Dredge è stato il classico fulmine a ciel sereno. Seguendo il suono di tanti e diversi pifferai del web, dove l’eco delle lodi attorno a questo titolo si facevano insistenti, abbiamo trovato giusto dedicare tempo, spazio e un religioso approfondimento a questo titolo, che è diventato nel giro di poco tempo uno dei migliori titoli di questo 2023.
Ma come può un piccolo titolo indie concorrere con tanti altri cavalli di razza già usciti o di prossima distribuzione? Vi raccontiamo tutto in questa recensione di Dredge, motivo per cui preparate maglioni di lana, berretto e pipa. Si salva.
La trama di Dredge è misteriosa
Sin da subito prendiamo i panni di un marinaio, uno di quelli scapestrati, sporchi, con le toppe sulle giacca. Siamo chiamati a prendere servizio in un peschereccio in una cittadina sulle sponde di un arcipelago. Neanche il tempo di arrivare che la nostra imbarcazione viene inghiottita dal mal tempo e dal mare in tempesta.
Ci svegliamo, accuditi dai soccorsi arrivati dalla città e il sindaco non perde tempo nel donarci un’imbarcazione basilare per iniziare la nostra attività. Siamo chiamati a svolgere un lavoro nobile, uscire al mare aperto, pescare quanti più tipi di pesce, tornare, vendere il malloppo così da sfamare la cittadina e con il denaro guadagnato cominciare a potenziare ed evolvere la nostra imbarcazione.
Le giornate scorrono limpide e tranquille, almeno finché girovagando per le altre isole non veniamo a contatto con un figuro sinistro, un oscuro collezionista di oggetti preziosi, che ci chiede di recuperare per lui cinque oggetti durante le nostre battute di pesca.
Alle domande misteriose attorno quest’uomo, scopriremo che uscire durante la notte a pescare non è così sicuro come di giorno e forse, nel buio denso e salmastro, qualcosa di minaccioso attendere, e non ha nessuna buona intenzione.
Svuota la stiva
Sin dal primissimo impatto visivo, scoprirete che Dredge è un gioco di graduale accessibilità. Quello della pesca e della vendita del pescato è un pretesto per dare il via al contesto narrativo che si rivela essere l’elemento vincente della piccola produzione. Questo e la deliziosa colonna sonora che ci accompagna nelle lunghe traversate.
Immaginate dunque questo stile estetico semplice e minimale, ma sempre ricco di colori, quasi intimo, che si accompagna a martelletti musicali suonati con leggerezza e con note lunghe nei secondi e negli attimi. Il feedback è di quelli che ti fanno sentire a casa, mentre il rumore dell’acqua salmastra che si frange contro l’imbarcazione, e la stessa che si fa strada nella stiva inferiore, rende l’effetto immersivo un valore aggiunto di grande gusto.
Quasi siamo contenti di tornare al porto prima che faccia buio, suonare al fare che ci restituirà il segnale, fermarsi per la notte, recuperare le energie e ripartire alle prime luce dell’alba. Un senso e un gusto per acclimatare il videogiocatore più unico che raro.
In prima battuta dunque la missione è semplice: prendiamo i comandi della nave, troviamo luoghi dove pescare e via di lavoro manuale con l’attivarsi di un piccolo minigioco che ridurrà i tempi della pesca.
Proprio il tempo giocherà un ruolo fondamentale. Avete presente la meccanica di progressione temporale di Superhot? Ebbene, Dredge ricalca perfettamente questa formula. Se saremo fermi con la nave, il tempo sarà fermo, ma il movimento o l’atto della pesca manderanno avanti l’orologio. Il pescato del giorno infine verrà posizionato nello slot di spazio disponibile della stiva. Un po’ Tetris, un po’ inventario di Resident Evil 4 Remake da riempire e organizzare, a raccolto compiuto e con il buio che è prossimo ad abbracciare il mondo, ora è meglio tornare al porto e vendere il pesce.
Costruzione ed esplorazione
Ogni vendita ci porta denaro e questo sarà fondamentale nella gestione della barca, come delle dirette evoluzioni. Il nostro piccolo peschereccio con le giuste risorse e oggetti (alcuni di questi sempre trovati e dragati dai fondali marini) potrà aumentare tutte le sue caratteristiche, quali stiva, velocità, numero di mulinelli e slot per equipaggiare un minimo di illuminazione. Inutile sottolineare l’ovvietà che, la pesca di pesci più grandi e rari, verrà ripagata sempre con un numero superiore di monete, più della norma.
Ma Dredge non è solo un gioco di pescherecci, di recupero di materiali, pesci rari o marci e quant’altro. Dredge ad un certo punto si apre, diventa una storia narrata con bottiglie trovate in mare contenente dei fogli scritti da sconosciuti, di uomini che ci chiedono di recuperare oggetti (come il collezionista citato prima), di altri che credono che in questo arcipelago si nasconda qualcosa di oscuro, di pilastri di energia, antichi riti e presenza notturne che ci attaccano nell’oscurità.
Il mondo di Dredge è brillante, caldo, accogliente, da vivere con occhiali da sole e una birra in mano di giorno, ma di notte il male serpeggia in quelle acque mai agitate, che innalzano onde e pioggia appena ci allontaniamo dalle coste, per veleggiare verso lidi misteriosi.
Nessuno è al sicuro
Quando Dredge si apre per un gusto strettamente narrativo, il titolo fa un incredibile balzo in avanti, mostrando una maturità impressionante per i temi trattati. Dai romanzi storici e magici di Carlos Ruiz Zafon, al sempre verde ciclo degli Antichi e simili di H.P. Lovecraft, Dredge improvvisamente dai buoni odori salmastri, ci trasmette il putrido del male, il mistero che ci manda in terapia, la voglia di scrutare l’oblio per trovare una soluzione ai classici dilemmi dell’uomo.
La pesca diventa improvvisamente un’attività secondaria, giacché la trama – a tinte gialle e soprannaturali – prende il sopravvento, con pochi battute e personaggi ben descritti. Un piccolo gioiello che narrativamente dimostra di avere ottimi sceneggiatori – e compositori – che riescono a soprassedere alla mancanza di mezzi, tecnica o novità in sede di grammatica di gioco, per lasciare un segno indelebile nel cuore di tutti noi.
Proprio nel finale Dredge dimostra tutto il suo cinismo, il suo essere un evento circolare, che ovunque si comincia a girare, si arriverà sempre a quel punto, inesorabile, figli del destino, come abboccare all’amo messi lì non da un essere umano, ma un essere di diverso tipo, più grande, più misterioso, che ha un piano per tutto e tutti, e il vostro è quello di precipitarvi subito su Dredge.
La recensione in breve
Dredge stimola la curiosità in prima battuta, per poi esplodere in un matrimonio di stile e narrazione decisamente sopra la media qualitativa di altre produzioni estremamente simili. Con un gameplay basilare ma efficace, a cui seguono i gustosissimi risvolti di trama, Dredge è la classica piccola perla recuperata in fondo all'oceano e ora meritevole di essere guardato e giocato da più persone possibili. Imperdibile.
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Voto GamesEvolution