Ci siamo avvicinati al lancio di Mortal Kombat 1 ricchi di ben due provati dello stress test prima e della beta privata dopo. Nonostante le buonissime impressioni e un raggio decisamente corto di prova tra pochi combattenti principali e kameo, l’ultima parola era proprio data dalla prova del gioco nella sua forma completa.
Coccolato, ispirato e ricco di novità, finalmente in questa recensione di Mortal Kombat 1 possiamo sbilanciarci e darvi le nostre considerazioni su uno dei franchise di picchiaduro più longevi e amati da tutto il globo, mentre NetherRealm Studios rivoluziona la formula e prova a ribaltare ogni tipo di pronostico.
Mortal Kombat 1, una storia nel sangue
Tra tutti i picchiaduro in circolazione, Mortal Kombat è l’unico che ha una cura maniacale per la narrazione. Per quanto possa essere etichettato come un valore minore in produzioni di questo calibro, quella che viene considerata come la campagna principale di Mortal Kombat ha sempre un alto tasso di narrazione e realizzazione cinematografica.
In tal senso, fedeli alle origini del progetto (vi rimando QUI per scoprire la storia produttiva del franchise) i ragazzi di NetherRealm Studios puntano ad una realizzazione di poligoni e diretta recitazione più curata possibile, proprio atta a restituire emozioni uniche, un motivo serio e concreto per seguire l’enorme mole di cutscene che compongono tutti e 15 i capitoli di gioco, con una longevità di base che si assicura facilmente sulla decina di ore.
Tolti questi appunti, la storia di Mortal Kombat 1 svela anche la natura del progetto: nonostante ci sia un 1 davanti al titolo, dunque facilmente ipotizzabile come reboot totale, in realtà l’incipit deriva proprio dal finale di Mortal Kombat 11, con Liu Kang che ottenuta la clessidra di Kronika e divenuto Dio del Fuoco e protettore della Terra, si adopra a costruire una nuova linea temporale, inserendosi sempre come Dio del Fuoco e protettore del regno, mentre si trova a fronteggiare una minaccia che sembra minare la delicata struttura narrativa appena creata.
Ecco dunque spiegato quel 1 lì davanti, dato che questo capitolo presenta delle nuove origini per ogni personaggio della serie, sì ricominciando la storia, tenendo saldo Liu Kang come unico testimone del passaggio da una linea temporale all’altra. Questa adesso è la linea di riferimento, il canale principale dove NetherRealm Studios può giocare con tutti i personaggi, rileggerli e provare nuove diramazioni narrative.
Rivoluzioni e Kameo
Come abbiamo già scritto in precedenza, la grande novità di questo capitolo è l’introduzione dei combattenti Kameo. Lo abbiamo già scritto, ma lo ripetiamo: sfruttando la già conosciuta formula del tag team, durante gli scontri siamo chiamati a scegliere anche una spalla, appunto un combattente Kameo, che possiamo richiamare sul terreno di scontro, il tempo di eseguire un’azione in particolare e andare via. Il tutto potrà essere eseguito ogni volta che la barra di richiamo del Kameo sarà riempita nella sua interezza o a metà.
Come funziona questa nuova meccanica? In molteplici modi: possiamo rompere una presa o una combo con un breaker direttamente eseguito dal Kameo, oppure, dopo aver smanettato per diverse ore di gioco, progressivamente si scoprirà che la gestione dei Kameo è molto più complessa, ricca e stratificato di quanto ci si potesse aspettare.
Non è dunque il semplice divertimento del richiamare un alleato per far menare le mani un po’ anche lui e via, bensì la meccanica dei Kameo ci permette di integrare tutto quello che riguarda il sistema di combo. Con un approccio più lento e tecnico (ripensandolo ad oggi, Mortal Kombat X è un tripudio di velocità di esecuzione e istinti felini), i Kameo sono un vero e proprio supporto tecnico al combattimento.
Abbiamo fatto rimpallare il nemico a terra ma siamo lontani e non abbiamo tempo per continuare la combo a mezz’aria? Possiamo richiamare il Kameo che, se dispone di un attacco specifico in aria, può continuare per noi la combo, mentre ci ricomponiamo e siamo reattivi nell’incasellare una nuova serie di tasti e riprendere il conteggio di punti e colpi inferti dalla combo. Ripetiamo: all’inizio il sistema Kameo sarà difficile da padroneggiare, ma solo perché si necessita di capire tutti i tempi di reazione di combattenti e Kameo. Ci vuole tempo, ma appena presa dimestichezza, l’esperienza di gioco decollerà nel giro di pochi secondi.
