Una rinascita di Konami come quella messa in atto da Capcom nell’arco degli ultimi anni? Tanto che nessuno si meraviglia più se il nuovissimo Street Fighter 6 è stato salutato dalla stampa mondiale come l’ennesimo grande titolo in grande spolvero e qualità, e sembra che da questa prelibata coppa adesso ne voglia bere anche Konami.
Con il drastico cambio dirigenziale avvenuto durante la pandemia, adesso la leadership dell’azienda sembra volersi nuovamente focalizzare sulla produzione e dunque rilancio del polo videoludico. Gli scenari possibili sono tanti, di cui la certezza è una sola: arrivati a questo punto, Konami può solo che migliorare.
La vecchia e la nuova Konami
Stilare tutta la storia riguardo le capocce e i cravattoni che si sono alternati in quel di Konami, è compito arduo e sicuramente irto di trabocchetti, giacché tanti sono i nomi che potrebbero farsi, assieme alle relative posizioni ricoperte, ma pochi elementi sono indispensabili da assorbire: a parte dal 2015, anno in cui Hideo Kojima subisce forti pressioni – se non proprio mobbing – per andarsene, la leadership riguardo il futuro dell’azienda ha un obietto ben preciso che prende il nome di mobile game.
Che siano giochi da pubblicare su smartphone, con grossa attenzione per le microtansazioni e lo shop, oppure i pachinko (una sorta di slot machine giapponese, per di più, macchine realizzare su brand o franchise noti, come appunto Silent Hill), Konami entra nel mercato della forte fatturazione, lasciando a secco ogni sensazione o voglia di approdare ancora nel settore che conta.
Le voci si rincorrono e molti vogliono che alcuni dirigenti si siano detti stufi dei tempi definiti biblici da parte di Hideo Kojima nella realizzazione di Metal Gear Solid V – The Phantom Pain, dunque al netto di recuperare tutti i costi di produzione dalla vendita del videogioco, il sogno è quello di guadagnare le stesse cifre ma in tempi relativamente più brevi.
Dicevamo 2015, anni cruciale che vede Konami uscire in un battibaleno dal mercato che conta. Tolte le avventure annuale di Pro Evolution Soccer, il resto era un futuro nebuloso e sicuramente non florido, o almeno, non per chi aspettava con passione un nuovo capitolo delle tante IP in mano all’azienda, che comunque continua a restare economicamente forte, forse anche più di prima.
Il rilancio di Silent Hill
Chiacchierato, in parte vittima di leak e di continui post sul web, dopo il defunto Silent Hills, il franchise di Silent Hill sembrava fosse destinato a morte certa (l’unica vita ufficiale era su vario merchandising e i soliti pachinko), ma i vari input e indizi rassicuravano giorno dopo giorno i fan di tutto il globo: la certezza che qualcosa si stesse muovendo era sempre più concreta, ma come sarebbe tornato il franchise era ancora tutto un mistero. Poi il grande annuncio.
Una live stream condensata di tanti e ricchi annunci, il remake di Silent Hill 2 ad opera di Bloober Team, Silent Hill Townfall ad opera di Annapurna, Silent Hill Ascension impostato come una grande avventura interattiva arricchita dalle scelte di ogni giocatore nel globo e un nuovo capitolo ufficiale denominato Silent Hill F. A questo, c’è da aggiungerci anche la voglia di un rilancio cinematografico con un nuovo film diretto da Christophe Gans, già regista del primo e ottimo film dedicato al mondo di Silent Hill.
Questa mossa mette sin sa subito in chiaro le prime riorganizzazioni strutturali dell’azienda che, proprio nel 2020 ha visto nuovi innesti e il videogioco nuovamente parte importante della compagnia. Alcuni dirigenti sono andati via, altri sono deceduti per via del Covid-19 e per quanto alcuni vecchi dirigenti pro pachinko siano ancora inseriti all’interno, ora l’aria sempre essere cambiata, con un nuovo focus rianimato dalla voglia di gettarsi nel mondo videoludico.
Dunque ecco le intenzioni, piccole, a passi brevi, ma decisi e intelligenti: un nuovo studio di sviluppo interno a Konami è appena stato istituito, ma non si possono attendere quei 3-4 anni di lavorazione per vedere sul mercato un titolo, dunque “prestare” e affidare determinati franchise in mano ad altri studi, con Konami che presta diretto supporto allo sviluppo.
Metal Gear e i possibili vantaggi di Konami
Poco, certo, ma estremamente concreto. Una rinascita come quella di Capcom che nel giro di poco tempo ha partorito progetti mastodontici, brillanti, al limite del capolavoro, è difficile immaginarla dato che, come detto poco prima, adesso Konami non ha uno studio interno al 100%, motivo per cui le speranze sono tutte riversate sull’unico risultato che ogni appassionato possa augurarsi: un bel gioco su Silent Hill, un buon remake e annessi satelliti funzionali e freschi.
Lo stesso annuncio di Metal Gear Delta- Snake Eater segue lo stesso ideale produttivo: puntare al momento su IP conosciute e cercare di riconquistarsi il grande pubblico. Lo studio e lo sviluppo di questi progetti avviene in modo speculare, con Konami e questi sviluppatori che comunicano tra di loro per poter far arrivare il miglior prodotto possibile sulla piazza.
Ne parlavamo proprio qui, citando Alone in the Dark, di un vantaggio intrinseco di queste situazioni, ovvero di come questi franchise, lasciati riposare a lungo – ma neanche tanto – non hanno certo perso appeal, interesse o fan, ma hanno la possibilità di ricreare nuovo entusiasmo da progetti anche più piccoli, ma pregni di una promessa ludica accattivante.
Non a caso di remake di casa Konami, andiamo a parlare di due progetti che hanno segnato in egual misura, una pagina importante del medium; Silent Hill 2 e Metal Gear Solid Delta – Snake Eater, rivisti, rilanciati e celebrati ancora una volta sono il miglior biglietto da visita possibile e un forte incoraggiamento per Konami per ricominciare a respirare a pane e videogiochi.