fresca e frizzante.
Insomma, provo concrete e tangibili di come Mikami sia il primo a non volersi fossilizzare su un genere o un franchise per sperimentare altro, arrivando addirittura ad essere molto duro contro quei fan storici che tutt’ora evocano la mancanza dei tank control nel remake di Resident Evil 2 come una perdita assoluta.
L’arrivo di Tango Gameworks
Dopo l’esperienza con Platinum Games e Vanquish, Mikami fonda Tango Gameworks, per avere totale libertà creativa, voglia di creare con i giusti mezzi e sfruttare le sue abilità. Come ben sappiamo ne esce il primo capitolo di The Evil Within. Ancora un gioco survival horror con delle connotazione fortemente ancorate alla fantascienza. Buon successo per un gioco assai sperimentale, non senza difetti, ma l’atmosfera e la costante sensazione di un viaggio assolutamente folle e fuori controllo è persistente, cosa che renderà il viaggio del protagonista sempre stimolante.
Da questo momento in poi Mikami si defila, segue la produzione di tutti i successivi titoli, a lascia la direzione degli stessi a collaboratori stretti.
Nasce così The Evil Within 2, gioco diretto da John Johanas, che ne annienta la struttura narrativa ispirata, per una soluzione più lineare, con un gioco un pelino più action, pur rimanendo una notevole evoluzione delle meccaniche del capitolo genitore.
Poi è il turno di Ghostwire Tokyo, gioco ambizioso che affonda le mani nel folklore orientale, ma prodotto totalmente fuori dal mero concetto di horror, collocandolo bensì più nell’avventura mistica, tra il mondo terreno e quello dei morti.
Poi la sorpresa del 2023, con Hi-Fi Rush annunciato e uscito nello stesso momento e sì, il director è ancora quel John Johanas che aveva firmato The Evil Within 2.
La sorpresa Hi-Fi Rush
Non c’è bisogno di spendere ulteriori parole attorno Hi-Fi Rush oltre quelle già spese su questi lidi, con un gioco che, pur non annoverandosi come un capolavoro del momento, è senza ombra di dubbio un prodotto curato in ogni sua minima parte e, conferma ancora una volta, la poliedricità dello stesso Mikami, come delle persone che lavorano con e per lui.
Tango Gameworks forse fino a Ghostwire Tokyo poteva essere visto come un gruppo di sviluppatori dedicati a progetti quasi di nicchia, incentrati principalmente in sviluppi verticali di giochi horror, ma il loro ultimo titolo non è solo un buonissimo e divertentissimo e coloratissimo gioco, ma una realtà ben più concreta che acquisisce sempre più potere.
Tango Gameworks consolida la loro professionalità, trovando nella totale sperimentazione e diversificazione dei progetti un’abile mossa vincente per dimostrarsi sempre sul pezzo.