Ridurre e ottimizzare
A differenza di altri capitoli, Mortal Kombat 1 decide di asciugare i suoi sempre noti contenuti. Niente Kripta, niente torri temporali (in realtà ci sono, ma altrove) accessibili dal menù, per accorpare queste due particolari esperienze nelle Invasioni.
Sfruttando sempre il discorso di Multiversi, linee temporali e varchi che portano verso mondi paralleli, le Invasioni è la nuova modalità di gioco che si sposa con il sistema delle stagioni, dove particolari nemici provenienti da altre linee temporali, mettono a ferro e fuoco la nostra linea e siamo chiamati a sconfiggerli. La prosecuzione del contenuto stagionale porta alla scoperta di nuovi oggetti estetici per i combattenti principali come anche di nuove skin estetiche, ma non abbiate paura, il sistema di oggetti equipaggiabili con abilità uniche visto in Mortal Kombat 11 è stato omesso qui. Idea sulla carta interessante, ma difficile da bilanciare.
Nelle Invasioni, siamo chiamati a scegliere un combattente principale ed un altro Kameo, mentre veniamo gettati in mappe da gioco dove muoversi per caselle, tipo il Gioco dell’Oca. Ogni casella rappresenta una scontro, e all’interno del tabellone sarà costante la presenza di incontri casuali, segreti, mid-boss dal livello di sfida più impegnativo o torri temporali che si materializzano di colpo.
Al netto di ciò, si sente comunque la mancanza di un’esplorazione libera e ricca di segreti come la Kripta. La modalità Invasioni sempre essere stata implementata più per durare con il tempo, come luogo di manifestazione e scontro di tutte le minacce che verranno inserite stagione dopo stagione. Non si tratta di una novità non accetta, anzi, ma contenutisticamente è assai poco se messo a confronto questo contenuto con quello dei titoli precedenti del franchise.
Online è meglio
Tolta la campagna, le torri da completare e la modalità invasione, è impossibile omettere lo spazio che tutti i giocatori più esperti di Mortal Kombat bramano più di ogni altra cosa, ovvero le sfide online. Fedeli alla tradizione e all’esperienza, l’infrastruttura online messa in piedi da NetherRealm è solida e funzionale, senza alcuna sbavatura. Tra le tante modalità, oltre alle leghe classiche, ci sono anche le partite classificate per stagione, per ottenere sempre più bottino, valuta di gioco e sbloccare poi – magari al piccolo Reliquiario – qualche oggetto in più per i combattenti.
Complessivamente va detto che la proposta ludica di Mortal Kombat 1 si arricchisce di contenuti non proprio ricchi, dando piuttosto la sensazione che questo sia un titolo che verrà curata sulla lunga distanza, andando ad aggiungere gradualmente sempre nuove sfide, oggetti e combattenti stagione dopo stagione.
Su questo fronte già sappiamo la politica di NetherRealm con Mortal Kombat: già annunciati ci sono i Kombat Pack (QUI per sapere i primi nomi) che andranno poi ad aggiungerne di successivi al naturale prosieguo del periodo di supporto. A questo come successo con Mortal Kombat 11 Aftermath è giusto aspettarsi DLC narrativi corposi? Probabilmente sì.
Lo stato attuale del gioco è assolutamente incalzante, meraviglioso ed estremamente divertente. Manca un po’ di carne al fuoco, ma le fondamenta sono solide, è dunque lecito aspettarsi che tutti i migliori organi riceveranno sangue e ossigeno nei prossimi mesi. Mortal Kombat 1 dunque cambia per rimanere lo stesso, ma essere ad ogni iterazione sempre dannatamente divertente.
La recensione in breve
Mortal Kombat 1 rivoluzione parte della struttura di gioco mentre trova - ancora una volta - una strada di successo assolutamente convincente. Nonostante un approccio completamente rivisto sul fronte degli scontri e l'introduzione dei Kameo, la grammatica di gioco è complessa, ricca di sfumature, che richiede tempo per prendere dimestichezza con tutti i lottatori. Un titolo preciso e ricco di potenzialità per il futuro. Che periodo pazzesco per i picchiaduro.
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Voto GamesEvolution